Il 27 novembre 2024 Francesca Totolo, attivista di estrema destra e collaboratrice del giornale del movimento politico neofascista CasaPound Il Primato Nazionale, ha scritto su X che, «visto che il patriarcato italiano è responsabile dei femminicidi, gli infanticidi (commessi nella stragrande maggioranza da donne) sono da imputare al matriarcato?».
Quanto diffuso da Totolo è falso e fuorviante.
L’infanticidio, secondo il codice penale italiano (articolo 578), è un reato che consiste nell’uccisione da parte della madre naturale del proprio neonato immediatamente dopo il parto, oppure del feto durante il parto, e determinato da condizioni di abbandono materiale e morale (ovvero di instabilità psicologica della madre) connesse al parto. Il reato è punito con la reclusione da quattro a dodici anni.
Per definizione, dunque, l’infanticidio può essere perpetrato esclusivamente dalle madri, e mai dai padri. In tutte le altre ipotesi in cui un genitore, padre o madre, uccida il proprio figlio, si parla invece di “figlicidio”, una fattispecie che nel codice penale italiano compare come circostanza aggravante dell’omicidio (articolo 577, comma 1) ed è punito con l’ergastolo.
Secondo i dati sui figlicidi più recenti, forniti a Facta dall’istituto Eures ricerche Economiche e Sociali, tra il 2017 e il 2022 i figlicidi commessi dalla madre sono 38, mentre quelli dal padre sono 78 (gli infanticidi non sono inclusi in quanto una fattispecie a sé).
Anche ampliando il periodo di riferimento si può constatare come siano i padri a commettere più figlicidi rispetto alle madri. Tra il 2000 e il 2018, sempre secondo i dati di Eures, su un totale di 472 figlicidi (180 sono vittime maggiorenni) i padri ne hanno commessi 294, mentre le madri 178.
Analizzando i dati in base all’età della vittima, si può notare come i bambini tra 0 e 1 anno vengano uccisi in maniera maggiore dalle madri (75 figlicidi contro i 9 commessi dal padre). In tutte le altre categorie di età della vittima è il padre a commettere più figlicidi rispetto alla madre.