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L’improbabile carriera da videogiocatore “professionista” di Elon Musk era tutta falsa

L’uomo più ricco del mondo ha mentito sulle sue reali capacità videoludiche per alimentare il mito del “nerd anticonformista”

4 febbraio 2025
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Nella costruzione del mito di Elon Musk come genio imprenditoriale e visionario, i videogiochi hanno sempre svolto un ruolo fondamentale.

È grazie a loro, infatti, che l’imprenditore sudafricano può coltivare e rendere credibile – almeno agli occhi dei suoi seguaci – la reputazione di nerd anticonformista, al passo con i tempi e le tendenze del momento.

Non è affatto un caso che, nella sua biografia ufficiale, i videogiochi compaiono sin dal principio. Nel 1984 – ad appena 12 anni – Musk programmò Blastar, uno sparatutto a schermata fissa ispirata al celeberrimo Space Invaders. Il codice era stato poi comprato per cinquecento dollari dalla rivista specializzata PC and Office Technology: si trattava dei primi soldi guadagnati dal futuro uomo più ricco del mondo.

Negli anni Novanta Musk fece poi uno stage alla Rocket Science Games, un’azienda sviluppatrice statunitense che sembrava destinata a diventare una potenza nel settore videoludico – salvo poi fallire nel 1997 dopo aver disatteso le aspettative. Musk lavorò a tre titoli: Loadstar: The Legend of Tully Bodine; Cadillacs & Dinosaurs: The Second Cataclysm e Rocket Jockey.

Dopo quell’esperienza ha intrapreso un’altra carriera lavorativa, ma ha sempre coltivato la passione per i videogiochi – menzionandola in moltissime interviste e tweet.

Nel 2015, durante una sessione di domande e risposte con gli utenti sulla piattaforma Reddit, si è dichiarato un grande fan degli sparatutto «con una trama» come Bioshock, Fallout e Mass Effect, nonché degli strategici come Civilization e giochi di ruolo d’azione come World of Warcraft.

Qualche anno dopo, nel 2018, ha rivelato di aver chiesto alla Nintendo la licenza per poter far girare Super Mario Kart nelle auto Tesla; la richiesta è stata però respinta. Nel 2021 ha poi elogiato «l’estetica» di Cyberpunk 2077 – un titolo ambientato, per l’appunto, in un mondo cyberpunk – facendo aumentare il valore delle azioni dell’azienda sviluppatrice polacca CD Projekt RED. GTA 5, invece, non gli è mai piaciuto perché «nelle scene iniziali bisogna sparare a dei poliziotti».

Per Musk, l’esperienza videoludica è un qualcosa che va oltre il puro divertimento e può tradursi in un vantaggio competitivo da sfruttare in altri ambiti. «Giocare con il più alto livello di difficoltà ti insegna a capire cosa c’è davvero dentro il sistema, piuttosto che semplicemente farne parte», ha scritto in un post su X del novembre del 2024.

Le millanterie di Musk sulla sua bravura nei videogiochi

Oltre a ciò, negli ultimi tempi Musk ha iniziato a vantarsi sempre più spesso di essere fortissimo in diversi videogiochi – venendo puntualmente smentito da altri giocatori.

Nel 2022 ha dichiarato sull’allora Twitter di essere un «mago potente» nel gioco di ruolo d’azione Elden Ring, realizzato con la collaborazione di George R. R. Martin, l’autore statunitense noto per il Trono di Spade e altri romanzi fantasy del ciclo «Cronache del ghiaccio e del fuoco».

Un tweet con la build – ossia l’insieme delle abilità, delle caratteristiche e dell’equipaggiamento – del suo personaggio aveva però destato molta perplessità e ilarità nella comunità di Elden Ring per l’illogicità di alcune scelte.

In altre parole: Musk non sembrava affatto un giocatore esperto, come aveva fatto intendere lui stesso in diverse occasioni, ma un amatore alle prime armi che non sa bene come muoversi.

Nella puntata 400 del seguitissimo podcast dell’informatico statunitense Lex Fridman, pubblicata il 9 novembre del 2023, Musk ha dichiarato che in passato è stato «probabilmente uno dei migliori giocatori al mondo di Quake» (un popolare sparatutto in prima persona degli anni Novanta) e di aver «vinto soldi in uno dei primi tornei di e-sport negli Stati Uniti».

In realtà, Musk non era per niente «uno dei migliori». L’ha confermato Dennis Fong, che con il nickname Tresh è universalmente riconosciuto come il più forte giocatore di Quake degli anni Novanta nonché come uno dei pionieri dell’e-sport statunitense.

«Giocavamo nello stesso server di Quake, lui usava Zip2 come username», ha raccontato Fong in un podcast, «ma non era un granché. Era ok, ma non era per niente forte».

