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Questo studio pubblicato su Nejm non dimostra che «il vaccino Covid distrugge l’immunità naturale»

La redazione di Facta il 20 settembre 2022 ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare un articolo pubblicato dal sito Eventi avversi news il 13 settembre e intitolato “Il vaccino Covid distrugge l’immunità naturale. Nuovo studio del New England Journal of Medicine”. 

Nell’articolo si parla di «un nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine» (Nejm) che mostrerebbe «che l’efficacia del vaccino Pfizer Covid diventa negativa (il che significa che i vaccinati hanno maggiori probabilità di essere infettati rispetto ai non vaccinati) entro cinque mesi». Inoltre, lo stesso studio avrebbe stabilito che il vaccino anti-Covid «distrugge» la protezione che una persona ha ottenuto «dall’immunità naturale» dopo essere stato positivo al nuovo coronavirus Sars-CoV-2. 

Per sostenere che l’efficacia del vaccino Pfizer contro la Covid-19 nelle persone vaccinate diventerebbe negativa entro cinque mesi dalla sua somministrazione con l’effetto di avere più probabilità di esseri infettati rispetto ai non vaccinati, l’articolo cita due grafici presenti nello studio pubblicato su Nejm

Nel primo viene mostrata la durata dell’efficacia del vaccino Pfizer contro l’infezione, a partire dalla prima dose somministrata. L’articolo afferma che le linee verde e blu nel grafico (che indicano l’efficacia del vaccino nei soggetti vaccinati a novembre 2021 e dicembre 2021) indicherebbero che la protezione (valore in percentuale) diventa negativa «entro cinque mesi dalla prima iniezione» poiché le due linee scenderebbero al di sotto dello zero. Il secondo grafico citato riguarderebbe invece la durata dell’efficacia contro l’infezione, con riferimento al precedente status di infezione (cioè chi era stato infettato e chi no prima del vaccino): anche in questo caso, le due linee presenti nell’immagine scendono al di sotto dello zero nell’asse della percentuale dell’efficacia «entro cinque mesi».

L’articolo sostiene che è una «sorpresa» che «anche i vaccinati che hanno un’immunità naturale da una precedente infezione vedano un’efficacia negativa». Ciò suggerirebbe che è stato il vaccino anti-Covid «a causare questa preoccupante cancellazione dell’immunità naturale». Per sostenere questa tesi, l’articolo mostra altri due grafici che dimostrerebbero come tra i soggetti non vaccinati la precedente protezione contro la variante delta ha una durata molto più lunga rispetto ai vaccinati.

Secondo quanto riportato da Eventi Avversi, quindi, uno studio pubblicato su Nejm ha rilevato che l’efficacia del vaccino anti-Covid di Pfizer diventa “negativa” entro cinque mesi e distrugge l’immunità ottenuta da una infezione precedente del nuovo coronavirus Sars-CoV-2.

In fondo alla pagina, Eventi avversi news rimanda alla fonte originaria della notizia: un articolo pubblicato il 12 settembre 2022 sul sito The Daily sceptic.

Si tratta di due articoli che travisano i dati e risultati dello studio citato e veicolano una notizia falsa. Andiamo con ordine.

Innanzitutto, Eventi avversi news è un sito di cui ci eravamo già occupati (qui, qui, qui, qui e qui) per alcuni casi di disinformazione sui vaccini contro la Covid-19. Anche il sito The Daily sceptic è stato oggetto di diversi articoli da parte di siti di fact-checking internazionali (qui e qui) perché ha diffuso teorie false e infondate sulla vaccinazione durante la pandemia.

Chiarito questo aspetto, passiamo al contenuto dell’articolo oggetto di analisi. Lo studio citato è reale, è intitolato “Effects of Vaccination and Previous Infection on Omicron Infections in Children” (in italiano, “Effetti della vaccinazione e delle precedente infezione su Omicron nei bambini) ed è stato pubblicato su Nejm lo scorso 7 settembre. 

Lo studio, spiegano gli autori, ha preso in esame il periodo di tempo tra l’11 marzo 2020 e il 3 giugno 2022 e ha coinvolto 887.193 bambini di età compresa tra 5 e 11 anni negli Stati Uniti. In questo lasso di tempo, gli studiosi si sono focalizzati su un periodo di 6 mesi durante il quale la variante omicron era dominante: tra il 1° novembre 2021 e il 3 giugno 2022. Lo scopo era quello di analizzare la protezione conferita dal vaccino Pfizer e da una infezione precedente da Sars-CoV-2 contro una nuova infezione, il ricovero e la morte per Covid-19 nei bambini dai 5 agli 11 anni. 

Nelle conclusioni dello studio si legge che sia il vaccino Pfizer che una precedente infezione «conferiscono una notevole immunità contro l’infezione da omicron e una protezione contro il ricovero e la morte». Inoltre, gli studiosi aggiungono che «il rapido declino della protezione contro l’infezione da omicron conferita dalla vaccinazione e da una precedente infezione fornisce supporto per una dose di richiamo». In nessuna parte lo studio suggerisce quanto sostenuto da The Daily sceptic e Eventi avversi news

Contattato dai colleghi dell’Associated press, Danyu Lin, professore di biostatistica presso l’Università della Carolina del Nord e uno degli autori dello studio, ha smentito la notizia diffusa e spiegato che in realtà «le prove che abbiamo supportano la scoperta che l’immunità naturale è rafforzata dalla vaccinazione piuttosto che essere distrutta», come invece è stato affermato erroneamente dai due siti. 

Nello studio si legge infatti che l’immunità naturale acquisita dopo un’infezione da Sars-CoV-2 era elevata ed è poi diminuita nel tempo, con una differenza però tra i bambini non vaccinati e quelli vaccinati. Per quanto riguarda i primi, «l’efficacia stimata dell’infezione da omicron contro la reinfezione con omicron era del 90,7% a 2 mesi e del 62,9% a 4 mesi». Tra i bambini vaccinati, invece, «l’efficacia stimata della sola infezione da omicron contro la reinfezione con omicron era del 94,3% a 2 mesi e del 79,4% a 4 mesi».

Lin ha anche spiegato ad Ap che i due grafici che mostrano che l’efficacia del vaccino scendere sotto lo zero e diventare negativa nel tempo sono stati utilizzati, negli articoli oggetto di analisi, in maniera fuorviante. Quella parte della curva è altamente inaffidabile, in quanto lo studio non disponeva di dati sufficienti. La ricerca quindi, ha chiarito Lin, non ha stabilito che il vaccino anti-Covid crei maggiori probabilità di essere infettati rispetto ai non vaccinati, ma solo che la sua protezione diminuisce nel tempo.

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