La nuova truffa finanziaria che sfrutta i deepfake delle celebrità - Facta
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La nuova truffa finanziaria che sfrutta i deepfake delle celebrità

Di Francesca Capoccia

L’ex capitano della Roma Francesco Totti ha lanciato una nuova app per diventare ricchi. Giorgia Meloni ne utilizza una creata da Elon Musk per effettuare investimenti sul mercato azionario. Fabio Fazio racconta di come ha guadagnato 15mila euro grazie a prodotti finanziari online, rivelazione che gli ha provocato non pochi problemi con la giustizia. A quanti di voi scorrendo il proprio feed social sono comparsi annunci di questo tipo?

Su Facebook e X si possono trovare infatti contenuti sponsorizzati che fanno riferimento a presunti servizi televisivi mandati in onda da reti come Rai e La7, contenenti annunci esclusivi di politici e persone dello spettacolo al «popolo italiano». In queste clip i vip svelerebbero il segreto dei loro successi economici, invitando i cittadini a seguire il loro esempio e investire poche centinaia di euro per ritrovarsi in mano guadagni significativi. Non di rado, i contenuti in questione contengono riferimenti a presunte conseguenze – di tipo legale o lavorativo – a cui gli intrepidi protagonisti sarebbero andati incontro per non aver tenuto la bocca chiusa su tali rivelazioni.

Nessuna di queste storie è naturalmente vera: si tratta di truffe finanziarie che, spingendo sulla notorietà degli inconsapevoli sponsor, invitano con l’inganno gli utenti ad inserire i propri dati sulle piattaforme di investimento finanziario pubblicizzate. Iscrivendosi a queste piattaforme, racconta Fanpage, si iniziano a ricevere decine di telefonate che stimolano a un investimento relativamente sostenibile, di circa 200 euro. Le cifre “investite” andranno però perse completamente.

Questo genere di imbrogli, che mischiano disinformazione e intelligenza artificiale, non sono solamente un caso italiano. Negli Stati Uniti, ad esempio, volti di attrici e attori come Jennifer Aniston o Ryan Gosling sono stati utilizzati per sponsorizzare in maniera fraudolenta l’investimento in criptovalute, le valute virtuali che possono essere trasferite elettronicamente.

L’uso dell’intelligenza artificiale
Come abbiamo raccontato in passato su Facta, questi contenuti fraudolenti sfruttano clip originali di vari telegiornali, che vengono montate insieme ad altri filmati di repertorio in cui compaiono persone note al grande pubblico, come Giorgia Meloni, Fabio Fazio, Piersilvio Berlusconi, Francesco Totti. Di questi filmati viene poi alterato digitalmente l’audio, così da far dichiarare alle vittime della disinformazione frasi in realtà da loro mai pronunciate. 

Oltre alle dichiarazioni alquanto improbabili – si fa fatica a credere che la presidente del Consiglio inviti i cittadini a fare investimenti sull’app di un imprenditore privato – anche lo strano movimento labiale suggerisce che questi filmati siano stati alterati digitalmente. È chiaro dunque che si tratti di veri e propri deepfake, e che nessuna di queste celebrità abbia mai sponsorizzato dei metodi finanziari simili. 

A causa della loro viralità, recentemente Fabio Fazio è intervenuto in prima persona spiegando che sono «tutte bufale, tutte truffe, tutti falsi», e che non bisogna «credere a niente di tutto quello che riguarda investimenti finanziari» proposti da lui. Fazio ha poi aggiunto di voler presentare denuncia alla polizia postale, nella speranza di identificare le persone dietro questi filmati ingannevoli.

Gli articoli clickbait
Questo tipo di truffa finanziaria agisce anche sotto un’altra forma. Oltre ai deepfake, infatti, sui social circolano presunti articoli di testate giornalistiche nazionali ed internazionali, come Repubblica, RaiNews e BBC, che presentano uno scoop o una “notizia shock”. Al centro della presunta notizia c’è sempre una celebrità.

È il caso ad esempio di Virginia Raffaele che avrebbe rivelato importanti informazioni finanziarie non accorgendosi di essere registrata. Oppure di Elisabetta Canalis, Chiara Ferragni e Diletta Leotta che sarebbero addirittura state citate in giudizio dalla Banca d’Italia per alcune dichiarazioni rilasciate in diretta televisiva. Anche Paola Cortellesi è finita nelle grinfie di questo sistema, anche se il suo cognome è stato storpiato in «Cartolessi». Nessuna delle testate giornalistiche citate ha però mai pubblicato un articolo o una notizia simile. 

In questo caso l’inganno è più subdolo. Con questi titoli clickbait la persona è portata ad aprire l’articolo per leggere la notizia “scioccante” legata al mondo del gossip e dello spettacolo. I vari articoli riportano quello che inizialmente sembra essere uno scandalo sconvolgente ma a tratti plausibile, come una frase detta per errore durante le pause di registrazioni di un programma televisivo come Stasera c’è Cattelan di Rai2. Ma, andando avanti con la lettura ci si rende immediatamente conto che la notizia non riguarda Diletta Leotta, Elisabetta Canalis, o qualsiasi altra persona al centro della “notizia”. Questi articoli infatti sono un insieme di frasi e messaggi confusionari che spiegano a chi legge, senza fornire prove, come guadagnare soldi facilmente in un solo giorno. L’articolo invita poi le persone a seguire l’esempio di queste celebrità e inserire i propri dati personali sul portale finanziario citato che garantirebbe loro un guadagno assicurato. 

Come Fazio, anche Alessandro Cattelan aveva raccomandato di non credere a nessuna affermazione su «trucchi magici finanziari» che alcuni dei suoi ospiti avrebbero svelato durante il programma in onda su Rai2 Stasera c’è Cattelan.

La notorietà dei personaggi che pubblicizzano piattaforme di investimento finanziario, ha raccontato a The StandardChris Ainsley, responsabile della gestione del rischio di frode della banca Santander, è dunque un elemento fondamentale per spingere e portare con l’inganno l’utente ad aprire un link e inserire i propri dati in quello che altro non è che un sito per trappole finanziarie. Il consiglio di Ainsley è di «fare ricerche approfondite su qualsiasi opportunità di investimento prima di trasferire il vostro denaro, indipendentemente da chi la sostiene». Il nostro, invece, è di segnalare post di questo tipo al nostro numero WhatsApp e attraverso l’apposito modulo predisposto dalla Polizia postale.

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