Un peschereccio tunisino ha realmente speronato una motovedetta italiana al largo di Lampedusa
Mercoledì 7 ottobre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un articolo pubblicato il 30 settembre 2020 da Stop Censura – sito definito da NewsGuard «anti-immigrazione» e «che pubblica frequentemente informazioni false e fuorvianti» – dal titolo: «Peschereccio tunisino sperona motovedetta italiana: GdF spara 400 colpi».
Nell’articolo si parla – senza precisare quando il fatto si sarebbe verificato – di un peschereccio tunisino che non si sarebbe fermato all’alt della Guardia di Finanza, forzando il blocco e speronando una motovedetta nel tentativo di scappare. Sempre secondo la ricostruzione di Stop Censura, il peschereccio sarebbe stato infine fermato, dopo un inseguimento in acque internazionali e l’esplosione di «diversi colpi».
Si tratta di una notizia vera.
Come ha ricostruito un articolo di Agi pubblicato nel pomeriggio del 30 settembre 2020 (ma la notizia è stata riportata anche da Ansa, Repubblica e Corriere della Sera), la vicenda è avvenuta lo stesso giorno al largo di Lampedusa e ha coinvolto il peschereccio tunisino Mohanel Anmed e una motovedetta del reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Vibo Valentia. Il peschereccio, sorpreso a pescare a 9 miglia dalle coste di Lampedusa, anziché nelle acque internazionali poste a 12 miglia marittime – e, dunque, illegalmente in acque italiane, secondo quanto disposto dall’articolo 7 del decreto legislativo numero 4, varato il 9 gennaio 2012 – non ha rispettato l’alt delle autorità italiane e ha tentato una rocambolesca fuga in acque internazionali.
Dopo uno speronamento ai danni del mezzo italiano e diversi colpi di arma da fuoco esplosi dalla Guardia di Finanza (400 in tutto, secondo Agenzia Nova, che ha pubblicato un video dell’accaduto), il comandante del motopesca è stato arrestato. I reati contestati sono quelli di resistenza e violenza contro nave da guerra e rifiuto di obbedire a nave da guerra.