Il 28 luglio 2022 su Facebook è stato pubblicato uno screenshot di un testo in italiano in cui si afferma che il World economic forum (Wef) avrebbe pubblicato «un documento che chiede lo stop allo spreco del possesso delle auto private».
Nello stesso screenshot compare anche un titolo in lingua inglese, che confermerebbe questa presunta notizia: “World Economic Forum calls to end ‘Wasteful’ private car ownership” (in italiano, “Il World Economic Forum chiede di porre fine alla dispendiosa proprietà di auto private”).
Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa. Andiamo con ordine.
L’articolo in inglese citato nel post oggetto di analisi è stato pubblicato il 23 luglio 2022 dal sito Alt news network. Secondo l’articolo, il Wef ha pubblicato un documento in cui si chiede la fine della «dispendiosa» proprietà di auto private. Il testo prosegue con la domanda rivolta ai lettori se lasceranno che un gruppo di «uomini ricchi» decidano per loro ciò che possono e non possono possedere.
Tuttavia, il documento in questione, pubblicato dal Wef il 18 luglio 2022, non contiene mai la parola «Wasteful», citato invece nell’articolo tra virgolette come se fosse parte integrante del report del World economic forum, e in nessun passaggio sostiene che la proprietà di auto private dovrebbe essere eliminata.
Il documento del Wef, intitolato “3 circular economy approaches to reduce demand for critical metals” (in italiano, “3 approcci di economia circolare per ridurre la domanda di metalli essenziali”), spiega invece che il passaggio dai combustibili fossili alle energie rinnovabili richiederà una quantità enorme di metalli essenziali, come il cobalto, il litio, il nichel, e che per questo sarà necessario, per ridurre la loro domanda, «aumentare la condivisione, il riutilizzo e la preferenza per la longevità».
Nel report, tra i tre consigli elencati, viene suggerito di passare «dal possedere all’usare», riferendosi per esempio all’auto. Il Wef scrive infatti che in media la propria auto o il proprio furgone in Inghilterra viene guidato solo il 4 per cento del tempo. Per questo motivo, il documento afferma «che una maggiore condivisione può ridurre la proprietà delle apparecchiature inattive e quindi l’utilizzo dei materiali», citando come modello utile a questo scopo quello delle piattaforme di car sharing che offrono veicoli dove si paga per il tempo utilizzato.
Contattato dai colleghi di Reuters, Trevor Chueu, responsabile delle relazioni con i media e degli affari pubblici del Wef, ha spiegato che l’obiettivo dell’organizzazione è quello «di incoraggiare un cambiamento di mentalità e non necessariamente di approvare né vietare» qualcosa.