Tra il 19 e il 27 novembre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto numerose segnalazioni via WhatsApp che chiedevano di fare chiarezza circa un provvedimento del governo italiano che prevederebbe lo stanziamento di 50 milioni di euro da erogare alle emittenti radiotelevisive locali che trasmetteranno messaggi istituzionali sulla Covid-19.
La maggior parte delle segnalazioni fa riferimento a un articolo pubblicato il 19 novembre da Oltre.tv – annoverato da NewsGuard tra i «siti che hanno pubblicato informazioni false o fuorvianti sul coronavirus» –, dal titolo “50 milioni dal governo per tv e radio che parlano di contagi fino al 30 aprile”. L’articolo parla di un «Fondo emergenza emittenti locali» istituito dal ministero dello Sviluppo economico per incentivare la trasmissione di comunicazioni istituzionali sulla Covid-19 prodotte dal governo. «Con questo decreto il governo sembra voler “comprare” una parte dell’informazione» conclude l’articolo di Oltre.tv, «se il governo paga un’emittente che s’impegna a dire quello che vuole il governo, possiamo ancora parlare di informazione corretta, libera e indipendente?».
Il Fondo emergenza per le emittenti locali esiste davvero, ma non influirà sui contenuti informativi delle emittenti radiotelevisive locali.
Come riportato nell’articolo oggetto della nostra verifica, il provvedimento del ministero dello Sviluppo economico è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 novembre 2020 e stabilisce che le emittenti interessate possano fruire dei 50 milioni di euro complessivamente stanziati (che nel decreto sono definiti un «contributo straordinario» che servirà come incentivo a mettere a disposizione gli spazi) solo se saranno in grado di garantire ai messaggi istituzionali sulla Covid-19 un numero prestabilito di passaggi televisivi, che varierà in base alla somma percepita. I passaggi dovranno avvenire in 60 giorni totali, non necessariamente continuativi e fino al 31 aprile 2021.
Le emittenti interessate avranno tempo fino al 28 novembre 2020 per presentare domanda e si impegneranno a diffondere le comunicazioni istituzionali per un minimo di 10 giorni fino al 31 dicembre 2020, per 30 giorni nel periodo compreso fra 1 gennaio e 28 febbraio 2021 e per altri 20 giorni fino al 30 aprile 2021. Le emittenti potranno scegliere quando mandare in onda il materiale (che sarà fornito telematicamente dal governo) ma entro alcuni paletti stabiliti dal bando e focalizzati su quattro fasce orarie. L’erogazione di tali fondi potrà essere sospesa in seguito alla violazione di tali norme, su cui il governo vigilerà tramite gli ispettorati territoriali, strutture che fanno capo al ministero dello Sviluppo economico.
Si tratta insomma di pubblicità istituzionale, con la quale il governo intende sensibilizzare i cittadini sulle misure di prevenzione da utilizzare durante l’emergenza sanitaria in corso (qui tutte le campagne del governo a tema coronavirus). Essendo diretto alle emittenti – e non alle testate giornalistiche – il provvedimento non intende modificare la linea editoriale dei mezzi d’informazione, che non saranno dunque “comprate”, come riportato nell’articolo oggetto della nostra verifica.