Sì, Luca Parmitano ha dichiarato di sapere del nuovo coronavirus già a novembre (e poi chiarito che si è trattato di un «lapsus»)
Il 26 maggio la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp molte richieste di chiarimento in merito ad un articolo, pubblicato alle 20:29 del 25 maggio sul sito Dagospia, dal titolo «il virus visto dallo spazio» dove vengono riportate alcune citazioni attribuite all’astronauta italiano Luca Parmitano. Nell’articolo si legge che Parmitano avrebbe dichiarato di essere stato a conoscenza dell’epidemia da nuovo coronavirus già a novembre 2019, mentre era in missione sulla Stazione Spaziale Internazionale.
L’ipotesi sollevata da Dagospia è che le affermazioni di Parmitano, «uno» leggiamo «con 25 anni di servizio e non un complottista», confermerebbero le indiscrezioni per cui l’intelligence americana avrebbe avvertito i Paesi alleati due mesi prima che la Cina annunciasse ufficialmente l’esistenza del virus.
«A bordo abbiamo un collegamento quotidiano con le realtà terrestri; abbiamo anche accesso alla rete Internet; possiamo comunicare con i centri di controllo, per cui già da novembre avevamo iniziato a seguire i primi contagi, inizialmente soltanto nei paesi asiatici, poi proprio al mio rientro, i primi contagi in Europa», avrebbe dichiarato il 25 aprile 2020, stando a Dagospia, Luca Parmitano nel corso di una puntata di Petrolio, trasmissione televisiva trasmessa su Rai 2.
Si tratta di una notizia vera. Parmitano ha effettivamente dichiarato, nel corso di una recente intervista televisiva, di aver studiato il propagarsi dell’epidemia dallo spazio già a novembre. Ma l’astronauta, in seguito, in un post su Facebook, ha spiegato che si è trattato di un lapsus, scusandosi per l’errore e le sue conseguenze. Ricapitoliamo per completezza la vicenda.
Qui è possibile rivedere lo spezzone video dell’intervista originale, postato alle 14:00 del 25 maggio sulla pagina Facebook di Petrolio: un collegamento con lo studio della trasmissione andato in onda la sera del 25 aprile 2020 che conferma la correttezza della citazione riportata da Dagospia.
A seguito delle ipotesi di complotto createsi attorno al caso (oltre a quella sopra citata di Dagospia, qui e qui altri esempi), la sera del 25 maggio è stato lo stesso Luca Parmitano a fare chiarezza su quanto in precedenza affermato, tramite il proprio profilo Facebook ufficiale.
«Nell’episodio in questione, parlando delle precauzioni prese durante il rientro dalla Stazione Spaziale Internazionale, ho erroneamento affermato che, come equipaggio, fossimo al corrente dell’inizio del contagio pandemico già a novembre» ha scritto l’astronauta su Facebook. «A bordo della ISS non utilizziamo il calendario, ma il Coordinated Universal Time (UTC) – ha precisato Parmitano – l’anno inizia con il giorno 1 e finisce con il giorno 365, e gli eventi vengono eseguiti in base a questa pianificazione. Di conseguenza è possibile confondere un mese con un altro poichè non vi facciamo mai riferimento, ma utilizziamo il giorno UTC». Nello stesso post l’astronauta ha poi espressamente dichiarato di aver appreso del contagio insieme al resto del mondo, quando le agenzie giornalistiche e le grandi testate televisive hanno iniziato a parlarne, e che questo è facilmente verificabile poiché le comunicazioni tra la Terra e la Stazione Spaziale sono soggette al Freedom Of Information Act, «una legge che impone totale trasparenza e che tutte le comunicazioni siano registrate. Non è possibile ricevere informazioni riservate». Infine, per Parmitano l’idea che i membri dell’equipaggio in orbita fossero al corrente dell’epidemia in anticipo rispetto all’annuncio ufficiale della Cina sarebbe smentita dai fatti: «le operazioni di rientro della Spedizione 61 sono state svolte normalmente, senza alcuna ulteriore precauzione. Al contrario, quando la situazione pandemica si è rivelata in tutta la sua gravità, l’equipaggio rientrato dalla Spedizione 62 è stato isolato in quarantena per evitare possibili contagi», ha ricostruito l’astronauta.
Quanto scritto sul profilo Facebook ufficiale di Parmitano è stato ripostato sia in italiano (20:32 del 25 maggio) che in lingua inglese (21:08 del 25 maggio) sui canali ufficiali dell’Agenzia Spaziale Europea. Anche la trasmissione Petrolio ha ripreso il post di Parmitano sulla propria bacheca, sottolineando che si è trattato di un misunderstanding.