Logo

Musk prima di Trump

Per anni, Elon Musk è stato considerato l’incarnazione del visionario della Silicon Valley, ma poi ha subìto un significativo spostamento verso destra

20 marzo 2025
Condividi

Elon Musk, l’imprenditore sudafricano naturalizzato statunitense che da mesi è ovunque — sulle prime pagine dei media, nei dibattiti pubblici, sui social, nei meme — è una figura tanto influente quanto controversa. Eppure, non è sempre stato esattamente così com’è ora. C’è stato un tempo in cui Musk era celebrato come un genio visionario, quasi rivoluzionario, e in qualche modo persino progressista. Era il genio miliardario che lavorava giorno e notte per portare la vita su Marte e una figura pop, capace di affascinare il pubblico non solo con le sue idee futuristiche, ma anche con le sue apparizioni e i suoi simpatici monologhi in vari show televisivi. 

Per anni, Musk è stato considerato l’incarnazione del visionario della Silicon Valley: un imprenditore innovativo, audace e orientato al futuro, impegnato nella lotta ai cambiamenti climatici con Tesla, nella conquista dello spazio con SpaceX e nello sviluppo di tecnologie che sembravano uscite dalla fantascienza. È stato percepito come un simbolo di progresso, sostenibilità e creatività, un campione di idee rivoluzionarie in alcuni casi associate a una visione progressista del mondo, anche se non sempre nel più classico dei modi.  E poi, a un certo punto, tutto è cambiato.

Con l’acquisizione di Twitter, diventato X sotto la sua guida, le sue posizioni sempre più critiche verso la cosiddetta “cultura woke” e il suo avvicinamento a figure e idee della destra statunitense hanno reso Musk una figura molto più divisiva e conservatrice. Prima del suo coinvolgimento con Donald Trump, Musk era considerato un sostenitore delle politiche ambientaliste e addirittura un critico delle posizioni climatiche del presidente statunitense. Eppure, negli ultimi anni, ha subìto un significativo spostamento verso destra, influenzando la sua percezione pubblica e le sue alleanze politiche. Ma quando è iniziata questa trasformazione? Chi era Elon Musk prima di questa svolta? Chi era Elon Musk prima di Donald Trump?

Una carriera piena di innovazioni

Fin da giovanissimo, Elon Musk ha dimostrato una forte passione per la tecnologia e la programmazione. All’età di 12 anni ha creato “Blastar”, il suo primo videogioco che si basa sul combattimento contro gli alieni attraverso il lancio di bombe all’idrogeno e particolari laser. Poco dopo lo stesso Musk ha venduto la sua creazione per 500 dollari alla rivista specializzata PC and Office Technology. Negli anni ’90 si è poi unito a un piccolo studio chiamato Rocket Science Games dove scriveva software per videogiochi. 

Dopo aver iniziato i suoi studi alla Queen’s University in Canada, si è trasferito all’University of Pennsylvania, negli Stati Uniti, dove ha conseguito una laurea in fisica. Successivamente, ha iniziato la scuola di specializzazione in fisica alla Stanford University, ma ha abbandonato dopo appena due giorni per dedicarsi alla sua carriera imprenditoriale.

Nel 1995 ha fondato, insieme al fratello Kimbal, l’azienda di software web Zip2, un sistema informatico in grado di creare guide cittadine delle più grandi città degli Stati Uniti per gli editori dei giornali. La compagnia nel 1999 fu venduta al colosso Compaq Computer, quando aveva raggiunto un valore di più di 300 milioni di dollari. Elon Musk aveva 27 anni, da quella vendita si era portato a casa 22 milioni di dollari ed era già un imprenditore «multi-milionario» che iniziava a muoversi per gettare le basi della sua prossima impresa: PayPal. Con il capitale ottenuto, infatti, ha fondato X.com – dominio che ora appartiene al suo social network –, un servizio di pagamento online che si è poi trasformato in quello che oggi conosciamo, appunto, come PayPal, l’app che ha rivoluzionato i pagamenti online. Dopo la fusione con Confinity nel 2000, la piattaforma è stata rinominata nel 2001 e nel 2002 è stata venduta a eBay per 1,5 miliardi di dollari in azioni. Nello stesso anno l’imprenditore multi-milionario di origine sudafricana fonda anche un’altra azienda: la Space Exploration Technologies (SpaceX) con l’intenzione di diminuire il costo e aumentare l’accessibilità dei viaggi nello spazio. 

