Logo
Questo articolo ha più di 24 mesi

La lista virale con i guai giudiziari del nuovo governo Meloni non è del tutto vera

Contiene indagini, processi e conflitti d’interesse, ma di vero c’è ben poco

26 ottobre 2022
Condividi

Il 24 ottobre 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare un post pubblicato il giorno stesso su Facebook, contenente una lista di ministri del neonato governo Meloni e alcuni procedimenti giudiziari a carico loro o di alcuni stretti familiari.  La stessa lista è stata segnalata alla redazione di Facta anche su Twitter e descrive ironicamente il nuovo esecutivo come «un governo di alto livello».

Tra i 13 nominativi dei ministri da poco incaricati spiccherebbero quelli del ministro della Difesa Guido Crosetto, che avrebbe millantato una finta laurea e possiederebbe «un’azienda che produce armi», oppure quello del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che sarebbe «indagato per il digitale nelle università».

Nonostante la lista non sia particolarmente prodiga di dettagli, il post è diventato in breve tempo virale e, pur contenendo alcune informazioni corrette, mette insieme anche numerose affermazioni prive di fondamento. Andiamo con ordine e analizziamole.

Giorgetti (Mef) e la pena per truffa della moglie

Il primo punto della lista è dedicato al nuovo ministro dell’Economia e delle Finanze (Mef) Giancarlo Giorgetti e in particolare a sua moglie, che insieme a un socio sarebbe stata condannata per truffa.

Il post fa riferimento a una vicenda giudiziaria risalente al 2008, quando Laura Ferrari, moglie di  Giorgetti, patteggiò una pena a 2 mesi e 10 giorni di reclusione per truffa a enti pubblici. In quella circostanza, Ferrari fu accusata di aver gonfiato il numero di allievi iscritti ad alcuni corsi di equitazione per ottenere fondi europei. Oltre a quello di Ferrari, il giudice per le indagini preliminari accolse anche il patteggiamento a 10 mesi di reclusione di Maurizio Turoli, il «socio» della donna di cui parla la lista che stiamo verificando.

Il patteggiamento è un accordo tra accusa e difesa che consente di saltare il dibattimento e richiedere al giudice una pena detentiva ridotta di un terzo, quando questa non superi i cinque anni. Giancarlo Giorgetti non è stato in alcun modo coinvolto nel procedimento giudiziario.

Le posizioni di Tajani (Esteri): reddito di cittadinanza e finanziamento pubblico per i partiti

Il neoministro degli Esteri Antonio Tajani, come sostenuto nel contenuto che stiamo analizzando, è stato uno dei critici più attivi del reddito di cittadinanza, misura di sostegno al reddito destinata ai nuclei familiari con un valore Isee inferiore a 9.360 euro. Tajani ha chiesto a più riprese di riformare lo strumento introdotto nel 2019, arrivando talvolta a chiederne direttamente l’abolizione.

Come poi correttamente riporta il post oggetto della nostra verifica, nel 2019 l’ex presidente del Parlamento europeo ha apertamente sostenuto la possibilità di reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti, abolito nel 2014 dall’allora governo Letta.

In questo caso, dunque, le informazioni riportate sono corrette ma vale la pena precisare che si tratta di casi di posizioni politiche e che in quanto tali non possono essere oggetto di fact-checking.

Crosetto (Difesa): la finta laurea e i suoi ruoli aziendali

Secondo il post oggetto della nostra verifica, il ministro della Difesa Guido Crosetto avrebbe millantato una «finta laurea», quando invece si sarebbe «solo diplomato», e avrebbe inoltre «un’azienda che produce ARMI». Tale affermazione è vera solo in parte.

Nel 2013 il sito web Lo Spiffero rivelò che Crosetto si fosse in più circostanze dichiarato in possesso di una laurea in Economia e Commercio mai realmente conseguita presso l’università di Torino, ma comunque riportata sulla sua biografia istituzionale da deputato (oggi l’informazione non è più disponibile). A distanza di poche ore dalla rivelazione, Crosetto ammise di aver millantato il titolo privatamente, ma aggiunse di non riuscire a spiegarsi come questo potesse essere finito sulla sua biografia ufficiale.

Veniamo ora al presunto conflitto d’interessi. Il post fa riferimento alla carica, ricoperta da Crosetto fino a poco tempo fa, di presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad), un’associazione di Confindustria che raggruppa circa 200 aziende impegnate nella produzione di sistemi satellitari e armi. Tale carica aveva spinto Crosetto ad abbandonare la politica in ben due occasioni, nel 2014 e nel 2018. Nel 2020, Crosetto è stato inoltre nominato alla presidenza di Orizzonte sistemi navali, un progetto a partecipazione pubblica per la realizzazione di nuove tecnologie legate alle armi e alle navi militari.

Il 21 ottobre 2022, poco prima di essere nominato ministro della Difesa, Crosetto ha annunciato su Twitter di essersi dimesso da «amministratore, di ogni società privata (non ne ricopro di pubbliche) che (legittimamente) occupavo» e di aver intenzione di procedere alla liquidazione o alla vendita delle attività di famiglia, tra le quali un bed and breakfast e un’azienda di macchine agricole.

