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No, il «vaccino di Gates» per la Covid-19 non «modifica il DNA»

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6 luglio 2020
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Lunedì 6 luglio la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un articolo pubblicato lo stesso 6 luglio dal blog Blondet e friends (già inserito da NewsGuard tra i diffusori di «teorie dei complotto su salute e politica»), dal titolo «Il vaccino di Gates modifica il DNA: scienziati ed esperti di etica danno l’allarme».

L’articolo si concentra in particolare sul vaccino anti-Covid sviluppato da Moderna Therapeutics, azienda farmaceutica che annovera Bill Gates tra i suoi finanziatori e che stando alla segnalazione utilizzerebbe una «nuova, non testata e molto controversa tecnologia sperimentale RNA». La pericolosità della tecnologia, secondo l’articolo, sarebbe testimoniata dal parere del dottor Peter Hotez (l’articolo rimanda a questo link per ulteriori informazioni), che «ha messo in guardia dalle conseguenze potenzialmente letali del mancato superamento dei test sugli animali» e da quello di «Suhab Siddiqi, ex direttore della chimica di Moderna» (contenuto a questo link), apparentemente d’accordo sulla pericolosità del vaccino che «cambia il DNA in tutto il corpo umano e riprogramma le nostre cellule per produrre anticorpi per combattere il virus».

Si tratta di una notizia falsa.

Il link che dovrebbe contenere le perplessità del dottor Hotez, un articolo della Cnn datato 1 aprile 2020, restituisce un timido dissenso circa i tempi tecnici immaginati dal consulente scientifico della Casa Bianca Anthony Fauci per la distribuzione del vaccino (da un anno a 18 mesi), aggiungendo che «la tecnologia dietro al vaccino a base di RNA non è mai stata approvata per la distribuzione» e che sarebbe «una prima volta assoluta».

Quanto alle critiche di Siddiqi, ex dipendente di Moderna, queste sono contenute in un articolo (ancora della Cnn) del 1 maggio 2020 e sono riassunte nella frase «non lascerei che iniettassero il vaccino nel mio corpo senza prima chiedere: dove sono i test di tossicità?».

Le perplessità dei due scienziati sono state in entrambi i casi superate dagli eventi, dal momento che il vaccino mRNA-1273 di Moderna ha superato la fase 1 della sperimentazione, ovvero il test su 45 volontari tra i 18 e i 45 anni, ed è già stata approvata per la fase 2 quando saranno introdotti gruppi di volontari più anziani, tra i 55 e i 70 anni. Stando alle dichiarazioni di Moderna, la sperimentazione è risultata complessivamente tollerabile per l’organismo e – come avevamo già verificato qui – ha prodotto una reazione immunitaria in 8 dei 45 volontari ammessi al trial. Il vaccino sarà ammesso alla distribuzione, dunque, solo quando rispetterà tutti i criteri di sicurezza, compresi quelli riguardanti la tossicità citati dal dottor Siddiqi.

Non si tratta di «riprogrammare il sistema immunitario», ma di «simulare un’infezione naturale per innescare una risposta immunitaria più potente, potenzialmente in grado di proteggere dall’infezione del nuovo coronavirus», hanno spiegato i ricercatori impegnati nella sperimentazione sul sito ufficiale di Moderna. Nessuna «modifica del DNA», insomma, ma il tentativo di riprodurre il meccanismo con cui il virus Sars-Cov-2 attacca le cellule umane, così da scatenare la risposta immunitaria all’infezione. Non si tratta di una forma indebolita del virus (come nel caso del vaccino in fase di sperimentazione a Oxford) e dunque il vaccino non può causare i sintomi della malattia.

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