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Non è vero che una donna inglese è stata condannata per un semplice post su X

Non è vero che una donna inglese è stata condannata per un semplice post su X

8 aprile 2025
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  • Circola su Facebook la notizia che una donna inglese di nome di Lucy Connolly sarebbe stata condannata a 31 mesi di carcere per un post in cui sfogava la sua rabbia contro gli immigrati per l’uccisione di tre bambine a Southport.
  • È un’informazione presentata in maniera fuorviante.
  • La donna è stata condannata per aver fomentato odio razziale con un suo post pubblicato su X. La stessa Connolly si è riconosciuta colpevole di un simile reato.

Il 6 aprile 2025 è stato pubblicato un post su Facebook in cui si afferma che una donna inglese «madre di una bimba piccola» sarebbe stata «condannata a due anni e mezzo di reclusione, senza possibilità di cauzione, per un post pubblicato per due ore su X e poi cancellato» in cui «sfogava la sua rabbia per l’uccisione di tre bambine britanniche da parte di immigrati». 

Nel post è presente anche una foto di una donna e un testo in inglese in cui viene riportata la stessa presunta notizia con l’indicazione del nome e cognome della donna coinvolta: «Lucy Connolly». Viene citata anche la fonte di questa informazione: l’account X «@amuse».

Il contenuto è presentato in maniera fuorviante, e non permette di capire cosa è accaduto realmente.

L’account @amuse ha pubblicato la notizia fuorviante su X il 5 aprile 2025. Come ricostruito da un’analisi dei fact-checker statunitensi di PolitiFact, questo profilo è noto per diffondere propaganda di destra e disinformazione in inglese su svariati argomenti, come false accuse contro esponenti del Partito Democratico statunitense.

Il 29 luglio 2024, Axel Rudakubana, un 17enne inglese nato a Cardiff (nel Galles) da genitori ruandesi ha ucciso con un coltello tre bambine durante un evento di yoga e danza nella cittadina inglese di Southport. Non è dunque vero che, come si legge nel post in analisi, le tre bambine a Southport sono state uccise «da immigrati».

Dopo la notizia di questo crimine si sono verificate in diverse parti del Regno Unito proteste e violenze anti-immigrati, animate dall’estrema destra e alimentate dalla disinformazione xenofoba, con diversi hotel che ospitavano richiedenti asilo dati alle fiamme.

Lo stesso giorno Lucy Connolly, commentando la strage sul suo account X da 10mila follower, aveva pubblicato un post in cui chiedeva che le strutture alberghiere che ospitavano richiedenti asilo venissero incendiati. Nel post social, la donna aveva chiesto anche «un’espulsione di massa immediata», aggiungendo: «Se questo mi rende razzista, così sia». Il post era stato successivamente cancellato.

Lo scorso 17 ottobre, Connolly è stata condannata a 31 mesi di carcere per aver fomentato odio razziale con quel suo post. Il giudice ha ordinato che la donna debba scontare il 40 per cento della sua condanna in carcere prima di essere rilasciata in libertà vigilata.

La polizia ha stabilito che il post incriminato era rimasto disponibile per almeno tre ore e mezza prima della cancellazione, ottenendo oltre 300mila visualizzazioni. La stessa donna si è dichiarata colpevole di aver scritto un post sui social media con l’intento di incitare all’odio razziale.

Frank Ferguson, capo della divisione speciale per i crimini e l’antiterrorismo del Crown Prosecution Service (CPS, un’istituzione pubblica che persegue i casi penali in Inghilterra e in Galles), ha dichiarato al riguardo: «Non è un reato avere forti o diverse opinioni politiche, ma è un reato incitare all’odio razziale, ed è ciò che Connolly ha ammesso di aver fatto».

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