Il 21 dicembre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto la richiesta via Whatsapp di verificare un articolo apparso lo stesso giorno sul sito Humans are Free, intitolato «CDC Report: Over 3,000 Are ‘Unable To Perform Normal Daily Activities’ After Receiving The COVID-19 Vaccine» (in italiano: «Rapporto del Cdc: Oltre 3000 persone sono ‘incapaci di effettuare le normali azioni quotidiane’ dopo aver ricevuto il vaccino anti-Covid-19»). Nell’articolo viene descritta una tabella attribuita ai Centers for Disease Control (Cdc) statunitense, che riporta come ci siano stati, al 18 dicembre, 3.150 “Health Impact Events” (eventi di impatto sulla salute) seguenti alla vaccinazione con il vaccino Pfizer-BioNTech contro il Covid-19. Tali eventi includono «incapacità di compiere le normali azioni quotidiane, incapaci di lavorare, richiesto assistenza di un medico o di un operatore sanitario». Una notizia che in Italia è stata rilanciata, tra gli altri, dal Consigliere della Regione Lazio Davide Barillari.
La notizia è tecnicamente vera, ma fuori contesto rischia di creare inutili allarmismi. Vediamo cosa vogliono dire effettivamente questi numeri.
La fonte della tabella è questa presentazione, pubblicata il 19 novembre 2020 dal Comitato Consultivo sulle Pratiche di Immunizzazione del Cdc. La tabella riporta i primi risultati del programma di sorveglianza attiva V-safe, aggiornati al 18 dicembre 2020, in cui il Cdc contatta i vaccinati via messaggi o email per monitorarne lo stato di salute in seguito al vaccino. Secondo la tabella, vi sono stati 3.150 casi di «eventi con impatto sulla salute» su 112.807 vaccinati: una percentuale pari al 2,7 per cento.
Si tratta di eventi gravi? Ed è un numero che deve preoccuparci?
Innanzitutto, bisogna capire cosa vuol dire «eventi con impatto sulla salute». Tra le domande del questionario sottoposto ai vaccinati, sotto la sezione «Impatto sulla salute» c’è anche la domanda «Qualcuno dei sintomi o condizioni di salute che ha riportato oggi vi ha fatto saltare il lavoro / reso incapace di eseguire le normali attività quotidiane / cercare l’aiuto di un medico o di un altro operatore sanitario?». In quest’ultimo caso sono incluse, di seguito, varie opzioni, che vanno da un consulto via email al ricovero in ospedale.
Gli effetti collaterali a breve termine del vaccino Pfizer-BioNTech includono casi in cui un vaccinato potrebbe decidere di non sentirsi abbastanza bene da lavorare? Sì, e non è niente di strano. I risultati degli studi clinici di fase III del vaccino, pubblicati il 10 dicembre 2020 dal New England Medical Journal, mostrano che gli eventi avversi più comuni sono:
- Stanchezza (59 per cento per i vaccinati sotto i 55 anni; 51 per cento sopra i 55 anni; 3,8 per cento del totale in forma «acuta»)
- Mal di testa (52 per cento sotto i 55 anni; 39 per cento sopra i 55 anni; 2 per cento in forma «acuta»)
- Febbre (16 per cento sotto i 55 anni, 11 per cento sopra i 55 anni)
Altri effetti collaterali comuni sono diarrea, dolori muscolari e dolore alle articolazioni.
I dati quindi non implicano niente di spaventoso. In questo 2,7 per cento di vaccinati ci sono tutti coloro che, dopo il vaccino, non si sono sentiti abbastanza bene da andare al lavoro e/o hanno voluto consultare un medico per sicurezza, il che certo non stupisce se stanchezza, mal di testa e febbre sono così comuni. Ricordiamo che, sempre secondo lo studio clinico di fase III, l’incidenza di eventi gravi di salute dopo la vaccinazione è molto bassa ed era praticamente identica tra placebo e vaccino (0,5 e 0,6 per cento rispettivamente). Il che significa che probabilmente l’incidenza di effetti molto gravi davvero correlati al vaccino è bassissima. La stessa presentazione del Cdc riporta che ci sono stati in totale solo 6 casi di reazione anafilattica dopo la vaccinazione, su quasi 113.000 vaccinati.
Possiamo fare anche un altro confronto, senza pretese di accuratezza ma per dare ulteriore contesto alle cifre. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico negli Stati Uniti in media ogni anno una persona perde 4 giorni di lavoro per malattia. Il che significa che in media, dato un qualunque giorno della settimana, l’1,1 per cento circa dei lavoratori non sarà in grado di recarsi al lavoro. Sui quasi 113.000 vaccinati seguiti dal Cdc entro il 18 dicembre, quindi, ci si può attendere che circa 1200 sarebbero stati a casa dal lavoro per motivi di salute comunque, anche in assenza del vaccino.
In conclusione, le cifre sono state veramente riportate dal Cdc, ma non dimostrano nulla di nuovo sulla sicurezza del vaccino, non riguardano eventi gravi, e non devono spaventare: anzi, confermano che il vaccino è effettivamente sicuro. Ricordiamo che nessun vaccino è completamente esente da rischi o effetti indesiderati, come per ogni intervento medico, ma che i vaccini hanno quasi sempre permesso enormi benefici a fronte di effetti nocivi estremamente limitati.