Il 1° ottobre 2022 è stata pubblicata su Facebook una foto che mostra una bandiera nera che sembrerebbe formata da lunghi capelli legati insieme. L’immagine è accompagnata da un commento, scritto dall’autrice del post, che recita: «Sono capelli. Sono i capelli tagliati delle donne iraniane. Questa è la bandiera dell’Iran, oggi. Forza, sorelle». Il contenuto è circolato sui social anche in lingua inglese.
Il riferimento è alle proteste iniziate il 16 settembre 2022 e che continuano in Iran dopo il decesso di Masha Amini, morta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per aver violato le regole che disciplinano l’uso dell’hijab. Secondo ai dati riportati dall’organizzazione Iran human rights (Ihrngo) e aggiornati al 5 ottobre 2022, almeno 154 persone hanno perso la vita nelle manifestazioni a causa della repressione del governo, mentre gli arresti sarebbero migliaia.
Per molte donne iraniane, tagliare i capelli – un segno di bellezza che nella Repubblica islamica deve essere nascosto – è una forma di contestazione. Per questo, in memoria di Masha Amini, le donne iraniane hanno iniziato a protestare tagliandosi i capelli e bruciando gli hijab nelle strade, contro la rigida applicazione del governo della legge sul velo.
Il contenuto oggetto di analisi è stato però presentato senza il contesto necessario per la sua comprensione e veicola una notizia falsa.
L’immagine originale, infatti, non ha niente a che vedere con le proteste in Iran, ma rappresenta un’opera d’arte dell’artista belga Edith Dekyndt, come si può vedere nel suo portfolio. L’opera è intitolata “Ombre Indigène Part. 2 (Ile de la Martinique)” e viene esposta alle mostre d’arte attraverso una riproduzione video della bandiera che sventola, come si può vedere qui dal minuto 00:08.
Secondo la descrizione fornita dall’artista, la bandiera fatta di capelli è conficcata nel terreno della costa di Le Diamant, in Martinica, nello stesso luogo in cui l’8 aprile 1830 una barca clandestina che trasportava un centinaio di prigionieri africani si arenò sugli scogli prima di essere completamente distrutta. L’opera è dedicata allo scrittore Édouard Glissant, che nacque e morì a Le Diamant.
Su Facta ci siamo già occupati di altri casi di disinformazione circolati in riferimento alle attuali proteste in Iran (qui e qui).
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