Le candele come fonte di luce hanno un’origine molto antica. Si presume che il loro primo utilizzo risalga ai tempi degli antichi egizi. Con il tempo, il loro uso si è ampliato e sono diventate anche un oggetto di decorazione casalingo, con diversi colori, forme e fragranze.
Sui social network circolanocontenuti virali che generano preoccupazioni per la salute riguardo l’utilizzo delle candele profumate in un ambiente domestico. Il pericolo sarebbe da accreditare all’inalazione dei fumi della cera di paraffina e delle fragranze profumate. È davvero così? Scopriamolo insieme.
Da cosa sono composte le candele (profumate)
Le candele generalmente sono composte da un filo di cotone chiamato stoppino attorno a cui viene colata la cera calda che, una volta indurita, viene tagliata nella forma desiderata. La cera delle candele non è tutta uguale: può essere di tipo minerale, animale o vegetale. Le prime sono fatte con la paraffina, ovvero un sottoprodotto del petrolio. Quelle animali sono invece realizzate con la cera d’api. Le vegetali, infine, contengono cera di palma o di soia. A queste tre tipologie di candele possono essere poi aggiunti colori e fragranze profumate differenti.
Quando si accende una candela, profumata o non, avviene il processo chimico di combustione per cui il calore generato dalla fiamma trasforma la cera da solida a liquida che, all’aumentare del calore, passa allo stato gassoso. In questa fase, nel caso delle candele profumate realizzate con la paraffina, a differenza di quelle animali e vegetali, oltre all’anidride carbonica e vapore acqueo, si liberano nell’aria anche fragranze e prodotti potenzialmente irritanti come i composti organici volatili (COV). Si tratta di sostanze, come benzene e toluene, che, se respirate, potrebbero avere effetti sulla salute umana che vanno dalla sonnolenza al mal di testa, fino all’irritazione della mucosa respiratoria.
La paraffina delle candele fa male?
Secondo uno studio del Politecnico di Milano pubblicato su Environmental Science and Pollution Research il 4 luglio 2013, le candele (non profumate) fatte di paraffina non producono quantità allarmanti di COV. I risultati dell’esperimento sono stati ottenuti bruciando diverse tipologie di candele minerali sotto una campana che aveva il compito di analizzare i fumi delle diverse combustioni. Lo studio ha evidenziato che se le sostanze di scarto del petrolio non vengono eliminate con la raffinazione della cera di paraffina delle candele, sarà più probabile respirare sostanze pericolose. Infatti, secondo i ricercatori italiani, il pericolo non sta nella paraffina bensì nei prodotti di scarto di ceri poco raffinati. È importante specificare, però, che in questo studio non vengono analizzate le candele profumate.
L’esposizione alle candele profumate è stata invece analizzata in duerecenti studi del 2023 condotti rispettivamente dai ricercatori del dipartimento di cure respiratorie dell’Università dell’Arabia Saudita e dal dipartimento di medicina interna dell’Università di scienze sanitarie di Karachi (Pakistan). Dalle ricerche è emerso che parte dei consumatori abituali di candele profumate e che inalava frequentemente fragranze aveva sviluppato difficoltà respiratorie, mal di testa, e infiammazione della mucosa respiratoria. Per questo motivo gli stessi ricercatori consigliano a persone che soffrono di problemi respiratori di evitare il consumo di queste candele.
Che cosa sono le fragranze
In base al regolamento 2023/1545 emanato dalla Commissione europea il 16 luglio 2023 in merito all’etichettatura delle fragranze allergizzanti nei prodotti cosmetici e nei prodotti per uso domestico, le fragranze sono definite come «composti organici che presentano odori caratteristici, solitamente gradevoli». In questo regolamento la Commissione ha stilato una lista di fragranze definite “allergizzanti”, ovvero di sostanze aromatiche che potrebbero causare una risposta allergica ai consumatori tra cui naso che cola, mal di testa e difficoltà respiratorie.
Alla luce dei possibili effetti avversi appena citati, i produttori sono obbligati a inserire in etichetta la presenza di eventuali fragranze allergizzanti contenute nella lista del regolamento, in modo che le persone allergiche possano evitare l’acquisto e proteggersi da eventuali problemi di salute. L’Unione europea infatti tramite il regolamento CLP (classificazione, etichettatura, imballaggio) obbliga i produttori a inserire in etichetta l’eventuale presenza di sostanze chimiche e miscele pericolose. Inoltre il regolamento CLP obbliga i produttori ad aggiungere un codice definito UFI (identificatore unico di formula) per identificare chiaramente una miscela pericolosa, così che nel caso di malesseri chiunque possa fornire indicazioni precise tramite l’etichetta della candela ai centri antiveleno e velocizzare i primi soccorsi. Se una candela contiene complessivamente più dell’1 per cento di fragranze allergizzanti, la sua confezione deve riportare il pittogramma con il punto esclamativo, la parola di segnalazione “AVVERTENZA” e la dicitura “Può provocare una reazione allergica”.
In conclusione
Se accompagnate da opportuna etichetta, le candele profumate avvisano i consumatori della eventuale presenza di fragranze allergizzanti, il cui utilizzo è sconsigliato a persone che soffrono di problemi respiratori. Tali sostanze possono avere effetti sulla salute umana che vanno dalla sonnolenza al mal di testa, fino all’irritazione della mucosa respiratoria.
Attualmente le candele certificate e fornite di etichetta sono da preferire rispetto a candele anonime di cui non si conoscono gli ingredienti. Per i non allergici invece non è stato riscontrato alcun problema di salute correlato all’utilizzo di candele profumate, che possono quindi essere usate in totale sicurezza a patto che siano seguite le indicazioni di corretto utilizzo fornite in etichetta.
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