Il nuovo ministro dell’Interno c’entra con il caso Diciotti?

Il successivo punto della lista riguarda Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto del ministro dell’Interno Matteo Salvini durante il primo governo Conte e nuovo inquilino del Viminale. Secondo il post oggetto della verifica, Piantedosi sarebbe «indagato sulla Diciotti».

Il riferimento è alla nave Ubaldo Diciotti della guardia costiera italiana, che il 16 agosto 2018 aveva soccorso 190 persone nelle acque internazionali al largo dell’isola di Malta. Nonostante le leggi internazionali prevedano che le persone soccorse debbano essere portate al sicuro nel minor tempo possibile, il governo italiano non concesse l’autorizzazione allo sbarco, impedendo alle persone salvate di lasciare la nave fino al 26 agosto.

Per tale condotta, la procura di Agrigento aveva iscritto sul registro degli indagati Matteo Salvini e il suo capo di gabinetto al Viminale, Matteo Piantedosi, al quale erano stati contestati i reati di sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio. La posizione di Piantedosi è stata tuttavia archiviata e ciò significa che il suo nome è uscito dalla lista degli indagati. Dopo il rinvio a giudizio di Matteo Salvini, l’ex prefetto è diventato uno dei testimoni nel processo penale.

Fitto (Affari europei): è stato assolto dal reato di corruzione?
La lista di cui si stiamo occupando dedica ampio spazio al ministro degli Affari europei Raffaele Fitto, che sarebbe ​​stato «condannato nel 2013 in primo grado a quattro anni di reclusione e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per corruzione, abuso d’ufficio e  illecito finanziamento ai partiti», nonostante la sentenza definitiva non sia «mai arrivata per prescrizione». Nel 2021, inoltre, Fitto sarebbe stato «condannato a risarcire circa 500 mila euro alla regione Puglia di cui è stato governatore dal 2000 al 2005 e condannato per falso ideologico, nell’ambito del “caso Rsa” per avere incassato una tangente da parte dell’imprenditore Angelucci».

Dunque: nel 2013 Raffaele Fitto è stato effettivamente condannato in primo grado a 4 anni di carcere per aver incassato una tangente di 500 mila euro dall’imprenditore romano Giampaolo Angelucci, ma nel 2016 è stato assolto in secondo grado dalla corte d’appello di Bari. Nel 2017 la Cassazione ha confermato l’assoluzione dal reato di corruzione, ma ha rinviato Fitto a giudizio per il reato di falso ideologico, che è infine stato prescritto.

A non essere finito in prescrizione è stato tuttavia il processo civile, collegato a quello penale, che oppone Fitto alla regione Puglia e che in secondo grado è terminato con la condanna del politico pugliese al risarcimento di circa 500 mila euro. La vicenda giudiziaria è oggi pendente in Cassazione.

Urso (Sviluppo economico) e gli aerei iraniani: nessuna condanna penale

Secondo il post oggetto di verifica, il neo-nominato ministro dello Sviluppo economico Adolfo Urso era «in rapporti con un fornitore di velivoli in Iran e Libia, condannato grazie ai Servizi segreti».

L’informazione fa riferimento a un articolo pubblicato nel 2021 dal settimanale l’Espresso che svelava i rapporti commerciali tra Urso, fino al giugno del 2018 rappresentante legale della società di consulenza Italy world services, e una società finita sotto inchiesta per traffico di materiale esportabile solo con specifiche autorizzazioni ministeriali, verso l’Iran e la Libia.

Tale rapporto non è penalmente rilevante, ma il caso fece al tempo discutere per il ruolo di presidente del Copasir (comitato di controllo dei servizi segreti italiani) che Urso avrebbe di lì a breve assunto.

Lollobrigida (Politiche agricole): il cognato di Meloni e l’inchiesta per corruzione
Il nuovo ministro delle Politiche agricole è Francesco Lollobrigida e, come correttamente evidenziato dal post, è il marito di Arianna Meloni, sorella della neo presidente del Consiglio. Come hanno spiegato i colleghi di Pagella Politica, è la prima volta nella storia repubblicana che due parenti coesistono all’interno di un esecutivo.

Secondo il testo del contenuto che stiamo analizzando, Lollobrigida sarebbe «indagato per corruzione». La vicenda giudiziaria risale a quando Lollobrigida e Arianna Meloni finirono nell’inchiesta per corruzione che ruotava attorno al costruttore Paolo Marziali. La posizione dei due coniugi è stata tuttavia archiviata, come ha chiarito l’avvocato Urbano del Balzo.

Pichetto Fratin (Transizione ecologica) è stato assolto per il fallimento di Novaceta

Il punto successivo dell’elenco di informazioni giudiziarie riguarda il nuovo ministro della Transizione ecologica Gilberto Pichetto Fratin, descritto come «Indagato per fallimento Novaceta».