E solo due anni dopo, nel 2004, Musk ha iniziato a investire nell’azienda di auto elettriche Tesla, dove ha assunto un ruolo attivo, contribuendo allo sviluppo della prima auto completamente elettrica, la Roadster, fino a diventare il presidente dell’azienda nel 2006. Durante la crisi finanziaria del 2008, Tesla evitò la bancarotta grazie a 40 milioni di dollari raccolti da investitori e dalla fortuna personale di Elon Musk, che divenne CEO dell’azienda. Nello stesso anno, SpaceX ottenne un contratto da 1,5 miliardi di dollari con la NASA. 

Ma non è finita qui. Negli anni Elon Musk non è mai stato fermo, investendo in altre idee e aziende, proiettato verso un futuro in cui lo sviluppo tecnologico sarebbe stato protagonista. Nel 2013 ha presentato l’idea dell’Hyperloop, un treno superveloce che avrebbe potuto collegare Los Angeles e San Francisco (distanti oltre 600 chilometri) in 30 minuti. Nel 2015 ha co-fondato OpenAI, l’azienda di ricerca sull’intelligenza artificiale che ha poi creato ChatGPT, anche se Musk ha lasciato il consiglio di amministrazione per evitare conflitti con Tesla, impegnata nello sviluppo di sistemi di guida autonoma. Nel 2016 ha fondato The Boring Company, con l’obiettivo di costruire tunnel per il trasporto ad alta velocità, dopo aver dichiarato sull’allora Twitter che il traffico lo stava «facendo impazzire».

E ancora, tra il 2016 e il 2017 è stata la volta di Neuralink, una start-up elettro-medicale che mira a sviluppare una tecnologia in grado di collegare il nostro cervello ai computer. L’azienda si propone di studiare in modo più approfondito i modelli di attivazione dei neuroni nel cervello, con l’obiettivo di permettere anche a persone affette da malattie neurologiche, come il morbo di Parkinson, la paralisi e disturbi simili, e di controllare dispositivi elettronici come smartphone e PC.

Nell’ottobre del 2022 Elon Musk ha comprato Twitter per 44 miliardi di dollari. Subito dopo il suo arrivo, Musk ha iniziato una serie di licenziamenti, ridimensionando drasticamente il personale nell’ottica di risanare i conti dell’azienda. Da quel momento Twitter ha cambiato nome, è diventato X, e ha cambiato anche molto altro, ma questa è una storia che viene dopo. 

Un coinvolgimento politico volto agli interessi commerciali

Anni intensi per Elon Musk, che l’hanno portato a essere un imprenditore miliardario simbolo dell’innovazione tecnologica.  

Non è mai stato considerato un progressista nel senso tradizionale del termine, anche se alcune delle sue posizioni iniziali lo avvicinavano a questo tipo di idee. Più precisamente, prima della pandemia da Covid-19 Elon Musk oscillava con cura tra la destra e la sinistra, facendo donazioni sia ai democratici che ai repubblicani, criticando Donald Trump e Bernie Sanders, e dichiarandosi «moderato», ma anche «socialista». Nel 2014 l’imprenditore si descriveva come «metà democratico e metà repubblicano», in pratica uno «socialmente liberale e fiscalmente conservatore», insomma, un uomo progressista sulle tematiche sociali e un conservatore in materia fiscale. Nel 2015 aveva comunque ammesso di voler essere coinvolto nella politica «il meno possibile», nonostante «ci sia una certa quantità di cose in cui devo essere coinvolto», a causa dei suoi interessi commerciali.

