Il 22 maggio 2022 su Facebook è stato pubblicato lo screenshot di un messaggio condiviso su Telegram. Nel testo si legge che il Ceo della casa farmaceutica statunitense Pfizer, Albert Bourla, avrebbe spiegato «alla folla di Davos la nuova tecnologia di Pfizer: le “pillole ingeribili” – una pillola con un minuscolo microchip che invia un segnale wireless alle autorità competenti quando il farmaco è stato ingerito».
Il messaggio contiene anche un’immagine che mostra Bourla mentre parla con alle spalle un cartellone con la scritta «World economic forum».
Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa. L’intervento di Bourla non è attuale, ma risale a cinque anni fa e la pillola citata non è «nuova tecnologia di Pfizer», come erroneamente sostenuto nel post oggetto di analisi. Andiamo con ordine.
L’immagine che mostra il Ceo di Pfizer è reale, ma non risale all’incontro annuale di quest’anno del World economic forum (Wef), in corso a Davos (Svizzera) tra il 22 e il 26 maggio. La foto mostra in realtà un intervento di Bourla a Davos nel 2018, come si può verificare qui.
In quell’occasione, in una conversazione con altri ospiti sui progressi tecnologici raggiunti nel settore sanitario e farmaceutico Bourla, rispondendo a una domanda dal pubblico, aveva parlato di una «pillola elettronica», approvata dalla Food and drug administration (Fda) statunitense, contenente «un chip biologico» in grado di tracciare digitalmente l’effettiva somministrazione (e, quindi, l’ingerimento) della pillola.
La pillola a cui faceva riferimento Bourla non è un farmaco o una tecnologia sviluppata da Pfizer, ma è stata prodotta dalla casa farmaceutica giapponese Otsuka. Nel 2017 è stata approvata dall’Fda: come spiegava all’epoca l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, la pillola era riservata al trattamento di diverse malattie mentali. Mitchell Mathis, direttore della Divisione di prodotti psichiatrici presso il Center for drug evaluation and research della Fda, aveva dichiarato che «essere in grado di monitorare l’ingestione di farmaci prescritti per malattie mentali può essere utile per alcuni pazienti».
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