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Gli ambientalisti di Extinction Rebellion non hanno causato una morìa di pesci in Francia

La sostanza colorante usata dai militanti ecologisti non è nociva

20 settembre 2023
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A partire dal 18 settembre 2023 alcune testate giornalistiche nazionali e internazionali hanno riportato la notizia di una morìa di pesci nei canali di Colmar, in Alsazia (Francia), riconducendo il fenomeno a un’azione di Extinction Rebellion Strasbourg. Sabato 16 settembre il gruppo ecologista aveva riversato nei canali della città una sostanza che ha colorato l’acqua di verde fluo per protestare contro StocaMine, un progetto del governo francese che punta a interrare 42 mila tonnellate di rifiuti tossici, come amianto e arsenico.

Il gruppo ecologista è stato dunque accusato di aver rilasciato nell’acqua una sostanza letale, avvelenando i pesci del canale. Ci sono, però, diversi i fattori che mettono in dubbio questo collegamento.

L’azione di Extinction Rebellion
Nell’ex miniera di potassio di Wittelsheim, nella regione dell’Alsazia, nelle prossime settimane saranno interrati rifiuti tossici, come richiesto dal ministro francese della Transizione ecologica, Christophe Béchu. La preoccupazione della popolazione locale e dei gruppi ecologisti, tra cui Extinction Rebellion, riguarda la potabilità dell’acqua. I rifiuti, infatti, verrebbero depositati sotto la più grande falda freatica d’Europa, che fornisce acqua potabile a sette milioni di abitanti dell’Alsazia.

Per «mettere in guardia sui rischi di un futuro disastro ecologico», gli attivisti hanno riversato una tintura verde nelle acque del Lauch, il fiume che bagna la città di Colmar, come hanno spiegato in un comunicato stampa, in francese, del 18 settembre.

Il giorno dopo, il sindaco della città Eric Straumann ha denunciato sul proprio account Facebook la protesta degli attivisti, accusandoli di aver causato la morte di alcuni pesci del fiume. «Sono stato avvisato dai residenti di Colmar della presenza di pesci morti nel Lauch a seguito dell’inquinamento causato da un movimento “ecologista”», ha scritto sul social network il sindaco, che minaccia di avviare un iter giudiziario nei confronti dei militanti ecologisti da lui ritenuti colpevoli.

Le Brigade Verte di Colmar, ovvero le guardie campestri, hanno dichiarato di aver fermato un individuo dopo che due turisti lo hanno visto versare una sostanza colorante nel fiume Lauch. L’individuo, poi, è stato affidato alla polizia di Colmar.

Un’accusa infondata
Nello stesso comunicato stampa in cui spiegava le ragioni dell’azione, il gruppo ecologista ha anche risposto alle accuse del sindaco, precisando che «almeno un pesce galleggiava già prima dell’aggiunta della fluoresceina», ovvero il colorante versato nelle acque. Questa versione è stata confermata da alcuni barcaioli del luogo che, al quotidiano locale Dernières Nouvelles d’Alsace (DNA), hanno spiegato che trovano pesci morti nei canali da un paio di settimane, in punti diversi rispetto a quello in cui è stato versato il colorante. Infatti, sempre secondo DNA alcuni agenti della Brigade Verte erano intervenuti il 17 settembre a Colmar, il giorno prima dell’azione di Extinction Rebellion, in seguito alla segnalazione di pesci morti.

Dunque, stando a queste testimonianze, ci sono diversi fattori che mettono in dubbio il collegamento tra la presunta strage di pesci nei canali di Colmar e l’azione di Extinction Rebellion.

Come evidenziato dai colleghi francesi di CheckNews, eccetto due immagini che mostrano due pesci galleggianti, non sembrano esserci altri elementi in grado di provare l’esistenza di una strage di pesci. Nelle fotografie usate per accusare il gruppo ecologista, infatti, è presente un unico pesce morto – se non addirittura nessuno – e anche le riprese del canale francese CNews, che ha filmato per l’occasione i canali di Colmar, mostrano solo due pesci morti. Questo non è abbastanza per sostenere che sia in corso una «morìa» di pesci, ma potrebbe trattarsi di casi isolati.

A prescindere dalla gravità del fenomeno, è da escludere il collegamento con il colorante versato dal gruppo ecologista. La fluoresceina, infatti, è una sostanza organica utilizzata per tracciare il movimento delle acque sotterranee e delle reti fognarie durante i test idrologici, per studiare il flusso idrico e osservare le aree di contaminazione o di ostruzione. Contattato dalla rivista francese Marianne, l’ecotossicologo Pierre-Marie Badot ha confermato che «la fluoresceina non presenta alcuna ecotossicità marcata», e dunque non è nociva.

La stessa sostanza era stata riscontrata il 28 maggio scorso nel Canal Grande di Venezia, anche se non è stata ancora chiarita la sua provenienza. In quell’occasione il presidente della regione Veneto Luca Zaia aveva lasciato intendere che potesse essere opera di gruppi ambientalisti, sospetto esplicitato da alcuni giornali. L’Agenzia regionale della prevenzione e protezione ambientale (Arpa) del Veneto aveva poi confermato che dalle analisi ecotossicologiche dell’acqua non era risultata alcuna presenza di tossicità.

Le cause della morte di questi pesci rimane ancora poco chiara, ma per vari motivi si può escludere una responsabilità del gruppo ecologista Extinction Rebellion.

Credit: Extinction Rebellion Strasbourg

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