Quando Donald Trump era per la prima volta in corsa per la presidenza degli Stati Uniti, Musk si è addirittura dichiarato scettico nei suoi confronti, tanto da affermare sempre nel 2015 che sarebbe stato «imbarazzante» se Trump avesse vinto la candidatura del Partito Repubblicano, e ancora di più se fosse diventato presidente. 

Nel 2018, Musk si è descritto in un post sull’allora Twitter come «un anarchico utopico del tipo meglio descritto da Iain Banks», riferendosi allo scrittore scozzese di fantascienza scomparso nel 2013, che nei suoi romanzi immaginava – con un certo scetticismo – una civiltà anarchico-socialista spaziale chiamata “la Cultura”, priva di denaro, povertà, lavoro salariato, polizia, eserciti e prigioni e caratterizzata da un’abbondanza quasi infinita di beni di prima necessità. Nello stesso anno chiariva di non essere un conservatore, sottolineando la sua natura politicamente moderata e il suo estremo interesse per le questioni umanitarie. 

Nell’aprile 2022, ha condiviso sullo stesso social network un disegno stilizzato che illustrava la sua visione dell’evoluzione dello spettro politico: i moderati, compreso lui stesso, restavano fermi nella loro posizione, mentre la sinistra si spostava sempre più verso posizioni estreme, trascinando il centro con sé e facendo così apparire i moderati come schierati a destra.

Quando Musk era il simbolo pop di un progresso condiviso

Ma al di là del suo impegno politico e della sua concezione di se stesso come un moderato con alcuni lati progressisti, è stata la percezione dell’opinione pubblica di Musk a renderlo un genio, un innovatore popolare e con un’anima pop. E alla costruzione di questa immagine hanno contribuito, oltre alle sue aziende, le sue attività e i suoi soldi, anche le sue apparizioni pubbliche, in particolare in vari show e programmi televisivi. 

Ad esempio nel settembre 2015, Elon Musk partecipò al “Late Show” di Stephen Colbert, uno dei cosiddetti “late-night shows” americani, programmi che vanno in onda a tarda sera e mescolano comicità, satira, interviste e attualità. Durante l’intervista, Colbert ha scherzato sul fatto che in quel periodo la considerazione per Musk avrebbe potuto oscillare da un estremo all’altro, da “supereroe” a “supervillain”, cioè una sorta di “super cattivo”, a causa delle sue numerose iniziative tecnologiche avanzate, come SpaceX e Tesla. Commentando lo show, un utente di Reddit aveva affermato di adorare «le interviste con Elon» in quanto gli davano «speranza per il futuro» e altri concordavano, definendolo come «brillante» anche se socialmente impacciato e imbarazzante.  

Ma la popolarità di Musk andava oltre, tanto da farlo apparire anche in serie animate come i Simpson o sitcom come The Big Bang Theory

Sempre nel 2015, infatti, l’imprenditore è apparso nell’episodio 12 della stagione 26 dei Simpson, intitolato “The Musk who fell to Earth” (in italiano: “Il Musk che cadde sulla terra”). Nella puntata Elon Musk arriva a Springfield e diventa amico di Homer, trovando in lui ispirazione per nuove invenzioni. Grazie alle sue idee innovative ed ecologiche, Musk modernizza la città, ma causa gravi perdite economiche alla centrale nucleare di Burns, portando licenziamenti di massa e una crisi economica. Deluso, Homer decide di allontanarsi da Musk, che alla fine lascia Springfield a bordo di una capsula spaziale SpaceX. Nel corso dell’episodio Lisa Simpson, un personaggio liberal per antonomasia che supporta la giustizia sociale, i diritti delle donne e l’ambiente, non esprime direttamente l’idea che Musk sia un genio, ma si identifica in qualche modo in lui in quanto entrambi sono considerati menti creative e innovative, anche se non sempre comprese. 

