Questo studio non mostra che il 41 per cento dei vaccinati con la quarta dose è morto - Facta
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Questo studio non mostra che il 41 per cento dei vaccinati con la quarta dose è morto

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Aggiornamento 23 gennaio 2023: Il Giornale d’Italia ha modificato l’articolo oggetto della nostra analisi, eliminando la tabella alterata e precisando che «la tabella [contenuta nello studio dell’università di Bologna, ndr] potrebbe trarre in inganno i lettori, come accaduto inizialmente anche a noi, facendo pensare che il 41% dei vaccinati con quarta dose sia morto».

Il 20 gennaio 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare un articolo pubblicato il 18 gennaio su Il Giornale d’Italia e intitolato “Vaccini Covid, lo studio dell’università di Bologna su Pescara: il 41% dei vaccinati con la quarta dose è morto. I dati pubblicati sulla rivista Vaccines”.

Secondo quanto riportato, gli esperti che hanno condotto la ricerca hanno concluso che «i risultati mostrano che tra i vaccinati non c’è stato un rischio di malattie gravi» e che le persone vaccinate che hanno contratto il coronavirus sono più protette contro la malattia rispetto a chi è guarito senza essersi vaccinato. Per l’autore dell’articolo pubblicato sul Giornale d’Italia, tuttavia, analizzando i numeri della ricerca, emergerebbe che il 40,8 per cento dei vaccinati con la quarta dose nella provincia di Pescara, territorio in cui si è svolta la ricerca, sarebbe deceduto. L’autore ha incluso una tabella che riporterebbe i numeri delle persone che hanno ricevuto da zero a quattro dosi di vaccino anti-Covid e i relativi decessi registrati.  

Si tratta di una serie di informazioni fuorvianti, che veicolano una notizia falsa. 

La ricerca menzionata dall’articolo oggetto della nostra analisi è stata pubblicata a dicembre 2022 sulla rivista scientifica Vaccines. Si tratta di un’analisi condotta da gennaio 2021 a luglio 2022 sulla popolazione della provincia di Pescara, in Abruzzo, che ha valutato l’incidenza di eventi avversi gravi potenzialmente correlati al vaccino anti-Covid in base allo stato di vaccinazione. 

Secondo quanto riportato nello studio, i soggetti vaccinati non hanno mostrato un aumento del rischio di morte rispetto ai non vaccinati e la vaccinazione anti-Covid non è stata associata a «un aumento della mortalità o eventi avversi gravi potenzialmente correlati al vaccino». Inoltre Lamberto Manzoli, autore dello studio, medico epidemiologo e professore al dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’università di Bologna, ha precisato a Bologna Today che «il profilo di sicurezza dei vaccini utilizzati durante la pandemia è stato confermato: sarà ora importante continuare il follow-up su un periodo più lungo».

Contrariamente a quanto riportato nell’articolo oggetto della nostra analisi, i dati sulla mortalità in relazione al numero di dosi di vaccino anti-Covid ricevute non indicano che «il 41 per cento dei vaccinati con la quarta dose è morto». Vediamo perché. 

Nell’articolo del Giornale d’Italia, viene presentata una tabella che mostra quelli che, secondo l’autore, sono i numeri delle persone che hanno ricevuto da zero a quattro dosi e i relativi decessi registrati dagli autori della ricerca per ogni categoria. Tra questi è presente una colonna che indica che su 8.213 persone che hanno ricevuto la quarta dose, ci sarebbero stati 3.351 decessi, cioè il 40,8 per cento del totale. 

Tabella inserita nell’articolo pubblicato sul Giornale d’Italia e verificata da Facta.news

Questi numeri, però, non corrispondono a quanto contenuto nella ricerca.  

Nello studio dell’università di Bologna gli autori hanno chiarito che le persone che hanno partecipato alla ricerca e che avevano ricevuto la quarta dose erano 8.213. Lo stesso studio, tuttavia, non contiene alcuna indicazione circa il numero di decessi relativi a questa categoria.

Nel testo, infatti, è stata riportata una tabella che mostra il numero di persone considerate nella ricerca e le relative dosi di vaccino anti-Covid (da zero a tre o più dosi) che queste hanno ricevuto, indicando il numero di decessi per qualsiasi causa registrati per ogni categoria. Come si può vedere nello schema, non esiste un numero che indica le persone che hanno ricevuto la quarta dose. Nell’ultima colonna è riportato, invece, il totale delle persone considerate che hanno ricevuto almeno una dose (sommando, quindi, i numeri delle tre colonne precedenti). 

