I Cdc non hanno confermato «silenziosamente» le morti improvvise di 118 mila giovani per i vaccini Covid - Facta
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I Cdc non hanno confermato «silenziosamente» le morti improvvise di 118 mila giovani per i vaccini Covid

Il 16 dicembre 2022 su Facebook è stato pubblicato lo screenshot di un tweet in cui si legge che i Centers for disease control and prevention (Cdc), l’agenzia di salute pubblica statunitense, avrebbero confermato «silenziosamente che almeno 118.000 bambini e giovani adulti “sono morti improvvisamente” negli Stati Uniti dall’introduzione» dei vaccini  contro la Covid-19. 

Si tratta di una notizia infondata. Andiamo con ordine.

Che cosa dice l’articolo di The Exposé
La presunta notizia, riportata nel post oggetto di analisi, è stata pubblicata originariamente il 30 novembre 2022 da The Exposé, sito britannico classificato da NewsGuard come «generalmente inaffidabile». Su Facta ci siamo occupati diverse volte di casi di disinformazione pubblicati da The Exposé.

Nell’articolo di The Exposé, si legge che in base ai dati forniti dai Cdc all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), un’organizzazione internazionale con 36 Paesi membri, ci sarebbero stati circa 118 mila decessi in eccesso negli Stati Uniti nella fascia di età da 0 a 44 anni tra dicembre 2020 e ottobre 2022, rispetto alla media 2015-2019. Queste morti, inoltre, sarebbero state «improvvise». 

Secondo il sito britannico, i dati forniti dai Cdc darebbero solo indizi del fatto che la causa di questo eccesso di morti tra i giovani americani sarebbe da collegare ai vaccini contro la Covid-19. La conferma di questo, tuttavia, arriverebbe dai «dati pubblicati dal governo britannico». 

The Exposé afferma infatti che i dati pubblicati il 6 luglio 2022 dall’Office for national statistics (Ons), l’ufficio nazionale statistico del Regno Unito, sono «la prova definitiva che le iniezioni dei vaccini anti Covid-19 aumentano il rischio di morte di una persona. Il che significa che i vaccini hanno ucciso le persone e continuano a farlo». 

Vengono presi come riferimento i dati pubblicati dell’Ons sui decessi per stato vaccinale avvenuti in Inghilterra tra il 1° gennaio 2022 e il 31 maggio 2022. Il sito scrive che in Inghilterra, in base ai tassi di mortalità mensili standardizzati per età in base allo stato di vaccinazione per i decessi non causati dalla Covid-19, le persone tra i 18 e i 39 anni vaccinate con una dose e con due dosi «hanno avuto maggiori probabilità di morire rispetto ai giovani di età compresa tra 18 e 39 anni non vaccinati». 

L’affermazione di The Exposé, basata su questa analisi, è però priva di qualsiasi riscontro e conferma ufficiale. 

Il chiarimento dell’Ocse
Innanzitutto, contattato dai colleghi di Afp, Miguel Gorman, portavoce dell’Ocse, ha confermato che i dati citati dal The Exposé sono ufficiali e sono stati trasmessi all’organizzazione internazionale dai Cdc. Tuttavia, ha precisato Gorman, non è corretto riferirsi a questi dati con l’espressione «morti improvvise». «Le cifre mostrano il numero di morti in eccesso per tutte le cause, improvvise e non, per ogni settimana, rispetto alla media prevista», ha spiegato infatti il portavoce dell’Ocse. 

I dati citati da The Exposé dell’Ocse possono essere visti qui e si riferiscono alla mortalità in eccesso per settimana dal 2020 al 2022 in tutti i Paesi membri. La nota sulla destra che accompagna la tabella conferma le parole di Gorman: i dati si riferiscono a tutte le cause di morte e non solo a quelle improvvise. 

