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Non è vero che Bill Gates «impianterà ID digitali» nei neonati in Kenya

Non è vero che Bill Gates «impianterà ID digitali» nei neonati in Kenya

24 ottobre 2024
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  • Il canale di notizie sudafricano LN24 ha insinuato che Bill Gates avesse finanziato un progetto del Kenya per «impiantare ID digitali nei neonati in Kenya».
  • Il nuovo sistema di identificazione e riconoscimento digitale del Kenya non prevede niente di simile.
  • Anche Bill Gates, che con la sua fondazione ha fatto consulenza al progetto, non ha mai parlato di un simile piano.

Il 22 ottobre 2024 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un video pubblicato su X e su YouTube lo stesso giorno, intitolato “Bill Gates impianterà ID digitali nei neonati in Kenya”. 

Il filmato mostra uno spezzone di un telegiornale in cui la giornalista annuncia, in inglese, un programma che «si rivolge alla nascita di nuovi bambini». Dopo che il bambino è nato, spiega la conduttrice, «prima che il bambino lasci l’ospedale, non si ottiene più un certificato di nascita cartaceo, ma uno digitale che viene impiantato da qualche parte nel corpo».

Successivamente, viene mostrata una clip in cui l’attuale presidente del Kenya William Ruto annuncia il lancio del progetto «Digital ID», per cui «ogni cittadino keniota non dovrà portare con sé nessun documento di carta o di plastica come documento di identità, ma verrà identificato digitalmente tramite l’iride».

L’ultima clip del video, invece, è un’intervista a Bill Gates: «voglio dire, stiamo prendendo cose che sono, sai, organismi geneticamente modificati e li stiamo iniettando nelle braccia dei bambini piccoli. Li iniettiamo direttamente in vena», dice il filantropo e fondatore di Microsoft. 

Il contenuto è fuorviante, e diffonde una notizia falsa.

L’intero video è uno spezzone del programma “Worldview”, condotto da Yvonne Katsande e trasmesso a novembre 2023 da LN24, un canale internazionale di notizie di Johannesburg, in Sudafrica. 

La giornalista faceva riferimento al programma del governo del Kenya “Maisha Namba”, un nuovo sistema di identificazione e riconoscimento digitale  annunciato nella seconda metà del 2023 e composto da quattro aspetti interconnessi: Maisha Namba, Maisha Card, Digital ID e il Registro anagrafico della popolazione del Kenya.

Maisha Namba è un numero identificativo personale unico di cui ogni keniota può disporre, già subito dopo la registrazione alla nascita (servirà anche da numero del certificato di nascita),
e servirà per l’accesso e l’iscrizione a servizi governativi come l’istruzione, la sanità e la fiscalità. La Maisha Card, invece, è una carta che sostituisce la vecchia carta identità; dotata di un chip a microprocessore con dati criptati, la carta contiene il numero di identificazione (ovvero il Maisha Namba) di una persona, la sua fototessera, alcune informazioni personali (come la residenza) e dati biometrici (come le impronte digitali o la scansione dell’iride) che permettono il riconoscimento automatico di una persona in base alle sue caratteristiche fisiche. La “Digital ID” invece è la versione virtuale della carta d’identità, che sarà collegata al numero identificativo personale (Maisha Namba), anch’essa utile per il riconoscimento e l’autenticazione della persona. Infine, Il Registro anagrafico del Kenya riunirà tutti i database governativi esistenti in un unico registro integrato, che sarà il riferimento centrale per tutti i dati sui cittadini kenioti e sui residenti stranieri. 

Il lancio ufficiale del progetto era stato programmato a dicembre 2023, dopo vari ritardi, come aveva annunciato all’epoca il presidente del Kenya William Ruto. L’attuazione però ha subito diversi arresti da parte dell’Alta Corte, che ha più volte impedito temporaneamente al governo di emettere le carte Maisha. Il progetto è partito ad agosto 2024 con la distribuzione delle nuove carte. In generale, spiega Amnesty Kenya, il progetto ha sollevato diverse preoccupazioni tra associazioni umanitarie ed esperti del settore, in particolar modo riguardo la conformità alla protezione dei dati, la sicurezza dei dati, la partecipazione pubblica e l’inclusione delle comunità rurali ed emarginate. 

Il programma non prevede in nessun parte l’impianto di ID digitali nei neonati kenioti.

Per quanto riguarda la partecipazione di Bill Gates, il filantropo statunitense, con la sua fondazione Bill and Melinda Gates, ha avuto un ruolo di consulente all’interno del progetto. La fondazione, infatti, «mette in contatto il governo con esperti tecnici e partner chiave, ma siamo molto incoraggiati da ciò che vediamo e dall’impegno del presidente», aveva dichiarato a Business Daily Mark Suzman, CEO della fondazione. La fondazione di Gates, infatti, aveva aggiunto Suzman, ha fatto diversi investimenti specifici a sostegno del settore dell’identità digitale.

Neanche Bill Gates e la sua fondazione hanno mai parlato di impiantare ID digitali nei bambini appena nati.

Infine, l’ultima clip del video che stiamo analizzando, quella in cui Bill Gates parla di iniettare organismi geneticamente modificati nei bambini, è stata estrapolata da un intervento di Gates del 2015 a Bruxelles sugli organismi geneticamente modificati (OGM). Come abbiamo già verificato, la dichiarazione di Gates era un’analogia per paragonare il potenziale rischio per la sicurezza di tecnologie mediche a quello di mangiare colture geneticamente modificate

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