A 19 anni dal crollo delle Torri gemelle c’è ancora chi mette in dubbio la ricostruzione ufficiale dell’evento. Secondo i documenti ufficiali si è trattato di un attacco terroristico: il crollo dei due grattacieli è direttamente associato all’impatto degli aerei, dirottati da terroristi islamici legati ad Al Qaeda, e ai successivi incendi che si sono sviluppati all’interno delle torri.
Sono però molti, ancora oggi, coloro che ritengono che le cose non siano andate così.
Proprio l’11 settembre 2019 una pagina Facebook italiana interamente dedicata alla questione, ha parlato (e allude allo stesso tema ancora oggi, qui e qui ad esempio) del crollo delle Torri gemelle come del «più grande e terribile inganno globale della storia moderna». Non è un caso unico. Negli anni numerose bufale e teorie del complotto si sono susseguite, creando spesso dibattiti e trovando seguito soprattutto sul Web.
Per fare una volta per tutte chiarezza, abbiamo qui raccolto alcune bufale sul crollo delle Torri gemelle che, negli ultimi 18 anni, sono state tra le più diffuse.
Alcune anticipazioni: no, anche se lo sostiene Donald Trump, nel New Jersey non hanno festeggiato. No, non c’entra niente la profezia di Nostradamus. No, nessun turista si è fatto scattare una foto poco prima dell’attentato. No, non c’è stata nessuna operazione segreta della CIA per far crollare le torri. Sì, c’erano ebrei nelle torri. Sì, il Pentagono è stato colpito da un aereo.
Trump e il New Jersey in festa
Il 20 novembre 2015 Donald Trump – non ancora presidente degli Stati Uniti – in occasione di un comizio in Alabama aveva dichiarato che l’11 settembre 2001 in New Jersey migliaia di persone avevano festeggiato per il crollo delle Torri gemelle. Si tratta di una notizia è falsa.
Come ha evidenziato la Cnn il 24 novembre 2015, non ci sono prove che testimoniano quanto riportato dall’allora candidato repubblicano. Nessun giornalista o emittente televisiva è stato in grado di recuperare video o immagini in grado di confermare quanto sostenuto da Trump. La notizia è stata inoltre smentita anche dal sindaco di Jersey City e dal responsabile della polizia di Paterson (capoluogo della Contea di Passaic nello Stato del New Jersey).
No, nessuna profezia di Nostradamus
Alcuni hanno associato il crollo delle Torri gemelle alla profezia di Nostradamus (qui un video), astrologo e scrittore francese vissuto all’inizio del XVI secolo.
Dei versi a lui attribuiti recitano: «Nella città di Dio ci sarà un grande tuono, due fratelli verranno straziati dal caos. Mentre la fortezza regge, i grandi capi soccomberanno. La terza grande guerra inizierà mentre la città brucerà». I «due fratelli» sarebbero le Torri gemelle, «la fortezza» il Pentagono» e la «città di Dio» New York. Il testo è datato al 1654.
Peccato che questi versi non siano di Nostradamus che, tra l’altro, è morto nel 1566.
Il testo è stato inventato nel 1997 da uno studente della Brock University (Ontario) e inserito in un saggio che aveva come finalità proprio quella di dimostrare che qualsiasi profezia formulata in modo abbastanza vago trova poi modo di essere associata ad un dato evento.
Un turista in posa durante l’impatto
Sul Web è anche circolata la presunta immagine di un turista immortalato in cima ad una delle due torri poco prima di essere colpite dall’attacco. Nell’immagine è ben visibile uno dei due aerei.
Si tratta di un fotomontaggio. Come spiegato da Paolo Attivissimo sul suo blog il Disinformatico, è lo stesso autore ad averlo dichiarato.
È in qualsiasi caso semplice rendersi conto che si tratta di un’immagine modificata grazie ad alcuni dettagli quali, ad esempio, la data riportata sull’immagine e l’aereo sono stati aggiunti successivamente con degli espedienti digitali: la qualità è nettamente diversa rispetto al resto dell’immagine.
