Il 1 settembre 2024 è stato pubblicato un post su X in cui è ricondiviso il video di un’intervista a un uomo che, in inglese, racconta di aver avuto un cancro ai polmoni incurabile. Dopo la diagnosi, si sente ancora, l’uomo ha ricevuto una chiamata da un amico veterinario che gli ha raccontato di un suo collega che aveva curato il cancro ad alcuni topi di lavoratorio dopo avergli somministrato il fenbendazolo, un farmaco antiparassitario per animali.
L’autore del tweet commenta: «Terminale, pieno di metastasi come un albero di natale con le luci, completamente guarito grazie ad un antiparassitario farmaco per gli animali».
Il contenuto veicola un’informazione priva di prove scientifiche.
La persona nel video è Joe Tippens, statunitense che sul suo blog e in diverse occasioni ha raccontato di essere guarito da un cancro ai polmoni incurabile, che gli hanno diagnosticato nel 2016, dopo aver assunto per 4 mesi il fenbendazolo. Si tratta di un farmaco antiparassitario utilizzato negli animali che, grazie al suo alto grado di efficacia e del suo ampio margine di sicurezza, viene frequentemente prescritto dai veterinari. Non è autorizzato per uso umano né dalla Food and Drug Administration (FDA), né dall’European Medicines Agency (EMA), le agenzie che si occupano della regolamentazione di farmaci e prodotti alimentari negli Stati Uniti e nell’Unione europea.
Le affermazioni di Joe Tippens sono diventati virali nel 2019 in Corea del Sud dopo che alcuni influencer ne avevano parlato al proprio pubblico, e sono state credute reali da diversi pazienti oncologici sudcoreani. Sulla questione erano intervenuti esperti e autorità sanitarie che avevano avvertito la popolazione degli effetti collaterali dell’uso del fenbendazolo nelle persone. Alcuni ricercatori sudcoreani che hanno ricostruito e analizzato la vicenda avevano infatti spiegato che mancava un tassello nella storia raccontata: le persone infatti non erano al corrente del fatto che Joe Tippens avesse partecipato a uno studio clinico sul farmaco antitumorale Keytruda presso l’MD Anderson Cancer Center, e che il suo miglioramento fosse probabilmente dovuto all’effetto di farmaci antitumorali.
Al momento infatti non esistono prove scientifiche per cui il fenbendazolo curi il cancro nelle persone. Negli anni sono stati portati avanti alcuni studi sui topi per determinare l’effetto potenzialmente soppressivo del fenbendazolo sulle cellule tumorali, e in alcuni casi sono stati osservati effetti positivi. Ma le prove disponibili sono ancora preliminari: infatti, gli stessi studi hanno sottolineato la necessità di ricerche più approfondite e cliniche per determinare la sicurezza e il successo del fenbendazolo come opzione terapeutica per il trattamento del cancro nelle persone.
Caroline Geraghty, infermiera specializzata sul cancro presso il Cancer Research UK, ha spiegato ai fact-checker di Full Fact che «non ci sono prove sufficienti che il fenbendazolo possa curare il cancro. Il farmaco non è stato sottoposto ad alcuno studio clinico per verificare se sia un trattamento sicuro o efficace».
Geraghty ha poi aggiunto che «le affermazioni non comprovate secondo cui il fenbendazolo può curare il cancro sono fuorvianti e possono causare danni. I pazienti affetti da cancro dovrebbero trattare con cautela qualsiasi informazione che promuova trattamenti non convenzionali online e discutere sempre con il proprio medico prima di prendere in considerazione nuove terapie».