
Anche TikTok avrà le sue Community Notes
Il social cinese ha annunciato il lancio delle “Footnotes” negli Stati Uniti
Precisiamo che Facta riceve fondi da TikTok all’interno del suo Global Fact-checking Program.
Il 16 aprile 2025 TikTok ha annunciato il lancio delle sue “note della comunità”, chiamate Footnotes. Per il momento, il programma Footnotes sarà disponibile soltanto negli Stati Uniti e in una fase di test. Come spiega TikTok, Footnotes è stato progettato per consentire agli utenti di aggiungere informazioni pertinenti ai contenuti presenti sulla piattaforma.
Per inserire le note, gli utenti statunitensi devono innanzitutto fare domanda per diventare collaboratori di Footnotes. Tra i requisiti richiesti, avere almeno 18 anni, essere iscritti alla piattaforma da più di 6 mesi e non avere violato di recente le linee guida della comunità di TikTok. L’accesso per iniziare a contribuire con le note sarà garantito nei prossimi mesi; una volta ammessi, i collaboratori potranno aggiungere note ai video e valutare quelle lasciate da altri.
Ispirandosi alle Community Notes di X, Footnotes utilizzerà un sistema di classificazione “bridge” progettato per trovare accordo tra persone che solitamente hanno opinioni diverse, afferma TikTok. Questo funziona permettendo ai collaboratori con opinioni divergenti di lasciare e votare l’utilità di una nota. Solo le note che raggiungono la soglia di “utile” – spiega TikTok – saranno visibili alla community, e a quel punto anche il resto della community potrà votarle.
Secondo quanto comunicato da TikTok Footnotes si affiancherà al già esistente Global Fact-checking Program, un programma di contrasto alla disinformazione di TikTok che si basa sul lavoro di oltre oltre 20 organizzazioni di fact-checking accreditate dall’International Fact-Checking Network (IFCN) – Facta compresa – che valutano l’accuratezza dei contenuti sulla piattaforma in oltre 60 lingue e 130 Paesi del mondo. Nel comunicato non viene spiegato se questa nuova funzione in futuro sostituirà il lavoro delle organizzazioni di fact-checking indipendenti, che non moderano direttamente i contenuti su TikTok, ma valutano se un’affermazione è vera, falsa o priva di fondamento, in modo che i moderatori della piattaforma possano prendere delle misure seguendo le linee guida della comunità di Tiktok.
La scelta di TikTok arriva sulla scia di quanto annunciato lo scorso gennaio da Mark Zuckerberg, CEO di Meta, che ha dichiarato di voler eliminare il suo programma di fact-checking (di cui Facta fa parte), a partire dagli Stati Uniti, e sostituirlo con un programma simile alle Community Notes di X.
In seguito a questa decisione, l’European Fact-checking Standard Network (EFCSN, di cui Facta è parte) aveva espresso il suo disappunto per la scelta di Meta e aveva condannato la posizione di Zuckerberg che criticava il lavoro dei fact-checker, definendoli “biased” (ovvero “di parte”) e alludeva al fact-checking come a una forma di censura. Come spiegavamo in un approfondimento a Facta, il programma di fact-checking con Meta non aveva nulla a che vedere con la censura. Non solo, ma un recente studio condotto da Maldita.es ne ha dimostrato la sua rilevanza: su X, infatti, gli articoli scritti dalle organizzazioni di fact-checking sono la fonte più citata nelle Community Notes, secondi solo ai post pubblicati su X stesso e ai link a Wikipedia.
Se ad oggi TikTok non sembra intenzionato a interrompere il suo programma di fact-checking con le organizzazioni giornalistiche, la tendenza a un approccio di contrasto alla disinformazione “dal basso” sta prendendo piede sui social network.
Peccato che, come mostrato da svariate analisi indipendenti, il fact-checking “dal basso” sembra non funzionare. Per Alex Mahadevan, direttore di MediaWise di Poynter, il processo di verifica è estremamente rallentato dal battibecco tra collaboratori con visione politiche differenti che si esprimono attraverso le Community Notes.
Ma questo non è l’unico problema. Molte note scritte dai collaboratori del programma, infatti, non vengono mai viste dal pubblico, come dimostrato da svariate inchieste giornalistiche. Spesso poi, le note con il fact-checking dei collaboratori sotto ai post con notizie false non appaiono in modo tempestivo, e quindi la disinformazione riesce a ottenere molte più visualizzazioni. Altre volte, invece, la nota dopo essere stata pubblicata non è più risultata visibile sotto un post, nemmeno dagli stessi membri del programma Community Notes. Inoltre, hanno sottolineato gli stessi utenti coinvolti nel progetto, il sistema delle note potrebbe essere vulnerabile a manipolazioni non solo da parte dei collaboratori che si coordinano per far votare una nota utile, ma anche da parte di gruppi esterni.
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