Il video che mostra «rom e bulgari in rivolta» a Mondragone per la creazione di una zona rossa è reale - Facta
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Il video che mostra «rom e bulgari in rivolta» a Mondragone per la creazione di una zona rossa è reale

Venerdì 26 giugno la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare l’attendibilità di un video, pubblicato il 25 giugno sulla pagina Facebook ufficiale del leader della Lega Matteo Salvini, che ritrarrebbe «rom e bulgari in rivolta» per l’istituzione di una zona rossa attorno ai palazzi Ex Cirio di Mondragone, in provincia di Caserta.

Il video è accompagnato da un testo che recita: «Pazzesco. Solidarietà ai cittadini di Mondragone che devono subire una situazione divenuta allarmante. Forse ora, dopo giorni persi a “studiare” insulti da cabarettista a me e alla Lega, il governatore della Campania si sarà svegliato?» e mostra un centinaio di persone di origine straniera circolare per le strade della città in segno di protesta. In sottofondo, la voce di una donna italiana, che commenta le immagini con tono critico verso i manifestanti.

Si tratta di un video reale. 

Il filmato è stato girato il 25 giugno 2020 e la sua attendibilità è confermata da un altro video, ripreso da differente angolazione e pubblicato dal sito de la Repubblica lo stesso giorno. Le immagini si riferiscono alla protesta di alcuni inquilini dei palazzi Ex Cirio di Mondragone, edifici residenziali che dal 22 giugno scorso sono diventati «zona rossa» in seguito all’ordinanza n.57 emanata dalla Regione Campania, dopo che nella zona era stato scoperto un focolaio di 43 positivi alla Covid-19.

L’area è popolata da una nutrita comunità bulgara che, come racconta lo scrittore Roberto Saviano su Repubblica, «sono parte di quella infinita manodopera che lavora nelle campagne meridionali senza diritti, spesso senza contratti, senza nessuna sicurezza». Braccianti agricoli vittime di caporalato, insomma, che hanno violato la zona rossa per protestare contro la temporanea restrizione delle libertà personali che impedirebbe loro di  lavorare nei campi. 

La manifestazione spontanea della comunità bulgara ha provocato la reazione degli altri abitanti della zona, con lanci di sedie, pietre e un furgoncino dato alle fiamme.

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