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L’inventore del test PCR non ha detto che è inutile «per diagnosticare malattie infettive»

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4 settembre 2020
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Il 19 agosto su Facebook è stata condivisa un’immagine composta dalla foto del biochimico statunitense, Kary Mullis, (morto nel 2019) e da una parte di testo. Si legge: «Kary Mullis, Premio Nobel per la chimica nel 1993 inventore del Test PCR: “Questo test non dovrebbe essere usato per diagnosticare malattie infettive».

Questa dichiarazione non trova riscontro in nessuna testata nazionale e internazionale. Si tratta quindi una notizia frutto di fantasia.
Andiamo con ordine.

Post pubblicato su Facebook il 19 agosto 2020 – Notizia falsa

Nel 1993 il biochimico statunitense Kary Mullis ha vinto il premio Nobel per la chimica «per l’invenzione del metodo della reazione a catena della polimerasi (PCR)». Si tratta di un tecnica in grado di copiare e produrre illimitate sequenze di dna presenti in quantità basse. Durante la pandemia di Covid-19, questa tecnica è stata utilizzata nel procedimento per individuare le persone positive al nuovo coronavirus. Come spiega il virologo Stefano Vella, tramite un tampone «si prende un po’ di muco, dal naso e dalla faringe e si esegue la PCR per identificare la presenza del virus nell’orofaringe».

Mullis non ha però mai pronunciato una simile frase. Il virgolettato attribuito erroneamente al biochimico statunitense morto lo scorso anno, è in realtà una citazione decontestualizzata di un articolo scritto da John Lauritsen nel 1996 su Hiv e Aids. Quindi la Covid-19 non c’entra nulla. Come spiegato dai colleghi di Reuters, quella frase inserita nel suo contesto originale non indica che i test PCR non funzionano. Il reale significato di quella citazione infatti è che la PCR identifica le sostanze a livello qualitativo e non quantitativo, rilevando in questo modo le sequenze genetiche dei virus, ma non i virus stessi.

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