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I falsi biglietti aerei di espulsione inviati da AfD che richiamano una vecchia campagna nazista

La campagna razzista del partito tedesco di estrema destra ricorda quelle dei neonazisti di NPD e quelle dei nazisti degli anni Trenta

15 gennaio 2025
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Nei giorni scorsi il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) ha distribuito a Karlsruhe, una città nel sud-ovest della Germania, dei volantini elettorali che sembrano dei biglietti aerei di sola andata e richiamano una vecchia campagna nazista.

I documenti in questione hanno il logo di AfD, la Germania come partenza e il «Paese sicuro di origine» come destinazione. La data è il 23 febbraio, il giorno in cui si svolgeranno le prossime elezioni anticipate, e l’orario è quello di apertura delle urne. In basso campeggia la scritta «solo la remigrazione può salvare la Germania». Stando ai sondaggi, il partito si aggira intorno al 22 del per cento dei consensi.

Una copia del biglietto è stata inoltre sventolata durante il congresso del partito (tenutosi l’11 gennaio 2025) da Christoph Hogel, delegato del Land di Baden-Württemberg.

La campagna, riporta Euronews, ha sollevato polemiche e proteste. Il partito di sinistra Die Linke ha minacciato di denunciare la sezione locale di AfD per istigazione all’odio, visto che i volantini sarebbero stati messi di proposito nelle cassette delle lettere di persone con background migratorio.

Il sindaco socialdemocratico di Karlsruhe Frank Mentrup ha detto che «con questa iniziativa AfD ha davvero oltrepassato ogni limite. Per rispondere all’ondata di paura tra i cittadini cresciuta a dismisura nell’ultimo anno, l’estrema destra diffonde slogan per rafforzare il loro senso di insicurezza. Così si rischia di far crollare la coesione sociale».

Dal canto suo, AfD ribadisce che i volantini – di cui sono state stampate 30 mila copie – sono rivolti a tutto l’elettorato, senza distinzioni di sorta. La polizia di Karlsruhe ha comunque aperto un’indagine per sospetto incitamento all’odio.

Come ha sottolineato il sito t-online, la mossa propagandistica di AfD è praticamente una copia di quanto aveva fatto nel 2011 il Partito Nazionaldemocratico di Germania (NPD), un partito neonazista che ora si chiama Die Heimat. La sezione berlinese distribuì infatti dei falsi biglietti aerei di sola andata rivolti alle «persone che vogliono tornare a casa»; nel volantino era inoltre scritto che bisognava fermare «l’invasione» della Germania.

Due anni dopo, nel 2013, i biglietti vennero recapitati a «tutti i migranti a Berlino che si sono candidati alle elezioni federali», con tanto di invito a lasciare il Paese «volontariamente». All’epoca il responsabile locale di NPD, Sebastian Schmidtke, annunciò che i volantini sarebbero stati distribuiti anche ai candidati di AfD con origini straniere.

NPD si era a sua volta ispirato a una campagna antisemita nazista degli anni Trenta, che consisteva nel distribuire alle stazioni ferroviarie falsi biglietti di sola andata per Gerusalemme a persone di religione ebraica. Dopo l’ascesa al potere di Adolf Hitler i biglietti vennero recapitati ai giocatori della squadra di calcio di Norimberga, accompagnati da una lettera in cui si intimava di lasciare la Germania.

L’episodio dei falsi biglietti aerei di AfD testimonia che il partito ha ormai pienamente integrato nella sua propaganda il termine «remigrazione», che nel gergo dell’estrema destra europea significa deportazione forzata di migranti (regolari e irregolari) e cittadini «non assimilati» – ossia persone di seconda o terza generazione.

Durante il congresso del partito dell’11 gennaio ne ha parlato esplicitamente anche la leader e candidata cancelliera Alice Weidel. Si tratta di un netto cambio di rotta rispetto all’anno scorso, quando la stessa Weidel prese le distanze dal piano segreto di «remigrazione» discusso tra membri di AfD e militanti identitari.

Lo sdoganamento della «remigrazione» da parte di Weidel arriva dopo che l’espressione è stata ampiamente legittimata in Austria dal Partito della Libertà (FPÖ) e – come abbiamo recentemente scritto – dalla Lega in Italia.

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