Novaceta è stata un’azienda chimico-tessile con sede a Magenta, in provincia di Milano, fallita nel 2010 dopo 59 anni di attività. Le indagini sulla bancarotta avviate dalla procura di Milano portarono nel dicembre 2013 all’iscrizione nel registro degli indagati di 22 persone, tra le quali anche l’allora vicepresidente della regione Piemonte Pichetto Fratin, che nel 2005 era stato brevemente nel consiglio d’amministrazione dell’azienda.

Il processo sul crac di Novaceta si è concluso nel 2019 con 17 condanne, tra le quali non figura il nome di Gilberto Pichetto Fratin. Nel settembre del 2022, la sentenza d’appello ha escluso la condotta della bancarotta fraudolenta, assolvendo alcuni degli imputati principali.

No, il marito di Calderone (Lavoro) non è più nel Cda di Inps

Il post oggetto della nostra verifica sottolinea un presunto conflitto d’interesse della nuova ministra del Lavoro Marina Calderone, il cui marito farebbe parte del consiglio d’amministrazione di Inps, l’ente nazionale previdenza sociale.

Il riferimento è a Rosario De Luca, che a partire dal 2020 ha fatto parte del consiglio d’amministrazione di Inps. Il 21 ottobre 2022, tuttavia, De Luca ha rassegnato le dimissioni dal Cda dell’ente previdenziale, specificando che la scelta è avvenuta non «per motivi di incompatibilità, o di altri impedimenti legali», ma perché «in questo momento ritengo sia opportuno lasciare spazio all’impegno di altri».

Notizia vecchia: Valditara (Istruzione) e l’informatica negli atenei italiani

La lista in analisi dedica un passaggio al nuovo ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che secondo l’autore sarebbe «indagato per il digitale nelle università».

La vicenda giudiziaria risale al 2020, quando il pm contabile Massimo Lasalvia aveva indagato Valditara e altri dirigenti del ministero dell’Università e della ricerca (Miur), che attraverso condotte «gravemente colpose» avrebbero omesso di vigilare su alcuni finanziamenti destinati al consorzio Cineca, titolare dei servizi di gestione informatica degli atenei italiani.

Nel 2021 i pubblici ministeri hanno archiviato in via preliminare la posizione di Valditara, ritenendo i suoi comportamenti conformi all’imparzialità della pubblica amministrazione. Per questo motivo il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara non è più coinvolto nell’indagine.

Bernini (Università) e la storia del barone pugliese

È poi il turno di Anna Maria Bernini, nuova ministra dell’Università e della ricerca. Secondo l’autore della lista, Bernini sarebbe «indagata per concorsi universitari truccati».

La vicenda giudiziaria risale al 2013, quando la politica finì in un’inchiesta della procura di Bari con l’accusa di aver beneficiato delle pressioni di un barone per farle vincere un concorso pubblico.

Una ricerca negli archivi Ansa e in altre fonti pubbliche non ha rintracciato alcuna ulteriore evoluzione dell’indagine nei confronti di Bernini. Per questo motivo, non risulta chiaro se la neo ministra risulti ancora indagata o se invece la sua posizione sia stata archiviata o se il reato contestato sia andato in prescrizione.

Notizia vera: Santanchè è indagata per reati fiscali

L’ultimo punto della lista riguarda Daniela Santanchè, scelta come nuova ministra del Turismo, che sarebbe «indagata per reati fiscali».

La notizia è vera e risale al febbraio 2022, quando la procura di Milano ha chiuso un’inchiesta a carico della rappresentante di Fratelli d’Italia e dell’ex marito Giovanni Canio Mazzaro. Secondo l’ipotesi della procura, Santanchè avrebbe aiutato Canio Mazzaro a nascondere al fisco un’imbarcazione da circa 400 mila euro.

Con la notifica dell’avviso di chiusura delle indagini, i due indagati potranno presentare memorie e farsi interrogare per far valere la propria tesi difensiva. Successivamente, starà alla procura decidere se portare avanti le accuse e chiedere il rinvio a giudizio oppure archiviare il caso. Ricordiamo comunque che, in questo caso come negli altri, in base alla Costituzione italiana si viene considerati innocenti fino a condanna definitiva.

In conclusione

La lista, diventata virale sui social network e riguardante i presunti guai giudiziari del neonato governo Meloni contiene, complessivamente, undici affermazioni sottoponibili al fact-checking e, tra queste, solo una è completamente vera. Parliamo di quella che riguarda la ministra del Turismo Daniela Santanchè, attualmente indagata per reati fiscali.

Le altre dieci affermazioni riguardano perlopiù vecchie indagini giunte a conclusione senza condanne o rinvii a giudizio: è il caso del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto, il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e quello dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Ci sono poi alcuni potenziali conflitti d’interesse risolti (Crosetto e Calderone) e alcuni riferimenti imprecisi (Giorgetti, Urso).

In definitiva, la lista contiene numerose affermazioni non vere e non è dunque considerabile una fonte affidabile sulle vicende giudiziarie degli esponenti del governo Meloni.

Potrebbero interessarti
Segnala su Whatsapp