Elon Musk nell'episodio 12 della stagione 26 dei Simpson, intitolato “The Musk who fell to Earth” (in italiano: “Il Musk che cadde sulla terra”)

Ma non è finita. È sempre il 2015 quando Elon Musk interpreta se stesso nel nono episodio della nona stagione di Big Bang Theory intitolato “The platonic permutation” (in italiano: “La permutazione platonica”) dove Howard Wolowitz, uno dei protagonisti, lo incontra mentre entrambi fanno volontariato in una mensa per i senzatetto durante il Giorno del Ringraziamento. Musk interagisce con Wolowitz, raccontandogli di aver deciso di dare una mano proprio perché ama restituire qualcosa alla comunità, e anche perché c’erano delle fette di torta di zucca avanzate. Con grande semplicità e autoironia, scherza sul fatto che mangiare cibo rimasto è solo uno dei vantaggi di fare volontariato. Howard, visibilmente colpito dal trovarsi faccia a faccia con lui, cerca subito di impressionarlo raccontando le sue esperienze come ingegnere aerospaziale e della sua missione nello spazio. Sorprendentemente, Musk si mostra interessato e risponde con una battuta che fa sognare Howard: «Se mai hai voglia di tornare nello spazio, fammelo sapere!» — una frase che aggiunge una nota esilarante e surreale alla scena, ma che descrive anche Musk esattamente come era percepito: una figura geniale capace non solo di guardare al futuro, ma anche di renderlo reale.  

Una serie di apparizioni che, insieme ad alcune idee di cui si è fatto portatore, hanno creato un’immagine unica dell’imprenditore visionario, un po’ impacciato, ma geniale e di certo non di estrema destra. Musk, infatti, tra le altre cose ha supportato quello che ha chiamato «reddito universale elevato», definendolo un livellatore nella società, grazie all’intelligenza artificiale. Ma negli anni passati aveva espresso anche la sua preoccupazione per i cambiamenti climatici e il suo sostegno a una tassa sulle emissioni di carbonio, diventando un simbolo dell’innovazione nell’energia sostenibile grazie a Tesla.  

In fondo a destra 

Eppure, a un certo punto, tutto è cambiato ed Elon Musk ha svoltato bruscamente a destra. L’esito più palese di questo cambiamento è stato sicuramente il suo supporto a Donald Trump e il suo coinvolgimento politico nella nuova amministrazione repubblicana, ma, a ben guardare, l’imprenditore aveva lanciato già anni prima alcuni segnali del suo cambiamento. 

Nel 2020, durante la pandemia da Covid-19, l’amministratore delegato di Tesla e SpaceX aveva duramente criticato i provvedimenti di isolamento forzato che alcuni Stati avevano emesso per rallentare i contagi, definendoli «fascisti» e paragonandoli a misure volte a «imprigionare con la forza le persone nelle loro case». Nei mesi aveva iniziato a esporsi sempre di più sulla questione, pubblicando tweet in cui chiedeva di «liberare l’America immediatamente» e in cui condivideva articoli in cui si sosteneva che, secondo quanto dimostrato dai dati, le chiusure non diminuivano realmente i contagi. 

Queste sue posizioni hanno definitivamente segnato un punto di svolta nelle sue posizioni politiche, allontanandolo dalle tradizionali alleanze con i democratici. Nel maggio dello stesso anno Musk aveva fatto causa alle autorità locali in California e aveva minacciato di trasferire il quartier generale di Tesla in Texas o Nevada a causa delle misure adottate dallo Stato per contenere l’epidemia di coronavirus, sostenendo che le sue fabbriche avrebbero ricevuto un danno troppo grande se fossero state chiuse. Un politico democratico dello Stato gli aveva risposto con un inequivocabile «F*ck Elon Musk». 

