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La cartella clinica che descrive Imane Khelif come un uomo è falsa

La cartella clinica che descrive Imane Khelif come un uomo è falsa

7 novembre 2024
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  • Un giornale francese ha pubblicato quella che definisce la “cartella clinica” di Imane Khelif, che sarebbe «senza utero» e avrebbe i testicoli.
  • Nella documentazione medica però non appare mai il nome di Imane Khelif, né la firma dei medici citati dal giornale francese.
  • Uno dei medici ha spiegato che il suo nome è stato usato per diffondere false informazioni.

Il 4 novembre 2024 è stato condiviso su X lo screenshot di un tweet di Reddux.info che riprende una parte di un articolo intitolato, in inglese, “La pugile algerina Imane Khelif ha cromosomi XY e ‘testicoli’: Un rapporto medico franco-algerino lo ammette”.

L’autore del post commenta: «Un rapporto medico francese del 2023 ottenuto da @ReduxxMag confermerebbe che Imane Khelif», medaglia d’oro di boxe alle Olimpiadi di Parigi, sarebbe «“nato maschio con testicoli interni e un microfallo” rendendolo non idoneo a competere negli sport femminili».

Imane Khelif, che alle Olimpiadi di Parigi ha vinto l’oro nella categoria pesi welter, è stata al centro di un dibattito internazionale che l’ha falsamente accusata di essere una donna trans e di non avere il diritto di gareggiare nelle competizioni femminili.

Ma la notizia diffusa sul suo conto è falsa. 

L’articolo di Reddux.info, pubblicato il 4 novembre 2024, come fonte di quanto riportato cita il «giornalista francese Djaffar Ait Aoudia», che a metà ottobre avrebbe ottenuto una copia dell’esame fisico approfondito condotto su Imane Khelif per verificare la presenza di un disturbo dello sviluppo sessuale.

Il 25 ottobre Djaffar Ait Aoudia ha scritto un articolo su Le Correspondant in cui spiegava di aver visionato la cartella clinica della pugile algerina. Le Correspondant è un giornale francese fondato proprio da Djaffar Ait Aoudia (stando al suo profilo LinkedIn, è la sua unica esperienza lavorativa); non tutti i giornalisti (o presunti tali) citati nella sezione “redazione” lavorano però per la testata. Ad esempio Cécile Debarge ha confermato a Facta di non aver mai fatto parte della redazione, e di non aver mai avuto collaborato con Le Correspondant. 

Nel suo articolo Ait Aoudia scrive di aver ottenuto la cartella di Imane Khelif dall’ospedale Kremlin Bicètre, di Parigi, e dall’ospedale Mohamed Lamine Debaghine di Algeri. Due endocrinologi degli ospedali, Soumaya Fedala e Jacques Young, nel 2023 avrebbero redatto un rapporto in cui si attesta che Khelif presenterebbe «un’anomalia genetica che porta ad una disfunzione metabolica del testosterone e del deidroepiandrosterone», che «colpisce soprattutto i maschi, nei quali impedisce lo sviluppo degli organi sessuali». Per questo, Khelif «mostra un’assenza di utero, testicoli e un micropene a forma di “clitoride”». 

Nell’articolo sono riportati anche alcuni stralci del presunto rapporto, la cui autenticità è però dubbia. Innanzitutto, nel documento mostrato non compare mai il nome di Khelif: anche se fosse una vera cartella clinica, non è detto che appartenga alla pugile algerina. 

Non compaiono nemmeno le firme dei due endocrinologi citati. Il documento è infatti stato tagliato proprio nella sezione in cui dovrebbe comparire la firma del medico. 

Screenshot dell’articolo pubblicato da Le Correspondant. La sezione in cui dovrebbero comparire le firme degli endocrinologi è tagliata.

Jacques Young, l’endocrinologo che sarebbe stato coautore della valutazione, ha dichiarato a DW che il suo nome è stato usato per diffondere informazioni false e un’agenda anti-trans.

Per ulteriori chiarimenti, la redazione di Facta ha contattato l’ospedale Kremlin Bicètre, che avrebbe consegnato il rapporto medico a Djaffar Ait Aoudia. L’ospedale ha però spiegato di non fornire «alcuna informazione relativa al segreto medico e, in particolare, non specifica se una persona è stata visitata o meno». Dunque, è improbabile che abbia rilasciato il certificato di una paziente a un giornalista che ne ha fatto richiesta.

Imane Khelif, al momento in cui scriviamo, non ha rilasciato alcuna testimonianza sulla vicenda. Il Comitato olimpico internazionale (CIO) ha però dichiarato a varie testate che la pugile sta presentando azioni legali in seguito alla notizia che la definisce «un uomo», diffusa da «documenti non verificati la cui origine non può essere confermata».

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