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No, la Fda statunitense non ha bloccato l’utilizzo dei tamponi Pcr per individuare Sars-CoV-2

No, la Fda statunitense non ha bloccato l’utilizzo dei tamponi Pcr per individuare Sars-CoV-2

2 agosto 2021
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Il 25 luglio 2021 su Facebook è stata pubblicata un’immagine che mostra un tweet scritto in lingua inglese e la sua traduzione in italiano; si legge che la Food and drug administration (Fda) – l’ente governativo che si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici e alimentari negli Stati Uniti – avrebbe bloccato l’utilizzo dei tamponi molecolari basati sulla tecnica Pcr (Polymerase chain reaction) fino ad ora usati per individuare le persone positive al nuovo coronavirus. Il motivo è che i test Pcr avrebbero fallito la loro «revisione completa». 

Si tratta di una notizia falsa. Andiamo con ordine.

Lo scorso 10 giugno la Fda ha comunicato (qui e qui) il ritiro del test rapido antigenico per individuare il Sars-CoV-2 prodotto dall’azienda Innova Medical Group. Il motivo del ritiro è collegato al fatto che questo specifico test rapido non soddisfaceva gli standard di prestazione, con il rischio di produrre falsi risultati. Secondo i dati forniti dalla stessa Fda, i test antigenici rapidi ritirati sono almeno 77.339.

È utile specificare che, come spiega l’Istituto superiore di sanità (Iss), il test antigenico rapido si differenzia da quello molecolare perché utilizza una tecnica differente dalla Pcr e non ha bisogno di personale specializzato, producendo più rapidamente il risultato.  

In conclusione, quindi, non è vero la Fda statunitense ha ritirato i test eseguiti con la tecnica Pcr, ma solo uno specifico test antigenico rapido (che non si basa sulla Pcr) prodotto da Innova. 

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