La truffa del «codice a sei cifre» per entrare illegalmente negli account WhatsApp esiste davvero - Facta
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La truffa del «codice a sei cifre» per entrare illegalmente negli account WhatsApp esiste davvero

Il 12 febbraio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare l’esistenza di una «truffa del codice a sei cifre», che permetterebbe ad hacker malintenzionati di accedere illegalmente agli account WhatsApp di ignari utenti. La segnalazione è accompagnata da un articolo pubblicato l’11 febbraio dal sito web seguonews.it che spiega come il raggiro sfrutti «il codice di 6 cifre necessario per il trasferimento rapido dell’app di messaggistica che avviene quando viene cambiato lo smartphone o il numero di telefono».

Si tratta di una notizia vera.

A mettere in guardia gli utenti dalla truffa è stata il 18 gennaio 2021 la Polizia Postale, con un comunicato in cui evidenziava la pericolosità di un semplice messaggio che recita «Ciao, ti ho inviato un codice per sbaglio, potresti rimandarmelo?». Messaggi simili giungono agli utenti WhatsApp da numeri in rubrica – a loro volta vittime del raggiro – e possono sembrare innocui, ma sono in realtà studiati per “rubare” gli account registrati sulla nota app di messaggistica.

La dinamica è semplice: per accedere a WhatsApp da un nuovo dispositivo è necessario superare un livello di sicurezza minimo, che consiste nel richiedere un codice a sei cifre, inviato dall’azienda tramite sms. Solo il possessore del numero di cellulare indicato potrà conoscere il codice e accedere così a WhatsApp. 

Come spiega la Polizia Postale, nel caso della frode in questione «la procedura è stata iniziata da un hacker che, utilizzando il vostro numero di cellulare, vuole impossessarsi del vostro account, e per completare la procedura ha bisogno del codice che solo voi potete inviare». Per questo motivo gli ideatori della truffa hanno inventato lo stratagemma del finto messaggio, nel quale «il malintenzionato vi chiede il codice dicendo di avervelo mandato per sbaglio» conclude la Polizia.

Si tratta dunque di una truffa realmente esistente, finalizzata al furto d’identità su WhatsApp. Per difendersi, la Polizia Postale riporta alcuni pratici consigli: mai condividere il proprio codice personale con altri utenti e nel caso ciò fosse già accaduto, richiedere immediatamente una seconda verifica, così da estromettere dall’applicazione il truffatore. 

Se siete stati vittime nella frode, è necessario invece segnalarlo alla Postale, così da proteggere le altre potenziali vittime della catena. La Polizia postale è sempre disponibile anche attraverso il portale www.commissariatodips.it.

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