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#TurettaNonEsiste, la nuova teoria che punta a negare il femminicidio di Giulia Cecchettin

A poco meno di tre mesi dai fatti, il femminicidio di Giulia Cecchettin continua ad attirare l’attenzione di una consistente fetta del mondo cospirazionista italiano, mossa dal proposito di depotenziare la narrazione attorno a un caso di cronaca che ha riacceso i riflettori sul tema della violenza di genere

31 gennaio 2024
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di Simone Fontana

Come avevamo raccontato in un precedente approfondimento, il femminicidio di Giulia Cecchettin ha attirato fin da subito l’attenzione di una consistente fetta del mondo cospirazionista italiano, mossa dal proposito di depotenziare la narrazione attorno a un caso di cronaca che ha riacceso i riflettori sul tema della violenza di genere

Il primo influencer della disinformazione a mettere in dubbio la ricostruzione ufficiale del delitto – che vede attualmente Filippo Turetta come unico accusato e reo confesso – era stato Cesare Sacchetti, secondo il quale la creazione di una falsa «emergenza femminicidi» sarebbe parte di un piano più ampio per «instillare il germe della demascolinizzazione» nelle «future generazioni», che «saranno un domani esattamente il popolo castrato e inerme che il liberal-progressismo desidera». La teoria di Sacchetti si è nel tempo arricchita di numerosi dettagli, che sono arrivati a mettere in dubbio l’esistenza stessa di Giulia Cecchettin e di Filippo Turetta. Quella descritta da Sacchetti sarebbe insomma una vera e propria operazione psicologica studiata a tavolino dalle istituzioni italiane per dettare l’agenda all’opinione pubblica e concentrare l’attenzione mediatica sui casi di femminicidio. 

Secondo la contorta – e lo diciamo fin d’ora, totalmente infondata – ipotesi di Sacchetti, Cecchettin e Turetta non sarebbero persone realmente esistenti, ma una montatura dei media. Questo aspetto sarebbe testimoniato da alcuni particolari, come una conterranea di Turetta (raggiunta dal Resto del Carlino) che non aveva mai conosciuto la famiglia Turetta e dalla presunta assenza di fotografie del ragazzo accusato dell’omicidio. Come vedremo in seguito, si tratta ancora una volta di argomenti privi di qualsiasi fondamento. 

Nelle ultime settimane, comunque, la ricerca di Sacchetti è stata corroborata dall’incessante attività di account X riconducibili alla cerchia dei cosiddetti “mattonisti”, ovvero troll impegnati a produrre materiale in grado di squalificare la causa del contrasto alla violenza di genere. Una dinamica disinformativa a bassa intensità che la redazione di Facta ha costantemente monitorato, ma che da qualche giorno ha ottenuto l’attenzione di un pubblico decisamente più ampio grazie a una serie di video pubblicati dallo youtuber Gian Luca Gregis (prolifico professionista del complottismo noto sul web come “Il Greg”) che riprendono molti dei contenuti di disinformazione originariamente pubblicati su X. Il 31 gennaio 2024 il canale YouTube di Gregis è stato chiuso, ma i suoi video continuano comunque a circolare su TikTok.

I test con l’intelligenza artificiale
Uno stratagemma molto comune tra gli account dei mattonisti è stato quello di sottoporre le foto utilizzate dai giornali per rappresentare Filippo Turetta ai software di intelligenza artificiale generativa e a quelli nati per riconoscere l’uso dell’intelligenza artificiale. Questi strumenti, secondo alcuni post ancora disponibili su X, avrebbero stabilito che le foto più note di Turetta sarebbero state in realtà generate artificialmente. 

ChatGPT, ad esempio, avrebbe riscontrato «alcune irregolarità nell’immagine che potrebbero suggerire una generazione tramite intelligenza artificiale» come «asimmetrie nel viso e nella forma degli occhi che sono comuni nelle immagini create da AI». La redazione di Facta ha provato a sottoporre la stessa immagine a ChatGPT, ottenendo un esito diverso. Il software ha infatti risposto: «No, questa immagine non sembra essere stata generata da un’intelligenza artificiale; appare come una fotografia normale di una persona».

Come si spiega allora una tale discrepanza? L’unica risposta plausibile è che l’autore dello screenshot originale abbia “bluffato”, formulando il comando impartito a ChatGPT in modo tale da condizionare preventivamente la risposta. A riprova di ciò vale la pena evidenziare che l’immagine pubblicata su X non contiene la richiesta fatta dall’utente, contrariamente allo screenshot della nostra controprova.

