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Albert Bourla non è stato «braccato» da «giornalisti», ma da due attivisti politici

Albert Bourla non è stato «braccato» da «giornalisti», ma da due attivisti politici

24 gennaio 2023
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Il 23 gennaio 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni riportate in un video di circa 3 minuti pubblicato il 19 gennaio su Facebook, che mostra l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla inseguito da due individui muniti di microfono. 

I due uomini pongono a Bourla alcune domande molto critiche nei confronti dei vaccini anti-Covid, alle quali il numero uno di Pfizer risponde semplicemente «Grazie mille» e «Buona giornata». L’intero video è descritto in sovrimpressione con la frase: «Incredibile…Albert Bourla a Davos viene braccato dai giornalisti che lo tempestano di domande sulle morti da vaccino».

Si tratta di un contenuto presentato senza il contesto necessario alla sua comprensione, che veicola una notizia falsa.

Innanzitutto, il filmato è stato girato a Davos, in concomitanza con l’annuale incontro di leader politici e imprenditoriali organizzato dal World economic forum (Wef). Albert Bourla si trovava lì per partecipare all’evento100 Days to Outrace the Next Pandemic” (100 giorni per scongiurare la prossima pandemia), svoltosi il 19 gennaio 2023.

Le persone che hanno «braccato» Bourla prima dell’evento non sono dei semplici «giornalisti», come si legge nel filmato oggetto della segnalazione, bensì l’attivista politico di estrema destra Ezra Levant e lo youtuber Avi Yemini. Levant e Yemini sono rispettivamente il fondatore e il corrispondente dall’Australia di Rebel News, sito web canadese considerato da Media Bias/Fact-Check (sito web che valuta l’affidabilità dei mezzi d’informazione) «una discutibile fonte d’informazione basata sulla promozione di propaganda e teorie del complotto», già noto per aver diffuso disinformazione sui vaccini contro la Covid-19 e per la propria vicinanza ad ambienti scettici nei confronti della vaccinazione.

Il filmato, insomma, non mostra dei giornalisti intenti a porre alcune domande all’amministratore delegato di Pfizer, ma un’operazione organizzata per portare all’attenzione del pubblico «preoccupazioni che i media mainstream riducono a semplici teorie del complotto», come si legge sul sito di Rebel News che ha pubblicato il video oggetto di analisi, «rifiutandosi di porre queste difficili domande ai dirigenti delle aziende farmaceutiche, che acquistano spazi pubblicitari sulle testate».

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