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Imane Khelif non è stata esclusa dai prossimi mondiali di pugilato a causa di nuovi test sull’identità di genere

Imane Khelif non è stata esclusa dai prossimi mondiali di pugilato a causa di nuovi test sull’identità di genere

7 febbraio 2025
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  • A inizio febbraio è stata diffusa la notizia secondo cui Imane Khelif non avrebbe superato dei nuovi “test sull’identità di genere” e che per questo l’International Boxing Association (IBA) avrebbe annunciato la sua esclusione dai prossimi mondiali di pugilato.
  • Si tratta di una notizia presentata in maniera fuorviante.
  • L’IBA ha dichiarato a febbraio 2025 che la pugile non potrà gareggiare ai mondiali di quest’anno. Ma la decisione si basa su test controversi effettuati nel 2023.

Il 7 febbraio 2025 è stata diffusa su X la notizia secondo cui Imane Khelif, pugile algerina medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi nei pesi welter, «non supera i test sull’identità di genere» dell’International Boxing Association (IBA), motivo per cui sarebbe stata «esclusa dai Mondiali 2025 di boxe in Serbia».

La notizia è stata diffusa negli stessi giorni in Italia anche da alcuni media, come Il Messaggero, che in un articolo del 5 febbraio ha titolato: “Imane Khelif fuori dal mondiale femminile di boxe dopo i test di ‘idoneità di genere’. «Alto livello di testosterone»”. 

La notizia è però presentata in maniera fuorviante. 

I campionati mondiali di pugilato organizzati dall’IBA si terranno a Niš, in Serbia, dall’8 al 16 marzo 2025. Al momento in cui scriviamo le iscrizioni sono ancora aperte e lo saranno fino al 20 febbraio 2025. Imane Khelif non ha mai annunciato di voler partecipare alla competizione.

Fatta questa premessa, Khelif non potrà gareggiare ai mondiali di marzo 2025 perché secondo l’IBA, come spiegato in una conferenza stampa tenuta il 4 febbraio dal suo segretario generale Chris Roberts, «non soddisfa i criteri di ammissibilità» sulla base del test effettuato ai mondiali del 2023 a New Delhi, in India. 

Secondo l’articolo 4.2 del regolamento dell’IBA (pagina 17 del documento), per determinare il sesso di un pugile o di una pugile, l’associazione può condurre test di genere casuali o mirati sui pugili in collaborazione con un laboratorio selezionato. 

Imane Khelif, dunque, non è stata esclusa dai prossimi mondiali di pugilato dell’IBA a seguito di ulteriori esami eseguiti recentemente – come fatto intendere da alcuni post diffusi sui social media e da alcuni giornali italiani – ma in base ai test effettuati due anni fa. 

Come avevamo precedentemente spiegato su Facta, ai campionati del mondo del 2023 Khelif era stata squalificata poche ore prima della sfida per la medaglia d’oro contro Yang Liu perchè, aveva dichiarato all’epoca il presidente Umar Kremlev, i risultati del test del DNA dell’atleta squalificata avevano «dimostrato che aveva cromosomi XY (tipicamente maschile, ndr) e che quindi era esclusa dagli eventi sportivi». 

Oltre alle dichiarazioni dell’IBA – che è stata disconosciuta dal Comitato olimpico internazionale per motivi legati alla cattiva gestione e alla presunta corruzione – non ci sono prove del fatto che Khelif abbia «cromosomi XY» e questa informazione non compare in alcun documento ufficiale. Tra l’altro, la sola prova dei cromosomi XY sembra di per sé insufficiente a definire Imane Khelif «un uomo»: per determinare il sesso di un individuo entrano infatti in gioco anche i caratteri sessuali primari e secondari.

Stando a quanto riportato dal Comitato olimpico, invece, intervenuto in vista della partecipazione di Khelif alle Olimpiadi di Parigi, la squalifica dell’IBA era dovuta ai «suoi elevati livelli di testosterone» che «non avevano soddisfatto i criteri di ammissibilità». Inoltre, per il CIO, i test effettuati sulla pugile algerina «non sono legittimi», al pari del «processo dei test e la loro natura ad hoc».

La presenza di elevati livelli di testosterone a livello sportivo rappresenterebbe un problema perché questo ormone – presente sia negli uomini che nelle donne – è legato ad attributi fisici come la massa muscolare e la forza, e darebbe alle atlete un vantaggio che viene definito ingiusto. Questa argomentazione è stata spesso causa di discriminazione contro atlete con livelli di testosterone naturalmente elevati.

Ricordiamo che Imane Khelif ha potuto gareggiare (e vincere) alle Olimpiadi di Parigi 2024 perché il Comitato olimpico internazionale l’ha ritenuta idonea alla competizione.

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