In un’intervista del 4 novembre 2024 con il podcaster Joe Rogan, Musk ha detto di essere entrato nella classifica dei giocatori più forti nel gioco di ruolo d’azione Diablo IV. Qualche settimana più tardi, attraverso il suo account secondario di X @cyb3rgam3r420, ha annunciato l’ingresso in una classifica analoga di Path of Exile 2, un altro gioco di ruolo uscito a dicembre con la formula dell’early access (accesso anticipato).

Entrambi gli annunci sono stati però accolti con scetticismo dalle rispettive comunità di videogiocatori, perché per arrivare a livelli così alti bisogna davvero giocarci tantissimo. Non è semplicemente credibile che l’amministratore delegato di Tesla e Space X – nonché il principale finanziatore della campagna elettorale di Donald e il proprietario di X – passi le sue giornate a giocare a Diablo IV o a Path of Exile 2.

E infatti non era Musk a giocare e salire di livello: era una persona pagata per farlo.

Nel gergo videoludico, la pratica si chiama boosting ed è fortemente avversata dalle comunità di videogiocatori – oltre che essere vietata in molti giochi, tra cui quelli giocati da Musk.

I videogiocatori smascherano Elon Musk

I sospetti sono stati alimentati dallo stesso imprenditore all’inizio di gennaio del 2025, che durante una diretta su X in cui giocava a Path of Exile 2 ha dimostrato di non conoscere le meccaniche basilari del gioco.

Le accuse di ricorrere al boosting sono arrivate prima da utenti di Reddit e da alcuni streamer del gioco, per poi essere amplificate a metà gennaio dal creator statunitense Asmongold (pseudonimo di Zack Hoyt), seguito da oltre 3,6 milioni di persone sia su YouTube che Twitch.

«Sono un grande fan di Elon Musk», ha detto Hoyt in un video su YouTube, «ma questa cosa è davvero imbarazzante e ridicola. Non serve a nulla e gli fa solo fare una pessima figura». In risposta, Musk ha tolto la spunta blu ad Asmongold e ha pubblicato dei messaggi privati con lui per screditarlo.

Dopo qualche giorno, alla fine l’imprenditore ha ammesso di aver “boostato” i suoi personaggi in uno scambio privato di messaggi su X con lo youtuber di Diablo IV NikoWrex, che li ha inclusi in un video pubblicati sul suo canale il 19 gennaio del 2025.

Musk ha inoltre esplicitamente rivendicato quella pratica, sostenendo che «altrimenti è impossibile sconfiggere i giocatori asiatici, che fanno tutti la stessa cosa».

Le reazioni della comunità videoludica – specialmente di quella parte che l’ha sempre sostenuto – sono state in larga parte di stupore e disgusto. «Ha commesso il peccato capitale di barare», ha scritto un utente su X. «Musk è la prova vivente che si può essere ricchi e di successo ma rimanere degli sfigati», ha detto un utente su Reddit. «Elon ha perso la fiducia di tutti i videogiocatori da un giorno all’altro», ha ribadito un altro utente su X in un post che ha raccolto centinaia di migliaia di like. «“Boostare” il proprio account e mentire al riguardo è una cosa gravissima. È incredibilmente penoso e mostra tutta la fragilità del suo ego».

Da allora Musk non ha più parlato dell’accaduto, né tanto meno di videogiochi.

Per quanto non sia comparabile allo sdoganamento di estremisti e complottisti, alle ingerenze nella politica europea o ai «saluti romani», la vicenda apre comunque un singolare squarcio sulla psicologia di Elon Musk e rivela che un pezzo importante della sua identità pubblica è stato costruito su una menzogna.

Come ha detto in un’intervista al Washington Post Karl Jobst, uno youtuber australiano esperto nello smascherare i cheater (i giocatori che barano), «il suo comportamento è piuttosto banale, e ho visto cheater reagire in modi peggiori rispetto a Elon. Però stiamo parlando dell’uomo più ricco del mondo, e questo rende il tutto ancora più sconcertante».

La giornalista Keza MacDonald ha sottolineato sul Guardian che «non c’è nulla di male nell’essere scarsi con i videogiochi: la vera vergogna sta piuttosto nell’essere scarsi ma spacciarsi come dei giocatori fortissimi, senza metterci l’impegno per diventarlo».

Paradossalmente, chiosa MacDonald, Musk ha fatto ciò che i videogiocatori più maschilisti e misogini imputano da sempre alle donne o alle persone LGBTQIA+: fingere di saper giocare per invadere e corrompere i “loro” spazi.

In copertina: Elon Musk mentre gioca a Diablo IV, via @shivon/X.

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