Tabella contenuta nello studio “COVID-19 Vaccination Did Not Increase the Risk of Potentially Related Serious Adverse Events: 18-Month Cohort Study in an Italian Province”

L’autore dell’articolo ha dunque creato una tabella che non corrisponde ai numeri contenuti nello studio citato, confrontando dei dati che non hanno niente a che vedere tra loro: ha infatti inserito il numero (corretto) di persone che hanno ricevuto la quarta dose, ma l’ha collegato al numero di decessi totali di tutte le persone vaccinate, creando una percentuale errata.

Come chiarito nella ricerca, la mortalità complessiva per tutte le cause è stata «significativamente più alta tra gli individui non vaccinati rispetto a quelli che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino», 4,23 per cento contro 1,29 per cento, rispettivamente. Inoltre il tasso medio mensile di decessi è stato di «2,26 × 1000 individui tra i non vaccinati e 0,97 × 1000 tra i vaccinati con almeno una dose».

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Comments (9)

  • SB

    Buonasera, non trovo molto chiaro la il vostro articolo. Comunque, proprio per ricerca di comprensione, direi che: i morti senza vaccino sono 2392, tutti gli altri son vaccinati con una o più dosi sono 3351. Le percentuali le lascio a voi. E quindi, ma chiedo cortesemente il vostro aiuto, se così fosse, ovvero morti non vaccinati 2392 mentre morti vaccinati 3351, qual è il senso della vostra replica? Segnalare giustamente la forzatura che da Il giornale d’Italia? O cos’altro? Domando perchè la notizia, a mio modesto parere, non sarebbe tanto l’interpretazione dell’articolo in discussione quanto invece che si muore, eccome, anche col vaccino!!!
    Grazie anticipatamente.

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    • Facta

      Buongiorno, grazie per la segnalazione. Il Giornale d’Italia ha creato una tabella in cui ha inserito dei dati corrispondenti alle persone che avevano la quarta dose che in realtà non erano presenti nello studio di riferimento. Nella versione dell’articolo che abbiamo verificato vi era la notizia falsa secondo cui più del 40 per cento delle persone vaccinate con la quarta dose sono morte, ma analizzando i dati dello studio si può vedere che non è così.

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  • Gabriele Pierattelli

    Chissà come mai nello studio non si riporta il numero di deceduti con 4 dosi ..

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    • Facta

      Buongiorno, cliccando sulle parole sottolineate in giallo puoi accedere a tutte le fonti dei contenuti riportati nel testo.

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  • Igor Bagnai

    Analisi corretta.
    Tuttavia volevo fare una osservazione sui numeri che la ricerca mostra e in articolare mi colpisce che la differenza tra il tasso di mortalità dei non vaccinati (4,23%) e quelli con 2 dosi (3,78%) è veramente risibile.
    Poi mi colpisce il fatto che i trivaccinati sembrano divenire dei superman con un tasso di mortalità dello 0,65%. Ma così non è perchè se vi fosse una relazione tra il vaccino e la sua capacità di rendere più sane le persone, allora quelli vaccinati con una dose avrebbero dovuto avare un tasso di mortalità almeno compreso tra i non vaccinato e quelli vaccinati con due dosi (ovvero tra 3,52 e 4,23%). Invece così non è (infatti è pari a 1,74% !).
    Occorre incrociare altri dati … ma chissà se avranno voglia di farlo

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  • Gianni

    Tutto ciò che dite va benissimo, anzi, di più, resta che io non mi faccio inoculare ciò che non ha dimostrato l’efficacia che vantavano (95-97%) e che non si sa ancora nulla sugli effetti collaterali a lungo termine (5-10 anni).
    C’è il lavoro pubblicato su The Lancet (mica il corriere di Tripoli!) e lo studio cover del Mario Negri che hanno dimostrato ciò che sostengo da 2 anni e mezzo e cioè che con un antinfiammatorio dato tempestivamente, si sarebbe evitato il 90% dei ricoveri in ospedale, che in gran parte ha portato a morte sicura, dopo la scellerata scelta della “tachipiriña e vile attesa”.

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    • Facta

      Buongiorno Gianni, ci potresti indicare le fonti degli studi a cui fai riferimento? Grazie

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  • Giovanni

    Sono perfettamente in sintonia e in accordo con Gianni.
    Effetti avversi anche gravissimi e fino ai decessi improvvisi c’è ne sono stati moltissimi e non sappiamo quali saranno gli effetti a lunga scadenza.

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    • Facta

      Buongiorno, ha modo di dimostrarlo? Se sì, ci potrebbe indicare gli studi a supporto di tale tesi?

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