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Non è vero che secondo l’Oms «non è necessario indossare una mascherina»

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29 gennaio 2021
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Il 29 gennaio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto la richiesta di verificare un articolo pubblicato due giorni prima su Telegra.ph e intitolato “OMS: NON è necessario indossare una maschera”. Nel testo si legge che il 22 gennaio 2021 l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) avrebbe affermato «che non c’è motivo medico scientifico per una persona sana di indossare una maschera al di fuori di un ospedale». Nell’articolo si legge anche che l’Oms avrebbe ammesso che i test Pcr per individuare se una persona è positiva al nuovo coronavirus «producono enormi quantità di falsi positivi».

Questa notizia non trova riscontro in nessuna testata nazionale e internazionale e in nessun comunicato ufficiale dell’Organizzazione mondiale della sanità. Si tratta quindi di una notizia frutto di fantasia.

Durante la conferenza stampa dell’Oms (qui la trascrizione) tenutasi lo scorso 22 gennaio non è stato mai sostenuto che le mascherine – tra gli strumenti di prevenzione utilizzati per contrastare il contagio da nuovo coronavirus – non sono necessarie «al di fuori di un ospedale». Durante la conferenza stampa la responsabile tecnica dell’Oms sulla Covid-19 – la dott.ssa Maria Van Kerkhove – ha affermato (qui il video, al minuto 46:04) che le mascherine sono una delle misure che aiuta a ridurre la trasmissione, in combinazione con altre, come il distanziamento e l’igiene delle mani. Sul sito dell’Oms esiste anche una pagina che spiega come e quando utilizzare le mascherine.

Infine, non è nemmeno vero che l’Oms ha ammesso che i test eseguiti con la tecnica della Polymerase chain reaction (Pcr) per individuare le persone positive al nuovo coronavirus producono enormi quantità di falsi positivi.

Come ha verificato il sito di fact-checking PolitiFact, il 20 gennaio 2021 l’Oms ha pubblicato un promemoria destinato ai tecnici di laboratorio in cui si sosteneva che i risultati positivi dei test devono essere interpretati con cura e nel contesto di altre informazioni, come l’osservazione clinica e la storia del paziente, per ridurre il rischio di falsi positivi.

Su Facta ci siamo già occupati in passato di casi di disinformazione sui test eseguiti con la tecnica Pcr (qui, qui e qui).

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