I dati non dimostrano che il ghiaccio marino artico ha raggiunto «il livello massimo in 21 anni» - Facta
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I dati non dimostrano che il ghiaccio marino artico ha raggiunto «il livello massimo in 21 anni»

Il 2 agosto 2024 è stato pubblicato su Facebook un post che riporta lo screenshot di un articolo in inglese intitolato “Il ghiaccio marino artico raggiunge il livello più alto degli ultimi 21 anni”. L’autore del post ha aggiunto questo commento: «Tra le storie dell’orrore sul riscaldamento globale, il ghiaccio marino artico ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 21 anni».

Si tratta di un contenuto privo di contesto che veicola una notizia senza alcun fondamento scientifico.

L’articolo che appare nello screenshot è stato pubblicato il 16 gennaio 2024 su Daily Sceptic, un sito noto per diffondere informazioni scorrette su Covid-19, vaccini e cambiamento climatico.

Daily Sceptic afferma che l’8 gennaio 2024 l’estensione del ghiaccio marino artico era superiore a quella dello stesso giorno dei 20 anni precedenti. I dati che vengono citati sono quelli raccolti dal National Snow and Ice Data Center (NSIDC), un centro negli Stati Uniti specializzato in ricerca polare. L’articolo mostra anche un grafico interattivo consultabile sul sito del NSIDC.

I dati citati nell’articolo sono corretti ma sono stati selezionati in modo arbitrario allo scopo di trarre conclusioni errate sullo stato del ghiaccio marino artico e, in generale, sul riscaldamento globale. 

Il confronto tra il dato dell’estensione del ghiaccio dei soli giorni di due anni diversi non è un indicatore utile per dimostrare una tendenza di lungo periodo, che invece si può evincere se si prendono in considerazioni tutti i dati raccolti dal 1979, cioè da quando sono iniziate le rilevazioni satellitari.

Walter Meier, scienziato del NSIDC, ha dichiarato al sito di fact-checking Logically Facts che «durante l’inverno e la primavera c’è molta variazione nella copertura di ghiaccio a causa delle condizioni meteorologiche. Quindi, non è particolarmente sorprendente, né significativo, che l’estensione di un giorno specifico o di una serie di giorni quest’anno sia simile a quella di un altro anno, persino di un anno di un paio di decenni fa». «Confrontare solo un giorno (o alcuni giorni) di soli due anni specifici non è un modo scientificamente valido per valutare i cambiamenti a lungo termine nella copertura di ghiaccio», ha concluso l’esperto.

Meier ha aggiunto che l’estensione del ghiaccio invernale e primaverile non è un buon indicatore di quello che sarà il minimo estivo, che viene raggiunto a settembre. Peraltro, l’estensione del ghiaccio marino artico di gennaio 2024 è stata la ventesima più piccola nei dati satellitari, con 13,92 milioni di chilometri quadrati, 60.000 chilometri al di sotto della media del periodo 1991-2020.

Negli ultimi 45 anni il declino dell’estensione massima è proceduto a un tasso del 2,4 percento per decennio, mentre l’estensione minima si è ridotta di più del 12 percento per decennio. Inoltre, come abbiamo già spiegato in un approfondimento su Facta, il ghiaccio marino artico a causa del riscaldamento non si sta soltanto inequivocabilmente riducendo di estensione, ma sta diventando anche più sottile e fragile.

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