La smentita dei Cdc
Brian Tsai, portavoce del National center for health statistics dei Cdc, ha dichiarato all’Associated Press che la notizia pubblicata da The Exposé travisa i dati citati. Tsai ha affermato che non esiste alcuna indicazione secondo cui i decessi in eccesso negli Stati Uniti tra le persone di 0 e 44 anni in questi anni siano da correlare alla vaccinazione anti Covid-19. Il portavoce dell’ente statunitense ha invece spiegato che le ragioni probabili dell’eccesso di morti in questa fascia di età dal 2020 includono «l’aumento delle morti accidentali (principalmente overdose di droga), suicidi, omicidi, malattie cardiache, malattie del fegato e diabete», aggiungendo anche che un numero considerevole di decessi in eccesso è il risultato della stessa Covid-19. 

Sul sito dei Cdc si legge poi che dal 14 dicembre 2020 al 7 dicembre 2022 sono state somministrate più di 657 milioni di dosi di vaccini contro la Covid-19. In questo periodo di tempo gli esperti dei Cdc e della Food and Drug Administration (Fda), l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, hanno analizzato 17.868 segnalazioni di morte arrivate nel sistema di sorveglianza passiva Vaers e identificato nove decessi causalmente associati al vaccino Janssen contro la Covid-19. Un portavoce dei Cdc ha dichiarato a Reuters che «a oggi, non abbiamo rilevato alcun modello insolito o inaspettato per quanto riguarda i decessi a seguito della vaccinazione».

Perché i dati dell’Ons non dimostrano che i vaccini anti Covid sono letali
Passiamo ora ai dati dell’Ufficio nazionale statistico britannico citati da The Exposé

Come prima cosa è bene specificare, come ha puntualizzato il sito di fact-checking statunitense Snopes, che il set di dati dell’Ons britannico sono differenti da quelli statunitensi dei Cdc. Non è possibile infatti quindi utilizzare i dati britannici, che indicano i tassi di mortalità mensili standardizzati per età in base allo stato di vaccinazione tra i 18 e 39 anni per i decessi non causati dalla Covid-19 in Inghilterra tra gennaio 2022 e maggio 2022, per confermare o rispondere a qualsiasi domanda relativa all’eccesso di mortalità negli Stati Uniti o al suo collegamento alla vaccinazione contro la Covid dal 2020 al 2022.

Per quanto riguarda poi i numeri riportati da The Exposé, precisiamo che sono corretti [1]. Tuttavia non possono essere usati per dimostrare che i vaccini contro la Covid-19 uccidono le persone. 

Lo stesso ufficio statistico del Regno Unito ha chiarito infatti che i dati sulle morti non correlate alla Covid-19 – quelli cioè usati dal sito nel proprio articolo – sono influenzati da diversi fattori. Ad esempio, uno di questi è la composizione dei gruppi di persone che si vaccinano che varia «in base alla priorità delle persone che sono estremamente vulnerabili o con condizioni di malattia preesistenti e alle differenze nei tempi di vaccinazione tra le persone idonee». Inoltre, «i tassi di mortalità non legata alla Covid-19 possono anche essere influenzati dalla mortalità stagionale», ha precisato sempre l’Ons.

Infine, nell’articolo oggetto di analisi per fare un confronto tra i tassi di mortalità tra le persone vaccinate tra 19 e 39 anni con una dose, con due dosi e con tre dosi e quelle non vaccinate da gennaio 2022 a maggio 2022, viene utilizzato il dato delle persone vaccinate con la prima dose «at least 21 days ago» (cioè «almeno 21 giorni fa»). Nella tabella questo dato è affiancato dal lettera «u». L’ufficio nazionale statistico britannico avverte tuttavia che con «u» vengono indicati i dati sui tassi di mortalità che possono essere «inaffidabili» perché si basano «su un numero ridotto di eventi». Questo dato quindi non può essere usato per un confronto affidabile.

[1] Per verificarlo andare qui, aprire il primo set di dati intitolato “Deaths occurring between 1 January 2021 and 31 May 2022 edition of this dataset”, andare alla tabella 2, scorrere fino alla voce “Non-COVID-19 deaths” e vedere i dati riferiti ai 18-39 anni per i mesi da gennaio 2022 a maggio 2022.

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