Rintracciare le origini del termine non è difficile: la parola Cumcettina viene utilizzata per descrivere una ragazza dall’aspetto insignificante e dalla personalità anonima, alla ricerca di un partner decisamente più attraente di lei. La formula deriva dal nome Concettina, associato allo stereotipo della donna meridionale, mentre il prefisso Cum- in inglese significa “sperma” e strizza l’occhio a una sua presunta promiscuità sessuale. Cumcettina è insomma tutto ciò che la comunità degli incel redpillati detesta: una donna che sceglie liberamente il suo partner sessuale.
Gli incel e la pillola rossa
Gli animatori di questa comunità si fanno chiamare incel, contrazione di involuntary celibates (celibi involontari), e a un primo sguardo si presentano come una sottocultura di internet particolarmente misogina e aggressiva, che accusa le donne – e il femminismo in generale – di discriminare gli uomini poco attraenti, privandoli di quelli che considerano diritti inalienabili: il sesso e l’affettività. I loro luoghi di incontro virtuali sono i forum online, spazi in cui avviene la condivisione di esperienze più o meno traumatiche con il genere femminile, ma negli ultimi tempi le politiche di moderazione volute da Elon Musk hanno portato le parole d’ordine di questi gruppi a spopolare anche su X.
Oltre che una sottocultura, quella incel è anche e soprattutto una vera e propria ideologia, con testi di riferimento, tentativi di elaborazione teorica e una mitologia condivisa. Una parte maggioritaria degli incel crede che alla base di tutte le dinamiche umane ci sia la cosiddetta “teoria LMS”, un acronimo che sta per Look (aspetto fisico), Money (disponibilità economica) e Status (status sociale). Sarebbero queste tre variabili a condizionare la vita affettiva e sessuale di ciascun individuo, che può lavorare sul successo personale e su quello economico, ma che difficilmente potrà sfuggire al giudizio estetico. Non a caso i membri della comunità incel sono ossessionati dall’aspetto fisico e una delle attività principali dei forum di discussione sul tema consiste nel dare un voto alle caratteristiche fisiche degli utenti.
Secondo questa frangia di incel, esisterebbero due tipi di uomini: chi ha preso la pillola blu (blue pill o blupillati, in italiano) e chi invece ha scelto la pillola rossa (red pill o redpillati). Si tratta di una citazione proveniente dal primo episodio della saga cinematografica Matrix diretta dalle sorelle Wachowski, in cui il protagonista è posto di fronte alla scelta di prendere la pillola rossa e vedere il mondo nella sua vera natura o di prendere quella blu, continuando a vivere in una comoda finzione. Allo stesso modo, la maggior parte degli incel sostiene di aver scelto la pillola rossa e di aver cioè compreso quella che considerano la reale natura dei rapporti tra uomo e donna: una relazione basata sulla subordinazione, in cui il genere femminile – uscito vincitore dalla rivoluzione sessuale del Sessantotto – detiene tutto il potere sessuale e può decidere di “ipergamare”, ovvero scegliere partner più attraenti e lasciare gli uomini meno prestanti nel celibato involontario, appunto.
La mitologia redpill
Le teorie incel arrivano per larga parte dagli Stati Uniti, dove le prime comunità si erano costituite come gruppi di pressione spontanei per sensibilizzare la società sul tema degli uomini “privati” della possibilità di avere relazioni affettive e sessuali, e in quanto tali oppressi. Col tempo le cose sono però cambiate e le principali comunità sono andate incontro a un rapido, quanto spaventoso, processo di radicalizzazione.
Il punto di svolta è arrivato il 23 maggio 2014, quando l’allora ventiduenne Elliot Rodger si rese protagonista del massacro di Isla Vista, in California, una strage in cui morirono sei persone. Prima di entrare in azione e aprire il fuoco in un’associazione studentesca femminile, Rodger aveva pubblicato un documento autobiografico di 141 pagine, nel quale dichiarava di aver scelto la vendetta nei confronti di una società che gli aveva «negato il sesso e l’amore». Il documento, che oggi è diventato un vero e proprio manifesto incel, si conclude con la frase: «Io sono la vera vittima di tutto questo. Io sono un bravo ragazzo». Rodger, che poco dopo l’azione si tolse la vita, era un membro attivo di PUAHate, un forum della comunità incel americana rimosso dal web in seguito alla strage.
In breve tempo Elliot Rodger è diventato un simbolo negli spazi virtuali abitati dagli incel, l’eroe che per primo ha imbracciato le armi e dato inizio alla «ribellione», come l’ha definita il 23 aprile 2018 su Facebook Alek Minassian, poco prima di uscire di casa e investire 26 persone con un furgone preso a noleggio. Una ribellione che da allora ha provocato oltre 50 vittime tra Canada e Stati Uniti, tutte riconducibili ad azioni criminali motivate da odio misogino e innescate da persone definitesi incel.
Nel 2023 un tribunale canadese ha parlato per la prima volta di «atto terroristico ispirato dal movimento incel», mentre in molti Stati americani – tra cui il Texas – la comunità è trattata come una potenziale minaccia di terrorismo interno. In Italia la percezione del fenomeno è ancora piuttosto distante da quella sviluppata in Nord America, complice l’assenza di atti violenti riconducibili agli incel. Nonostante ciò, le comunità italiane appaiono ben strutturate e in costante espansione. Proprio come negli Stati Uniti, il loro collante ideologico è la misoginia e il disprezzo per ogni forma di femminismo e per questo motivo nelle comunità online le donne non sono mai chiamate con il loro nome ma definite “NP”, ovvero “non persone”.
Nella rappresentazione messa in scena dal mondo incel italiano, le “non persone” sono quasi tutte Cumcettine con l’obiettivo di ipergamare, mentre gli uomini che non hanno preso la pillola rossa si dividono in Chad – naturalmente prestanti e per questo ambiti dalle Cumcettine – e Piergiorgio, ossia il ragazzo normale costretto a ipogamare, ad “accontentarsi” di una donna meno attraente. Questo concetto è recentemente diventato la base per una serie di meme misogini e grassofobici molto diffusi su X. Ci sono poi le Stacy, femminili, attraenti e che escono solo con i Chad.
Insomma, nella retorica incel tutto contribuisce a dipingere il quadro di un genere maschile “oppresso” dalla libertà femminile, sessualmente represso e discriminato. Una condizione che nell’ideologia redpill si può ribaltare in un solo modo: la restaurazione del patriarcato.
Ideologia o condizione?
Di pari passo con le fantasie misogine, un’altra delle convinzioni radicate nei gruppi dedicati alla redpill è che quella incel non sia un’ideologia né tantomeno un movimento, bensì una condizione medica.