Non è vero che c’è «1 caso di miocardite ogni 35» vaccinati con Moderna - Facta
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Non è vero che c’è «1 caso di miocardite ogni 35» vaccinati con Moderna

Il 2 agosto 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un articolo intitolato “1 Miocardite ogni 35 vaccinati con Moderna: non si può più ignorare la gravità del problema” e pubblicato sul sito web dell’Associazione di studi e informazione sulla salute (Assis) il 29 luglio 2023. L’articolo cita un paper scientifico intitolato “Sex-specific differences in myocardial injury incidence after Covid-19 mRNA-1273 Booster Vaccination” (in italiano, “Differenze specifiche di genere nell’incidenza di lesioni miocardiche dopo la somministrazione del vaccino booster mRNA-1273 per Covid-19”) pubblicato il 20 luglio 2023 sulla rivista scientifica European Journal of heart failure. Secondo quanto riportato da Assis, questo studio dimostrerebbe che «il 2,8% dei 777 soggetti analizzati, quindi 1 su 35, aveva una miocardite causata dal vaccino» anti-Covid di Moderna. 

L’articolo sul sito di Assis suggerisce che, in base ai dati presenti nello studio citato, i vaccini anti-Covid possono risultare nocivi perché «ora che sappiamo che 1 persona su 35, dopo il richiamo con Moderna, rischia una miocardite». L’articolo conclude che questi «danni» sarebbero «dovuti alla fretta di commercializzare questi prodotti senza studi adeguati e senza avere allestito reali programmi di sorveglianza». 

Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa.

Innanzitutto, precisiamo che la miocardite è una condizione medica in cui la persona colpita soffre di un’infiammazione dei tessuti muscolari cardiaci (miocardio). Le cause di questa malattia di solito sono riconducibili a infezioni virali, quindi a virus che danneggiano il tessuto cardiaco, ma sono associate anche all’azione delle cellule del sistema immunitario, ovvero la funzione del sistema di difesa dell’organismo che individua l’infezione e distrugge le cellule contenenti il virus per prevenirne la diffusione. 

Nello studio citato nell’articolo oggetto della nostra analisi sono stati presi in esame 777 operatori sanitari di sesso misto, che hanno ricevuto la vaccinazione di richiamo anti-Covid dell’azienda farmaceutica statunitense Moderna. Dopo 3 giorni dall’iniezione del vaccino anti-Covid, è stato prelevato un campione di sangue a tutti i partecipanti, e a 22 persone su 777 è stato trovato un livello di troponina T (hs-cTnT), una proteina del muscolo cardiaco del cuore, più alto del normale. Questo è un sintomo che indica un’infiammazione del miocardio. 

Lo studio citato nell’articolo di Assis è dunque reale e riporta realmente il dato di «1 persona su 35», ma nel paper viene specificato che non è emerso nessun caso definitivo di miocardite tra i partecipanti, a differenza di quanto affermato da Assis.

Lo studio chiarisce, invece, che su 1 persona su 35 sono stati registrati solo alcuni sintomi lievi e transitori correlati alla miocardite, come ad esempio i livelli alti di troponina T. Successivamente, i soggetti che presentavano i sintomi sono stati sottoposti a un elettrocardiogramma (ECG) per studiare il ritmo cardiaco, e questo esame ha stabilito che nessuna persona era a rischio infarto. Vale la pena precisare, tuttavia, che questo studio è stato condotto per individuare se vi fossero differenze di genere nei possibili effetti avversi post vaccinazione. Il lavoro di ricerca specifica così che dei 22 casi, 20 sono attribuiti a soggetti femminili e 2 a soggetti maschili.


Infatti, il paper rientra all’interno della farmacologia di genere, un fenomeno riconosciuto dalla comunità scientifica secondo cui i farmaci vengono creati in base a sperimentazioni fatte su una popolazione a predominanza giovane e maschile. Di conseguenza, gli effetti avversi potrebbero presentarsi maggiormente in una fascia di popolazione anziana e/o femminile.

Inoltre, le conclusioni della ricerca indicano che i sintomi rinvenuti nei 22 soggetti sono stati temporanei, mentre Assis omette completamente questa informazione. Dallo studio è emerso infatti che le lesioni miocardiche sono lievi e transitorie, quindi non permanenti e si sono risolte dopo pochi giorni. Per quanto riguarda il genere, queste si sono verificate più frequentemente nelle donne che negli uomini. Nessun partecipante ha sviluppato eventi cardiaci avversi maggiori nei giorni successivi. Come abbiamo visto Assis sostiene inoltre che non ci sarebbero stati né studi adeguati prima della commercializzazione dei vaccini né reali sistemi di sorveglianza di possibili eventi avversi post vaccinazione. In entrambi i casi si tratta tuttavia di affermazioni non vere e infondate.

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) specifica che la miocardite post vaccinazione anti-Covid è un evento molto raro e i possibili effetti dannosi prodotti dal virus Sars-CoV-2 sarebbero ben peggiori dei possibili effetti avversi derivanti dalla vaccinazione. Anche secondo l’ente statunitense di salute pubblica, il Center for disease control and prevention (CDC), i casi di miocardite e pericardite derivanti dal vaccino a mRNA anti-Covid sono molto rari e si risolvono dopo poco tempo. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) conferma che il vaccino anti-Covid di Moderna è sicuro e che i casi di miocardite sono, come documentato da Aifa e CDC, molto rari, generalmente lievi e sono meno gravi rispetto alla miocardite classica o alla miocardite correlata alla Covid-19.

In passato su Facta.news ci siamo già occupati del tema della miocardite che risulta essere molto diffuso nelle tesi complottistiche infondate contro i vaccini anti-Covid. 

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