Come poi osservato dai colleghi di Snopes, l’11 settembre 2001 era una giornata calda mentre l’abbigliamento del soggetto in foto è adatto ad un clima invernale. L’aereo è raffigurato come se provenisse da nord, diretto dunque a colpire la torre nord che era però chiusa al pubblico. In qualsiasi caso, gli orari di visita erano dalle 9:30 alle 21:30: dal momento che l’impatto sulla torre nord è avuto alle 8:46, nessuno dei due edifici era accessibile al pubblico. Inoltre, il modello dell’aereo era un Boeing 767 mentre quello in foto è un Boeing 757.
Agente CIA che in punto di morte confessa un’operazione segreta
Nel 2018 è tornata a circolare una notizia (già diffusa nel 2017) secondo cui un agente della CIA in grave condizioni avrebbe confessato di aver partecipato per conto dell’agenzia ad un’operazione di demolizione controllata del World Trade Center 7 (edificio che si trovava accanto alle Torri gemelle) l’11 settembre 2001.
Come hanno chiarito al tempo i colleghi fact-checker di Snopes, il sito che aveva messo in circolo la notizia (YourNewsWire) era notoriamente noto per essere un sito di disinformazione.
Ricordiamo poi che la teoria cospirazionista secondo cui il WTC7 è stato abbattuto con una demolizione controllata segreta è stata ampiamente smentita. Le prove hanno dimostrano che è stato il fuoco il principale responsabile del crollo dell’edificio.
Migliaia di ebrei sapevano tutto
Tra le teorie del complotto più diffuse su quanto accaduto l’11 settembre 2001 c’è anche quella che vede un’operazione organizzata dai servizi segreti israeliani. Ad alimentare questa notizia è stata la diffusione della storia secondo cui il giorno della strage circa 4 mila dipendenti di origine israeliana non si fossero recati a World Trade Center.
Come ha evidenziato anche Snopes, si tratta di una notizia falsa. Responsabile della circolazione è stata l’emittente televisiva libanese Al-Manar, nota per le sue posizioni anti-semite e anti-sioniste.
Come ha riportato la Bbc nel suo documentario “The Conspiracy Files”, delle 2.749 vittime degli attacchi al World Trade Center, 2.071 erano all’interno degli edifici. Di queste, 119 erano sicuramente ebree mentre per 72 non si ha l’assoluta certezza. In totale, quindi, gli ebrei sarebbero più del 9 per cento delle vittime degli attentati. Questa cifra è in linea con la percentuale di popolazione pendolare di origine ebrea che al tempo raggiungeva quotidianamente New York (9,7 per cento).
Niente droni o missili al Pentagono
Tra le 8:51 e le 8:54 della mattina dell’11 settembre 2001 un altro aereo è stato dirottato e ha colpito il Pentagono. Si è trattato del volo 77 dell’American Airlines che, in seguito all’impatto, ha causato la morte di tutti i passeggeri a bordo e di 125 tra civili e militari a terra. C’è chi, però, ritiene che non sia mai successo poiché ci sarebbero troppi pochi rottami visibili e l’impatto avrebbe causato un buco troppo piccolo. Secondo le teorie cospirazioniste si tratterebbe di un drone o di un missile telecomandato.
Non è così.
Come spiegato dalla Bbc, la fusoliera del velivolo – e, quindi, la sua “lunghezza” – che era larga 12 piedi (circa 3,6 metri) ha perforato l’edificio mentre i due motori e le ali si sono rotti durante l’impatto.
A vantaggio di questa tesi, oltre alla testimonianza dei presenti sopravvissuti, ci sono anche delle immagini condivise dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che mostrano frammenti di rottami dell’aereo e il ritrovamento della scatola nera del velivolo in prossimità del luogo dell’impatto.
Inoltre, alcuni ingegneri e scienziati della Purdue University (Indiana) hanno ricreato un modello computerizzato che ha inscenato nuovamente l’incidente. Secondo la loro simulazione, è stato lo scoppio del carburante a causare il danno maggiore all’interno del Pentagono.