Alcuni utenti hanno poi sottoposto la stessa immagine a Content at Scale, un tool gratuito per il riconoscimento dei contenuti prodotti attraverso l’intelligenza artificiale, che avrebbe stabilito come la foto di Turetta abbia solo il 12 per cento delle probabilità di essere reale. Anche in questo caso la redazione di Facta ha riprodotto l’esperimento, ottenendo un risultato diverso ma comunque nettamente sbilanciato verso la pista dell’intelligenza artificiale.

Come avevamo raccontato in un precedente approfondimento, gli strumenti di questo tipo sono assolutamente inaffidabili nel distinguere le immagini umane da quelle create digitalmente e questa confusione ha finito per generare numerosi casi di disinformazione. Per verificare questa tesi vi invitiamo a sottoporre delle vostre foto allo stesso tool. Noi abbiamo scelto di utilizzare questa foto dell’ex calciatore e dirigente del Milan Paolo Maldini, che secondo il software ha ben poche probabilità di essere reale.

Tra trolling e disinformazione
Come abbiamo visto, l’intento principale dei troll su X è stato quello di inquinare il dibattito pubblico seguito all’uccisione di Giulia Cecchettin e per farlo non è stato risparmiato alcun espediente retorico. 

Secondo qualcuno, ad esempio, il nome Filippo Turetta sarebbe in realtà «una crasi tra Filippo Turati e Sindrome di Tourette» e la macchinazione dietro questa storia sarebbe stata resa ulteriormente palese dal fatto che «il Turetta abbia trascorso la prima notte in carcere il giorno della nascita di Filippo Turati», storico leader del socialismo italiano. Secondo altri, invece, l’intera operazione psicologica si concluderà con un finto suicidio in carcere di Turetta e questa possibilità sarebbe già stata preparata dai media attraverso alcuni articoli dedicati al suicidio di una persona detenuta nel carcere di Verona, la stessa struttura in cui è attualmente recluso anche Filippo Turetta. 

Un utente avrebbe addirittura scovato un articolo che definiva Filippo Turetta come «un mostro» già nel 2019, particolare che sarebbe dimostrato dalla data riportata da Google. Come abbiamo raccontato in precedenza, l’indicizzazione di Google associa spesso i risultati a riferimenti temporali sbagliati e ciò accade più frequentemente con le pagine che non contengono un’esplicita data di pubblicazione (come quella sul sito della Polizia Penitenziaria immortalata nel post su X). Facendo una rapida ricerca sullo stesso sito, comunque, appare evidente che l’articolo risalga in realtà al 28 novembre 2023, diciassette giorni dopo la scomparsa di Giulia Cecchettin.

Il video pubblicato da Gregis fa inoltre riferimento (qui dal minuto 1:29) ad alcune ricerche che avrebbero dimostrato l’inesistenza del codice fiscale di Turetta – e quindi, di conseguenza, di Turetta stesso. Come ha verificato David Puente su Open, quelle ricerche si sono basate sul presupposto errato che Turetta fosse nato a Torreglia, dove la sua famiglia risiedeva. Filippo Turetta è in realtà nato a Padova e il codice fiscale calcolato con questa informazione risulta perfettamente esistente. 

E ancora, all’inizio di questo video Gregis fa riferimento al ritrovamento della foto originale che sarebbe stata poi utilizzata per produrre il finto Filippo Turetta. L’uomo in tenuta da pallavolo sarebbe in realtà molto diverso, con i capelli neri e il pizzetto, si chiamerebbe Sergio Avagyan e avrebbe origini armene. Si tratta ancora una volta di un’operazione di trolling, dal momento che la persone ritratta in questa presunta scoperta è stata ottenuta fondendo il volto di Filippo Turetta con quello del cantante di origini armene Serj Tankian, leader del gruppo americano System of a Down. La foto di Turetta in tenuta da pallavolo è ovviamente reale ed è tuttora disponibile sul sito web di Libertas Volley, la società sportiva di Torreglia per cui Turetta ha militato nella stagione 2020/2021.

La maggior parte dei contenuti analizzati in questo articolo si basano su un presupposto sbagliato, ovvero quello secondo cui nessuno avrebbe mai visto Filippo Turetta dopo l’omicidio. Non è così: Turetta è stato infatti riportato in Italia (dalla Germania, dove era stato arrestato) il 25 novembre con un volo dell’Aeronautica militare, e i media hanno anche diffuso immagini del 21enne con le forze dell’ordine italiane. Un’informazione nota a chiunque, naturalmente, ma che non ha comunque fermato i negazionisti di Turetta. Perché la posta in gioco non è mai stata la ricerca della verità, ma il tentativo di negare l’esistenza di una questione di genere che in Italia è invece dolorosamente più viva che mai.

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