- Ad aprile 2025 è circolata su X la notizia che la Cassazione avrebbe imposto l’utilizzo dell’espressione «genitore 1 e 2» sui documenti dei minori.
- La Cassazione ha stabilito in una recente sentenza che «padre» e «madre» sono discriminatori.
- L’espressione «genitore 1 e 2» non è mai stata però presente sulla carta di identità. Fino al 2019 l’espressione utilizzata era «genitori», poi sostituita con un decreto firmato da Matteo Salvini da «madre e padre».
Il 10 aprile 2025 è stata condivisa su X la prima pagina del quotidiano La Verità risalente a quello stesso giorno. L’autore del post evidenzia una delle notizie riportate dal quotidiano: «Secondo i giudici mamma e papà sono “discriminatori”. La Cassazione rigetta il ricorso del ministero contro la sentenza politica della Corte d’assise che impone di usare genitore 1 e 2 sui documenti al posto di madre e padre».
È un contenuto presentato in maniera fuorviante, che diffonde una notizia infondata.
L’8 aprile del 2025 è stata pubblicata la sentenza con cui la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del ministero dell’Interno contro la decisione del 2024 della Corte d’Appello di Roma di disapplicare il decreto ministeriale del 31 gennaio 2019 in merito alla dicitura di «padre» e «madre» sulla carta di identità di un minore.
Con quella decisione, la Corte d’Appello aveva confermato una sentenza del 2022 che aveva permesso a due donne di usare la dicitura «genitori» al posto di «padre» e «madre» sulla carta di identità della figlia minorenne, come previsto invece dal decreto del 2019 firmato dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Con la sentenza di aprile 2025, i giudici della Cassazione hanno confermato che la dicitura «padre/madre è discriminatoria» perché «non rappresenta tutti i nuclei familiari e i loro legittimi rapporti di filiazione».
Come spiegato ai colleghi di Pagella Politica da Alfonso Celotto, professore di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre, dopo questa sentenza «il decreto del 2019 di fatto non vale più perché si tratta di un decreto ministeriale e per rendere nulli questi atti basta una sentenza della Cassazione», ma serviranno nuove «indicazioni da parte del Ministero dell’Interno per fare chiarezza sulla situazione e recepire quanto stabilito dalla Cassazione».
A differenza di quanto affermato nel post in analisi, tuttavia, in nessun documento ufficiale sono mai state presenti le diciture «genitore 1» e/o «genitore 2». La normativa del 2015, così come le varie sentenze dei tribunali che si sono espressi in materia, utilizzavano il termine «genitori».
Il dibattito sulla corretta dicitura da utilizzare sulle carte di identità dei minori risale al 2019, quando l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini sostituì (si veda pagina 22 di questo testo) – tramite decreto – nei documenti dei minori, così come nella documentazione varia che ne regola la richiesta, l’espressione «genitori» con quella di «madre» e «padre».
L’espressione «genitori» era stata stabilita nel 2015 con l’introduzione della carta d’identità elettronica (CIE). La richiesta dei documenti dei minori poteva essere presentata (qui a pagina 17) «dai genitori o tutori», e sulla carta del minorenne veniva riportato (vedere Allegato A) il «cognome e nome dei genitori o di chi ne fa le veci».


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