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Il profilo Facebook del generale Figliuolo diventato celebre era in realtà una “truffa romantica”

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4 marzo 2021
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Nel primo pomeriggio di lunedì 1° marzo 2021 l’opinione pubblica italiana ha fatto la conoscenza di Paolo Francesco Figliuolo, generale dell’esercito e nuovo commissario per l’emergenza Covid. Figliuolo è stato scelto dal presidente del Consiglio Mario Draghi per sostituire Domenico Arcuri, responsabile uscente per il coordinamento delle misure di contrasto alla pandemia.

Fin dalle prime ore del suo mandato, Figliuolo ha dovuto affrontare una piccola emergenza comunicativa. Nei minuti immediatamente successivi alla nomina, sul web sono infatti comparse alcune immagini tratte da un profilo Facebook che sembrava essere quello personale di Figliuolo, tra le quali una foto contenente il volto del neo-commissario e quello di una donna, circondati da una rosa, tre cuori e una lettera d’amore.

Un particolare che ha suscitato numerosi commenti ironici, ma che rappresenta invece la prova di una vera e propria truffa telematica: Paolo Francesco Figliuolo non possiede infatti alcun profilo Facebook personale. Assai prima che il generale ricoprisse una carica importante a livello nazionale, Figliuolo era stato vittima di un furto di identità: il suo nome e il suo volto erano utilizzati a sua insaputa da parecchi mesi per mettere in scena uno dei raggiri più comuni nella storia di internet. Solo la sua nomina ha portato a scoprire la truffa.

Andiamo a vedere come.

Il falso (ma ormai celebre) profilo Facebook

Il profilo registrato su Facebook a nome di Francesco Paolo Figliuolo era raggiungibile a questo indirizzo, ma è stato rimosso dal social network nella notte tra l’1 e il 2 marzo 2021.

Uno screenshot del falso profilo di Figliuolo

Le prime attività dell’account risalgono al 30 marzo 2018 – quando Figliuolo ricopriva il ruolo di Capo Ufficio Generale dello Stato Maggiore della Difesa – e conteneva solo foto del militare in situazioni istituzionali e quindi facilmente reperibili sul web.

Una delle foto caricate sul profilo: tutte facilmente reperibili sul web

Secondo le informazioni che sono state riportate sul profilo Facebook, Figliuolo sarebbe nato a Potenza il 13 aprile (di un non precisato anno) e vivrebbe a Erbil, nel Kurdistan iracheno. Sulla sua pagina compariva un solo evento degno di nota, ovvero il giorno del suo presunto matrimonio, celebrato l’8 aprile 2018.

Il vero Francesco Paolo Figliuolo, stando al curriculum pubblicato sul sito della Difesa, è realmente nato a Potenza – dato che testimonia una certa ricerca nella creazione del falso profilo e non un’azione casuale – ma l’11 luglio 1961.  Come raccontato dal quotidiano La Repubblica, Figliolo vive a Torino, è sposato con una donna di nome Enza e ha due figli. Non esiste alcuna testimonianza di un matrimonio avvenuto nel 2018.

Siamo dunque di fronte ad un classico profilo falso, ma che sfrutta il nome di una persona reale, delle sue fotografie e cerca di riprodurne quanto più fedelmente possibile l’identità. Per quale motivo?

Le donne coinvolte

L’indizio principale della natura fraudolenta del profilo Facebook di Figliuolo è contenuta nella foto che ha suscitato l’ironia dei social network, ovvero il collage che mette insieme l’immagine del profilo di Figliuolo e quella di un’altra donna.

L’immagine del profilo che ha scatenato le ironie dei social network

La seconda persona ritratta nella foto si chiama Tracy (di cui, per rispetto della privacy, non riporteremo il cognome), è brasiliana e dalle attività pubblicate sul suo profilo Facebook sembra essere una persona reale.

L’8 aprile 2018 aveva commentato l’evento delle presunte nozze sul falso profilo di Figliuolo scrivendo (in portoghese): «Perché continui a tenere la mia foto come immagine del profilo?». Abbiamo provato a contattare Tracy attraverso il suo profilo Facebook, ma non abbiamo al momento ottenuto alcuna risposta.