Ma questa sua linea di pensiero si è poi intrecciata con altre posizioni non esattamente progressiste. Nel 2022 pubblicò un tweet in cui diceva «i miei pronomi sono perseguire/Fauci», portando avanti una teoria del complotto della destra secondo cui Anthony Fauci, immunologo statunitense che durante la pandemia ha ricoperto il ruolo di consigliere medico capo del presidente degli Stati Uniti, avrebbe dovuto essere perseguito dalla legge a causa del suo ruolo nella gestione della pandemia da Covid-19. Nel tweet, però, c’è anche un altro riferimento: Musk intende chiaramente prendere in giro e ridicolizzare la crescente abitudine di dichiarare i propri pronomi, pratica volta a rispettare l’identità di genere delle persone e a promuovere un ambiente più inclusivo, in quanto, ad esempio, per molte persone trans o non binarie, i pronomi sbagliati possono essere fonte di disagio o sofferenza.

Il giorno dopo la pubblicazione di questo tweet, cioè il 12 dicembre 2022, Scott Kelly, ex astronauta e ufficiale della NASA, aveva ripreso il contenuto di Musk invitandolo a «non prendere in giro e promuovere l’odio verso i membri della comunità #LGBTQ+ già emarginati e a rischio di violenza», scatenando una feroce reazione del miliardario. Proprio nel thread iniziato da Kelly, Musk aveva assecondato la polemica sollevata dall’attivista conservatore Robby Starbuck, scagliandosi contro la “cultura woke” che definendola come un «virus mentale» che rappresenta una «minaccia mortale per la civiltà». Come avevamo già spiegato su Facta, negli Stati Uniti woke è un aggettivo usato per indicare l’atteggiamento di chi si batte contro le ingiustizie sociali e razziali da una prospettiva progressista. Per la destra, woke equivale a un dogmatismo intollerante che metterebbe a rischio le libertà civili.

Nonostante Musk non fosse del tutto nuovo a posizioni di questo tipo, il suo personale trauma con la “cultura woke” si è rafforzato proprio nel 2022, anno in cui è apparso quel tweet contro Fauci. Nel giugno dello stesso anno, infatti, la figlia diciottenne dell’imprenditore miliardario dichiarò di essere una persona trans e chiese di essere riconosciuta come donna con il nome di Vivian Jenna Wilson. Cambiando legalmente il suo nome si dissociò anche dal padre miliardario, togliendo il cognome Musk e dichiarando: «Non vivo più con il mio padre biologico e non desidero avere rapporti con lui in alcun modo». Appena la notizia fece il giro del mondo, Elon Musk criticò i media per aver pubblicato la storia di sua figlia, spiegando che lei «non vuole essere un personaggio pubblico» e chiedendo di difendere il suo diritto alla privacy. 

Alcuni mesi dopo, però, in un’intervista pubblicata sul Financial Times il 7 ottobre 2022, Musk ha apertamente condiviso la sua visione distopica dell’influenza della sinistra sull’America, sostenendo che il fatto che la figlia adolescente non voglia più essere associata a lui sarebbe dovuto alla presunta conquista delle scuole e delle università d’élite da parte dei neo-marxisti. 

Inoltre, nel dicembre dello stesso anno il CEO è stato accusato di amplificare l’odio e i pregiudizi anti-trans dopo aver messo “mi piace” a un post su Twitter di un noto account di destra che prende di mira membri della comunità transgender con insulti e abusi. Il profilo è quello di Chaya Raichik, fondatrice dell’account @LibsofTikTok, che ha contribuito a rilanciare nella propaganda di destra l’espressione anti-LGBTQ+ “groomer”, termine usato per accusare qualcuno di manipolare o adescare i minori con lo scopo di influenzarli, spesso in riferimento a temi legati all’identità di genere e alla sessualità. Raichik ha spesso usato la sua ampia audience sui social media per molestare insegnanti, medici e membri della comunità trans, i quali in seguito sono stati vittime di violenza e intimidazioni. L’influencer transfobica aveva insinuato che il transgenderismo fosse «dannoso» per i bambini, associandolo a «spettacoli sessuali per adulti, pornografia nelle scuole e pratiche di sterilizzazione e mutilazione». Tra coloro che avevano apprezzato il post, c’era anche Elon Musk.

