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No, il governo Draghi non ha sostituito i contatori dell’acqua per aumentare le bollette

No, il governo Draghi non ha sostituito i contatori dell’acqua per aumentare le bollette

19 giugno 2023
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Il 15 giugno 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un video diffuso su Telegram a ottobre 2022 e che circola anche su TikTok. Secondo quanto riportato nel filmato, l’allora governo guidato da Mario Draghi avrebbe dato ordine di sostituire i contatori dell’acqua con nuovi contatori elettronici perché «vogliono gestire l’acqua in modo elettronico per potervi portare non solo la fame, ma la sete». L’intenzione di Draghi, infatti, sarebbe stata quella di «quadruplicarvi le bollette dell’acqua e potervi staccare i vostri contatori a distanza».

I contenuti all’interno del video sono infondati e veicolano una serie di notizie false.

Innanzitutto precisiamo che, come già spiegato dai colleghi di Pagella Politica in un articolo pubblicato per Agi nel 2019, in Italia le reti idriche sono di proprietà pubblica ed è vietata la loro vendita a soggetti privati, anche se la società acquirente avesse capitale interamente pubblico. In base al decreto-legge n. 112 del 2008 (art. 23-bis, comma 5), la loro gestione può essere però affidata a soggetti privati.

La sostituzione dei contatori dell’acqua in Italia, invece, è regolata dal decreto legislativo numero 73 del 14 luglio 2020. Nel momento in cui il decreto legislativo è stato approvato ed è entrato in vigore (settembre 2020), il governo era guidato da Giuseppe Conte, e non da Mario Draghi, che ha ricoperto la carica di presidente del Consiglio da febbraio 2021 a ottobre 2022. Dunque, non è stata un’iniziativa dell’ex presidente del Consiglio Draghi, come erroneamente affermato nel video oggetto della nostra analisi, bensì del governo di Giuseppe Conte su direttiva dell’Unione europea.

Il decreto in questione recepisce la direttiva europea 2018/2002 dell’11 dicembre 2018. La direttiva introduce nuove norme a tutela dei consumatori, così da rendere più trasparenti all’utente finale le informazioni di fatturazione e consumo di energia, di gas e di acqua. Il decreto legislativo, seguendo quanto riportato dalla direttiva europea, dispone che a partire dal 25 ottobre 2020 i contatori di nuova installazione dovranno essere leggibili da remoto e che, entro il 1° gennaio 2027, tutti i contatori (anche già installati) dovranno essere dotati di capacità di lettura da remoto.

Per quanto riguarda i contatori digitali leggibili da remoto, questi non sono stati introdotti per far sì che il governo possa «staccarli a distanza», o per manomettere la lettura dei consumi così che le bollette siano più costose. Innanzitutto, nella direttiva europea viene specificato che ai clienti finali debba essere garantito che i «contatori riproducano con precisione il loro consumo effettivo». I nuovi contatori, infatti, servono a rendere il rilevamento dei dati di consumo dell’acqua più facile. Ad esempio, nei contatori elettronici i valori di consumo annui vengono memorizzati in corrispondenza del giorno di riferimento e offrono più trasparenza per gli inquilini, che possono fisicamente controllare sul display dei singoli dispositivi i valori registrati. Grazie a sistemi automatici, come la trasmissione radio, è possibile leggere l’effettivo consumo di acqua da remoto e in qualsiasi momento. Il contatore d’acqua digitale smart, ad esempio, comunica in autonomia la lettura dei consumi al fornitore del servizio idrico.

Infine, precisiamo che la procedura per interrompere il servizio di fornitura dell’acqua non è così immediata, e che non è nelle competenze del governo, bensì del fornitore stesso. La delibera n.311 del 16 luglio 2019 di Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti, e ambiente, stabilisce infatti che per le singole abitazioni potrà essere tolta l’acqua solo dopo il mancato pagamento di bollette per «importi superiori al corrispettivo annuo dovuto per la fascia di consumo agevolato», ovvero 50 litri d’acqua al giorno per i quali si paga una tariffa più bassa. Inoltre, il distacco può avvenire solo dopo aver limitato il flusso d’acqua al quantitativo minimo vitale, fissato appunto a 50 litri d’acqua a persona al giorno.

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