La sabbia magnetica su questa auto non è un residuo delle «scie chimiche» - Facta
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La sabbia magnetica su questa auto non è un residuo delle «scie chimiche»

Il 12 luglio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto la richiesta di verificare un video pubblicato su Facebook il 26 giugno 2021 e visualizzato, al 13 luglio, oltre 7.300 volte. Nel video una persona, che dice aver girato il filmato il 23 giugno 2021 a Chiari (Brescia), mostra il vetro di un’automobile sporco di polvere spiegando che quel giorno è caduta una «pioggerellina mista apparentemente a sabbia». Di seguito, affermando di seguire le indicazioni di un non meglio precisato video sulle scie chimiche (una teoria cospiratoria priva di fondamento secondo la quale gli aerei diffonderebbero nell’atmosfera sostanze tossiche allo scopo di ridurre la popolazione o di controllare il clima), raschia dal finestrino la polvere e mostra che questa viene attratta da un magnete. La persona conclude che «non è sabbia del deserto, questa è la porcheria che ci stanno facendo respirare tutti i giorni» e aggiunge «chissà come mai ci si ammala», ritenendo dunque che le polveri sull’automobile siano residui tossici di scie chimiche. 

Il video è reale, ma i residui presenti sull’auto sono con ogni probabilità normale sabbia e polvere trasportata dal vento. Vediamo nel dettaglio.

Cominciamo con il precisare che intorno al 23 giugno 2021 è passata sul Mediterraneo e l’Italia una nube di sabbia sahariana, che è quindi quasi certamente la causa della polvere depositata sull’automobile mostrata nel video. Di sabbia magnetica e presunte connessioni con la teoria cospiratoria delle scie chimiche si era già parlato in Italia nel 2018 durante un fenomeno meteorologico analogo. 

Come aveva già confermato all’epoca a Vice il fisico e climatologo Giulio Caroletti, la sabbia del deserto – che in Italia proviene dal Sahara – può essere magnetica e quindi venire attratta da una comune calamita. Diversi studi hanno riscontrato la presenza di minerali magnetici del ferro, come la magnetite, nella sabbia sahariana trasportata dal vento. A questi si devono aggiungere le particelle magnetiche presenti nelle polveri sottili non naturali, ma dovute all’inquinamento industriale o al traffico, e quindi presenti comunemente nelle zone abitate. 

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