Martedì 9 giugno la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un’immagine, circolata su Twitter a partire dal 4 giugno 2020, riferita ad un presunto «protocollo Covid». Stando a quanto riportato, a partire dal prossimo settembre insegnanti e dirigenti scolastici sarebbero obbligati a chiedere l’assistenza del 118 nel caso in cui uno studente risultasse febbricitante.
«Attenzione» si legge nella card a sfondo nero con scritte di colore giallo e bianco, «a settembre quando riapriranno le scuole se trovano vostro figlio con la febbre secondo il protocollo Covid studiato da quei delinquenti di Stato i dirigenti scolastici non chiameranno voi ma il 118». Secondo l’autore del testo, tale comportamento sarebbe definibile «sequestro di persona» e per questo l’invito è di andare «in direzione» e farsi dare una copia della «circolare Covid».
Si tratta di una notizia falsa.
Come verificabile attraverso l’apposita sezione del ministero dell’Istruzione, non esiste alcuna circolare (o «protocollo») «Covid» relativa allo svolgimento delle attività scolastiche a partire dal prossimo mese di settembre. Le uniche informazioni in nostro possesso arrivano da un documento redatto dal Comitato tecnico-scientifico istituito per l’emergenza coronavirus, intitolato «Documento tecnico sull’ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore scolastico».
Il documento non contiene alcun riferimento circa l’obbligo di richiedere l’assistenza del 118 per gli studenti con la febbre, che in ogni caso non potranno entrare a scuola con una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi o con «sintomatologia respiratoria». All’ingresso della scuola non sarà comunque necessaria la rilevazione della temperatura corporea.
L’intervento del pronto soccorso sanitario non rientrerebbe comunque nelle fattispecie punite dall’articolo 605 del codice penale, quello relativo al sequestro di persona.