Il commento della donna ritratta nell’immagine del profilo

Le immagini pubbliche del falso profilo di Figliuolo contengono tuttavia numerosi commenti, tutti pubblicati da donne single o divorziate e per lo più provenienti dal Brasile (secondo le informazioni presenti sui rispettivi account), ma sempre riconducibili a persone reali. Il tenore delle conversazioni denota una certa intimità («Tesoro, stai bene in questa foto» scriveva Christian ad aprile 2018, «ti adoro, mio amato» aveva commentato Rose qualche settimana più tardi) e per questo motivo abbiamo deciso di contattare le autrici dei commenti.

Alla data del 3 marzo 2021, la redazione di Facta ha ottenuto una sola risposta, nella quale una donna brasiliana (che preferisce mantenere l’anonimato) racconta di aver chattato con il falso profilo di Figliuolo «per alcune settimane» e «senza continuità», ma sempre e solo in portoghese. La donna, che non ci ha fornito un riferimento temporale che indicasse quando sono avvenute le comunicazioni, descrive le conversazioni come una «conoscenza amorosa» con quello che credeva un militare italiano e ci ha spiegato di aver chiuso i rapporti con il falso profilo dopo aver intuito che qualcosa non andava, ma non ha voluto argomentare ulteriormente.

Love scam, la “truffa romantica”

La testimonianza della vittima, sommata alle caratteristiche del falso profilo, presenta i tratti tipici della cosiddetta “Love scam”, la “truffa romantica” che secondo la Commissione federale del commercio americana nel solo 2020 ha generato oltre 300 milioni di dollari di guadagni illeciti (una somma in crescita del 50 per cento rispetto all’anno precedente, complice l’avvento della pandemia e le misure di distanziamento sociale da questa imposte).

La dinamica del raggiro è banale, ma apparentemente molto efficace: come spiegato dalla Commissione americana del commercio, il malintenzionato crea un falso profilo Facebook in cui si presenta come un militare di stanza all’estero o come medico che collabora con un’organizzazione internazionale, seleziona delle vittime e prova ad instaurare con loro una relazione a distanza in chat. La truffa si conclude quando il falso profilo chiede alla vittima di inviare dei soldi – con la promessa che saranno restituiti – utilizzando come pretesto l’acquisto di un biglietto aereo per incontrarsi o spese mediche sopraggiunte all’improvviso.

Quello della cosiddetta “truffa romantica” è un filone che compare spesso nella cronaca italiana e riguarda nella maggior parte dei casi falsi profili di militari in Iraq (ad esempio qui, qui e qui). Sul suo sito, la Polizia Postale consiglia di «essere cauti con le persone che non si conoscono fisicamente, di chiedere un parere a un amico nel caso si abbia il sospetto di chattare con un falso profilo, di non fidarsi di chi chiede denaro con insistenza, perché al di là del monitor ci può essere chiunque».

Se siete stati vittime di una dinamica simile, la prima cosa da fare è scrivere allo sportello online della Polizia (www.commissariatodips.it), per ricevere indicazioni utili a bloccare i pagamenti, oppure di recarvi fisicamente in qualsiasi ufficio di polizia.

Precisiamo che, al 4 marzo 2021, il generale Figliuolo non ha rilasciato alcun commento o intervista sulla questione e non è oggi stato ancora creato un ufficio stampa da contattare per ulteriori dettagli sulla vicenda.

In conclusione

Il 1° marzo 2021 sui social network sono circolati alcuni contenuti provenienti dal presunto profilo Facebook personale di Francesco Paolo Figliuolo, da qualche ora nominato commissario per l’emergenza Covid al posto di Domenico Arcuri.

In particolare, l’attenzione del web si è concentrata su un’immagine del presunto profilo Facebook di Figliuolo che lo ritrarrebbe accanto a una donna, insieme a tre cuori, una rosa e una lettera d’amore.

L’account diventato virale è in realtà un profilo falso realizzato tempo fa in modo molto professionale, ma contenente alcune informazioni errate, come la data di nascita del neo-commissario e il suo luogo di residenza.

Secondo una testimonianza raccolta da Facta e un’analisi del falso profilo, si tratterebbe della cosiddetta “Love scam”, una truffa telematica in cui il malintenzionato impersona un militare di stanza all’estero per ottenere la fiducia delle vittime e chiedere loro dei soldi.

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