La foto della macchia nera alla foce dell'Agnena nei primi giorni di "Fase 2" è vera (seppur ritoccata per accentuare il contrasto) - Facta
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La foto della macchia nera alla foce dell’Agnena nei primi giorni di “Fase 2” è vera (seppur ritoccata per accentuare il contrasto)

Giovedì 7 maggio la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp una segnalazione che chiedeva di verificare l’immagine, circolata anche su Facebook, di un’enorme macchia nera nel tratto di fiume adiacente alla foce del canale Agnena, al confine tra i comuni di Mondragone e Castelvolturno, in Campania.

L’immagine, scattata dall’alto, viene descritta nel post su Facebook come «una marea nera che si espande a goccia d’olio su un mare azzurro e apparentemente pulito», ancor più impressionante considerato il tempo trascorso dalla riapertura delle attività produttive, in ottemperanza della “fase 2” dell’emergenza Covid-19: appena 48 ore.

L’immagine è reale ed è stata scattata da un drone nella giornata del 6 maggio 2020. 

A confermare la notizia è il sito web Fanpage.it, testata campana che si è recata personalmente sul posto, constatando l’inquinamento delle acque del litorale domitio. Avvicinandosi alla foce del canale Agnena si percepisce «una puzza insopportabile di liquami» racconta l’inviata Rosaria Capacchione, mentre l’acqua appare «un po’ più scura ma non torbida».

Secondo Fanpage, la foto sarebbe stata leggermente ritoccata da chi l’ha originariamente postata (la pagina Facebook del blog Lo strano Oz), in modo tale da accentuarne la saturazione e rendere distinguibile la differenza cromatica «tra la melma e l’acqua fiumiciattolo». Ma la notizia che quell’immagine rappresenta è reale, com’è possibile constatare da questo video realizzato da Repubblica, pubblicato il 7 maggio, e dalla foto satellitare pubblicata lo stesso giorno dal sito di Arpa Campania, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. 

L’area era finita al centro di indagini già nel 2016, quando i Carabinieri del Noe (Nucleo operativo ed ecologico) avevano sequestrato una distilleria di liquori che sversava scarti di produzione proprio nello stesso punto. 

Sempre secondo Fanpage, quel tratto dell’Agnena era diventato «pulito e trasparente» durante il lockdown e per scoprire la causa inquinante, ad appena 48 ore dall’inizio della “fase 2”, bisognerà attendere l’esito delle analisi avviate dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale in Campania e che secondo il comunicato pubblicato da Arpa potrebbero richiedere fino a 5 giorni.

Sul caso si è mossa anche la Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha avviato un’indagine per «disastro ambientale».

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