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No, indossare la mascherina non è «un lento inesorabile suicidio»

No, indossare la mascherina non è «un lento inesorabile suicidio»

13 maggio 2020
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Il 12 maggio la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp molte segnalazioni di un’immagine, diffusa attraverso l’app di messaggistica, che mostra una mascherina azzurra di tipo chirurgico accompagnata da un breve testo. «Un lento inesorabile suicidio» si legge a caratteri più grandi, in rosso. Nella card è poi presente a caratteri neri più piccoli un’altra parte di testo dove leggiamo che «mettere la mascherina uccide lentamente chi la porta, perché si respira anche parte della propria aria espirata che è ricca di anidride carbonica», segue un invito a informarsi sui danni cui si può andare incontro respirando con la mascherina «per molte ore al giorno tutti i giorni». In conclusione si legge poi che l’ignoranza ucciderà più del virus, soprattutto se l’uso delle mascherine sarà mantenuto obbligatorio nei luoghi di lavoro aperti al pubblico.

Non viene specificato a che tipologia di mascherine ci si riferisca, se non a mezzo della foto che, come già anticipato, ritrae una mascherina di tipo chirurgico. Nell’immagine non viene inoltre precisato a quante ore di utilizzo si faccia riferimento, né se corrono questo rischio particolari categorie di persone quindi, in questa forma, questo implicito invito a boicottare l’uso delle mascherine sembra essere rivolto indiscriminatamente a tutti i cittadini.

Si tratta di informazioni fuorvianti e potenzialmente pericolose per la salute, in particolare in questo momento di emergenza sanitaria dovuto alla pandemia di Covid-19.

Se è vero, in generale, che respirare un eccesso di anidride carbonica è pericoloso per il nostro organismo, indossare una mascherina chirurgica, come quelle raccomandate ai cittadini in questo momento, non pone il grande pubblico a rischio di inalare anidride carbonica in quantità tossiche.

«La CO2 (sigla che indica l’anidride carbonica, n.d.r.) nella maschera si accumulerà lentamente nel tempo. Tuttavia, il livello di CO2 che si può accumulare nella maschera è perlopiù tollerabile per le persone esposte ad essa», ha spiegato lo scorso 5 maggio un rappresentante (di cui non viene riportato il nome) dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) ai colleghi di Reuters. «Potresti avere un mal di testa, ma molto probabilmente non soffrire i sintomi che si osservano a livelli molto più alti di CO2». La mascherina, si legge nell’intervento, potrebbe diventare scomoda, con la possibilità che la persona la rimuova ma, conclude l’esperto, «è improbabile che indossare una mascherina causi ipercapnia», così si chiama la condizione dovuta all’accumulo eccessivo di anidride carbonica.

Aggiungiamo che la mascherina di tipo chirurgico, progettata per limitare la trasmissione degli agenti infettivi e che se usata correttamente può ridurre il rischio che chi le indossa possa contagiare gli altri, deve rispettare precise norme tecniche per essere distribuita, a garanzia, oltre che dell’efficacia, anche della sua sicurezza.

Dell’idea che i rischi siano molto bassi nel caso di mascherine in tessuto e di tipo chirurgico, che non sono fascianti per il viso, è anche l’epidemiologo Abrar Ahmad Chughtai della University of New South Wales (Sydney), consultato lo scorso 8 maggio da colleghi fact-checker statunitensi di Snopes. Non viene però escluso che alcune particolari categorie di cittadini possano correre dei rischi in seguito all’uso di altre tipologie di mascherine. Ad esempio, chi soffre di disturbi respiratori preesistenti, potrebbe andare incontro a ulteriori problemi in seguito ad un uso prolungato delle maschere aderenti, i cosiddetti respiratori, o mascherine con valvola (nome in codice: N95), quelle raccomandate ad alcune categorie di operatori sanitari. Tra questi disturbi respiratori Chughtai menziona, ad esempio, l’asma e le patologie da ostruzione cronica a carico dei polmoni, precisando che il rischio di incorrere in ulteriori problemi diminuisce intervallando l’impiego dei dispositivi di protezione.

Per chi è tenuto, come appunto alcune categorie di operatori sanitari, ad utilizzare le mascherine N95, gli esperti dei Cdc, contattati da Snopes, hanno specificato che quando si supera l’ora di impiego, nel caso si manifestassero mal di testa, affanno o confusione, è sufficiente rimuovere la mascherina e respirare liberamente per alleviare la maggior parte dei disturbi.

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