A partire dal 2 aprile la redazione di Facta ha ricevuto via Whatsapp numerose segnalazioni che chiedevano di verificare la natura di un video diventato virale che mostrerebbe, secondo le persone che propagano la catena, quello che succede all’ospedale di Bergamo oppure in quello di Brescia durante l’emergenza Covid-19.
Nel filmato, girato con uno smartphone in verticale, una persona si aggira per le corsie di quello che in effetti ha le sembianze di un ospedale, sommerse da decine e decine di sacchi neri che sembrano contenere dei cadaveri. L’audio del video che abbiamo ricevuto, che dura poco meno di un minuto, non riporta commenti da parte dell’autore, ma solo i suoi passi tra le corsie e la voce di un altoparlante poco chiara in lontananza.
Il messaggio veicolato da questa catena è falso. Il video riprende fatti reali, e i corpi sono di persone decedute durante l’epidemia di Covid-19, ma le riprese non sono state girate in Italia ad aprile 2020.
Come ricostruito da diversi siti di fact-checking italiani e internazionali (qui, qui e qui), attraverso un confronto tra i fotogrammi e foto in rete, dei nomi dei defunti riportati sui sacchi e di tweet di giornalisti stranieri e relativi commenti, la struttura sanitaria del video in questione si trova nella città di Guayaquil, in Ecuador.
Non è un segreto che l’Ecuador, e Guayaquil in particolare, stiano vivendo una situazione particolarmente drammatica a causa dell’epidemia, e il problema dello smaltimento dei cadaveri è, purtroppo, una realtà ben nota alla stampa internazionale.
Oltre che in Italia, il video si è già diffuso anche in altri paesi con attribuzioni diverse e improvvisate a seconda della destinazione. Lo stesso video decontestualizzato è circolato anche in Spagna, in America Latina e negli Stati Uniti. Lo scorso 2 aprile un ospedale di New York ha dovuto prendere pubblicamente le distanze con un tweet di smentita rivolto ai cittadini: «Siamo profondamente turbati da questo video. La parte del video che riprende lo spazio dell’obitorio NON è assolutamente stata girata all’interno del nostro obitorio».