Ed è così che Musk ha iniziato a mettere insieme tutte le sue lamentele in un’idea generale: la minaccia della wokeness. Una minaccia ai valori tradizionali, ma soprattutto alla meritocrazia, che secondo lui esisteva nella Silicon Valley, in nome dell’inclusione. E mentre Musk diventava sempre più ossessionato da questo tema, celebrità e politici di destra lo acclamavano e lo ergevano a eroe senza peli sulla lingua, che aveva il coraggio di dire ciò che loro pensavano, cambiando definitivamente la percezione pubblica di Musk da genio visionario a icona della destra.

Costantemente in cerca di approvazione, quello che oggi è l’uomo più ricco del mondo ha accolto con entusiasmo le lodi e ha deciso che era il momento di coinvolgersi più attivamente e ha così comprato un social network: Twitter. 

Nel 2022 la svolta a destra di Musk si è consolidata con l’acquisto della piattaforma per 44 miliardi di dollari, dopo mesi di indecisioni, cause legali, insulti verbali e il rischio sfiorato di un processo vero e proprio. Ma soprattutto, Musk è diventato il nuovo proprietario di Twitter in nome della libertà di parola, promettendo di volerlo trasformare in una piattaforma più aperta, dove la libertà di espressione fosse garantita senza eccessive censure e moderazione, sostenendo che questa limitasse il dibattito pubblico. 

E così è stato. Il fu Twitter, oggi X, solo un anno dopo era l’apoteosi del caos, il paradiso di estremisti, complottisti e antisemiti, guidati da Musk che era ormai diventato un nuovo eroe: quello dell’estrema destra, dei complottisti, dei discorsi d’odio, razzisti e omolesbobitrasfobici. 

E poi venne Donald Trump

A coronare la svolta a destra di Elon Musk è stato il suo supporto e l’avvicinamento sempre più stretto a Donald Trump, anche se non è sempre stato così. 

Nei primi anni del primo mandato presidenziale del tycoon, Musk entrò a far parte di un consiglio consultivo della Casa Bianca, convinto che più voci ragionevoli avesse ascoltato il presidente, meglio sarebbe stato. Tuttavia, quando Trump decise di ritirare gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima, Musk lasciò il consiglio, dichiarando che il cambiamento climatico è reale e «uscire da Parigi non è positivo né per l’America né per il mondo». Qualche anno dopo, nel 2022, il miliardario aveva mantenuto la sua posizione affermando che Trump non avrebbe dovuto ricandidarsi alla presidenza, ma avrebbe fatto meglio a «navigare verso il tramonto».  

Ma da allora Elon Musk ha cambiato idea. 

Dopo aver assunto il controllo di Twitter, Musk ha reintegrato l’account di Trump sulla piattaforma, il cui profilo era stato sospeso in maniera permanente l’8 gennaio 2021, due giorni dopo l’assalto al Campidoglio, a causa del rischio di «ulteriori incitamenti alla violenza». Musk aveva definito l’espulsione del presidente americano dalla piattaforma una «decisione moralmente sbagliata» e «sciocca all’estremo». 

Da quel momento il miliardario si è avvicinato sempre di più al leader del MAGA – lo slogan reso popolare da Donald Trump che significa “Make America great again” (in italiano “Rendiamo l’America di nuovo grande”) – fino a dargli il suo pieno appoggio dopo che il presidente è stato colpito da un proiettile durante un comizio elettorale il 13 luglio 2024 a Butler, in Pennsylvania. Lui e altri grandi nomi del settore tecnologico si sono collegati all’immagine di sfida di un Trump ferito che spinge il pugno in aria mentre gli agenti dei servizi segreti lo portano di corsa fuori dal palco. 

Il 5 ottobre Trump è tornato per un comizio a Butler, nel luogo dove ha rischiato di essere assassinato, e tra gli invitati c’erano i familiari delle altre vittime della sparatoria e Musk, che indossava un cappello MAGA nero. Qui il magnate si era esposto pubblicamente, parlando al pubblico presente, invitandolo a votare per Donald Trump e dichiarandosi apertamente non solo MAGA, ma «dark MAGA», cioè un’espressione che rimanda a una versione più oscura («Dark») del movimento pro-Trump.   

