Giovedì 4 giugno la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un messaggio con cui alcuni utenti chiedevano a «coloro i quali intendono installare l’applicazione COVID-19 AB TraceTogether o “Immuni”, o lo abbiano già fatto» di rimuovere il proprio numero dalla rubrica telefonica per non essere «controllati e spiati». «Chi entra in possesso di questa app, tutti i contatti presenti in rubrica saranno a loro volta acquisiti, controllati e spiati» si legge nel messaggio, «il tutto contro inconsapevolmente e senza la propria volontà».
Si tratta di una notizia falsa.
Immuni è l’applicazione italiana sviluppata da Bending Spoons, Jakala e Centro medico Sant’Agostino e selezionata a metà aprile dal governo Conte II per tracciare movimenti e i contatti delle persone, in funzione del contenimento dei contagi da Covid-19. AB TraceTogether è invece un’app simile, ma utilizzata nella provincia canadese dell’Alberta.
L’app Immuni, in ogni caso, non chiederà di fornire dati anagrafici né numero telefonico e non sarà in grado di accedere alla rubrica dello smartphone di chi decide di installarla o utilizzarla. In caso contrario, l’intero sistema finirebbe per violare il principio della minimizzazione dei dati, sancito dall’articolo 5 del Regolamento Europeo 679/2016.
Il rimando legislativo è presente anche nel testo del decreto-legge n.29 del 30 aprile, che, all’articolo 6 (comma 2b) precisa chiaramente che i dati personali raccolti dall’applicazione sono «esclusivamente quelli necessari ad avvisare gli utenti dell’applicazione di rientrare tra i
contatti stretti di altri utenti accertati positivi al COVID-19». Questo avviso avverrà con una notifica inviata dalla stessa applicazione e non, dunque, servendosi del numero di telefono.