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Non è vero che in Spagna bisognerà pagare 5 euro per gettare la spazzatura

Non è vero che in Spagna bisognerà pagare 5 euro per gettare la spazzatura

31 dicembre 2024
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  • Su X si è diffusa la notizia che in Spagna per aprire i cassonetti dei rifiuti organici serva una tessera e che per utilizzarli sia necessario pagare 5 euro.
  • In alcuni comuni spagnoli occorre effettivamente una tessera, che può costare 50 centesimi, per poter usufruire del servizio.
  • Non è vero, invece, che bisogna anche pagare 5 euro per aprire i cassonetti.

Il 29 dicembre 2024 è stato pubblicato su X un filmato in cui una persona tenta invano di aprire un cassonetto dell’immondizia, mentre spiega (in spagnolo) che può essere aperto solamente «con la carta», come imposto dall’«Agenda 2030». Chi ha condiviso il video ha precisato che «in Spagna per buttare i rifiuti organici bisogna strisciare la tessera e pagare 5 € e dopo si può aprire il cestino». 

Il post diffonde una notizia imprecisa.

Come si può notare dalla scritta e dal logo sui cassonetti inquadrati, il filmato è stato registrato a Vigo, una città sulla costa nord-occidentale della Spagna.

A gennaio 2020 il comune spagnolo ha introdotto (inizialmente in forma sperimentale) nuovi contenitori speciali per alcuni tipi di rifiuti organici (tutto ciò che può essere trasformato in compost) così da dare loro una seconda vita e renderli un fertilizzante naturale da utilizzare in agricoltura e nel giardinaggio, si legge sul sito del comune di Vigo.

Riconoscibili dal coperchio marrone, i nuovi contenitori chiamatiform” (da “frazione organica dei rifiuti urbani”) si possono effettivamente aprire esclusivamente con la carta “PassVigo”, una tessera identificativa da appoggiare sull’apposito lettore posto nella parte superiore destra del contenitore. La carta può essere richiesta da ogni cittadino tramite un apposito modulo e, oltre che per aprire i contenitori “form”, può essere utilizzata, tra le altre cose, per il pagamento del servizio di trasporto comunale e dei parcheggi e per prendere in prestito i libri nelle biblioteche comunali. La tessera ha un costo di circa 50 centesimi; oltre a questo costo iniziale, il cittadino non deve pagare altre somme per aprire il cassonetto dei rifiuti organici che possono diventare compost. Tutti gli altri rifiuti organici, o anche quelli destinati al compost nel caso in cui non fossero presenti i cassonetti form, vengono invece gettati nei cassonetti per la nettezza urbana. 

Cassonetti simili sono stati adottati anche da altre città spagnole, ad esempio Girona, Siviglia e Burgos. Come spiegato dai colleghi spagnoli di Maldita, uno dei motivi per cui questi contenitori stanno diventando sempre più comuni è la direttiva europea 2018/851, che modifica la precedente normativa sui rifiuti e fissa nuovi obiettivi per lo sviluppo sostenibile, proponendo che il 55 per cento dei rifiuti urbani venga riciclato entro il 2025 e il 65 per cento entro il 2035. Tra le misure proposte dal Parlamento europeo per raggiungere questi obiettivi, agli Stati membri viene suggerito di garantire che i rifiuti organici siano adeguatamente separati e riciclati. Un obiettivo che è stato introdotto anche nella legislazione spagnola attraverso la legge 7/2022 (l’iniziativa del comune di Vigo è precedente) , sui rifiuti e sui suoli contaminati per un’economia circolare e la Piano di gestione dei rifiuti della Navarra (una regione nel nord della Spagna, ndr) 2017-2027.

Contattato da Maldita, il Comune di Vigo ha spiegato che l’installazione di questi cassonetti elettronici «garantisce il loro corretto utilizzo», aspetto fondamentale per il trattamento dei rifiuti organici. «L’accesso limitato, come già dimostrato da due decenni, riduce la produzione di rifiuti provenienti da altri rifiuti grazie alla consapevolezza dei suoi utenti», ha concluso l’amministrazione spagnola.

Per quanto riguarda l’Agenda 2030 nominata nel post social, questa è il piano delle Nazioni unite per lo sviluppo sostenibile sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi. ​​Il documento è composto da 17 punti programmatici e si pone il 2030 come orizzonte temporale per raggiungere determinati obiettivi legati alla qualità della vita umana e alla sostenibilità ambientale. Nonostante non abbia forza di legge e si basi su di un meccanismo volontario, l’Agenda 30 è diventata – come abbiamo spiegato su Facta – l’ultima evoluzione di paranoie decennali su presunti «governi unici mondiali» che vorrebbero instaurare un «totalitarismo socialista», togliere la sovranità agli stati-nazione o addirittura sterminare la popolazione.

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