Una volta eletto il tycoon non ha esitato a ringraziare il suo nuovo sostenitore. Il 12 novembre 2024 l’allora presidente eletto ha nominato Musk e l’imprenditore conservatore Vivek Ramaswamy al “Department of Government Efficiency” (in italiano “dipartimento per l’efficienza governativa”) o DOGE, che in realtà è un comitato consultivo. Il riferimento al “dipartimento” serve più che altro a formare l’acronimo DOGE, che oltre a essere un cane diventato molto popolare su internet come meme, è anche il nome di una criptovaluta promossa più volte da Musk. 

Da allora, Musk ha dichiarato che le elezioni del 2024 sono solo l’inizio del suo impegno politico, suggerendo che intende continuare a giocare un ruolo significativo nella politica americana.

Non solo gli Stati Uniti: Elon Musk sta influenzando anche la politica europea

Eppure il ruolo di Musk non si esaurisce all’interno della politica degli Stati Uniti. Dal Regno Unito alla Germania, passando per la Romania, il magnate è intervenuto negli affari di vari Paesi europei, sostenendo le forze di estrema destra. 

In Germania il CEO di SpaceX ha sostenuto il partito di estrema destra “Alternative für Deutschland” (AfD), scrivendo su X il 20 dicembre 2024 che «solo l’AfD può salvare la Germania», in vista delle elezioni del 23 febbraio 2025. Nonostante queste ultime siano state vinte dal centrodestra (i cristiano-democratici della CDU), l’estrema destra ha raddoppiato i suoi voti e subito dopo aver appreso i risultati Elon Musk ha telefonato ad Alice Weidel, co-leader del partito tedesco, per congratularsi con lei per i risultati ottenuti dal partito, che ha raddoppiato i consensi rispetto alle ultime elezioni.

Negli ultimi mesi, Elon Musk ha ripetutamente interferito anche nella politica britannica, diffondendo disinformazione e sostenendo figure populiste. Dopo aver erroneamente attribuito a un richiedente asilo un omicidio avvenuto a Southport, evento che ha generato violente proteste anti immigrazione, Musk ha alimentato tensioni sociali e parlato di guerra civile e di un sistema giudiziario discriminatorio nei confronti dei bianchi.

Ha inizialmente appoggiato anche Nigel Farage e il suo partito di estrema destra Reform UK, ma ha poi interrotto il sostegno dopo una disputa legata al leader dell’estrema destra Tommy Robinson. Musk ha anche attaccato duramente il premier Keir Starmer, accusandolo in maniera infondata di complicità in uno scandalo di abusi su minori e chiedendo addirittura il suo arresto. Starmer ha risposto definendo Musk un diffusore di bugie, mentre il governo britannico ha invitato Musk a occuparsi degli affari americani.

Il proprietario di X ha criticato anche l’autorità elettorale centrale rumena che ha vietato al candidato di estrema destra, ultranazionalista e filo-russo Călin Georgescu di partecipare alle elezioni presidenziali di maggio. Georgescu è un populista contrario all’Unione europea e favorevole a Mosca, che ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali del Paese lo scorso anno, ma il risultato è stato annullato dall’Alta Corte di Cassazione e Giustizia a causa di sospette interferenze russe.

Il suo supporto all’estrema destra non si è esaurito a Romania, Regno Unito e Germania, ma Elon Musk ha esteso i suoi tentativi di influenza anche in altri Paesi come Italia e Francia. 

Una trasformazione lenta e sfaccettata, quella di Elon Musk, ma visibile e concreta. Il genio della tecnologia, il simbolo del futuro e della mobilità green è cambiato, diventando uno dei leader dell’estremismo di destra non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa.   

Potrebbero interessarti
Segnala su Whatsapp