No, un file chiamato "Argentina lo sta facendo" non hackererà il tuo cellulare - Facta
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No, un file chiamato “Argentina lo sta facendo” non hackererà il tuo cellulare

Il 3 aprile la redazione di Facta ha ricevuto diverse segnalazioni via WhatsApp riguardanti un messaggio, che mette in guardia gli utenti dell’app di messaggistica da quello che viene descritto come un virus informatico in grado di hackerare «il tuo telefono in 10 secondi netti» e che «non può essere fermato in alcun modo».

A compromettere l’integrità del dispositivo sarebbe un file dal titolo «Argentina lo sta facendo», un presunto filmato che mostrerebbe «come la nostra curva si sta appiattendo in Argentina». L’informazione, si legge nel testo del messaggio, sarebbe inoltre stata confermata «in TV».

Si tratta di una notizia falsa.

Come appare evidente dalla formulazione del messaggio, infatti, il testo è il risultato di una traduzione, in questo caso dallo spagnolo. La catena originale è comparsa per la prima volta in Spagna e del caso di sono occupati i nostri colleghi fact-checker di Maldita.es.

Il testo spagnolo è la fonte originale della catena, anche per via di un errore di battitura («nuestra» invece di «muestra») che ne ha parzialmente compromesso la resa italiana.

Quello del virus in grado di hackerare il cellulare «in 10 secondi» è un vecchio stratagemma di disinformazione, che torna ciclicamente a circolare su WhatsApp e che sfrutta gli spunti offerti dall’attualità.

Nel 2019 il testo del messaggio faceva infatti riferimento ad una foto del vulcano Chillàn, in Cile, al tempo interessato da un’intensa attività eruttiva, mentre l’anno precedente la stessa sorte era toccata ad un’immagine del Pico de Orizaba, in Messico. Nel caso di questi giorni, il riferimento è alla gestione della curva dei contagi da Covid-19 in Argentina.

Per tutti e tre i casi vale la rassicurazione dell’istituto spagnolo di cyber-security (Incibe) e dell’ufficio di internet security (Osi), che hanno escluso l’esistenza di un simile virus sostenendo che tutto sembra ricondurre  alla «classica bufala».

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