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No, i medici che «hanno scoperto gli enzimi del cancro nei vaccini» non sono stati «tutti assassinati»

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25 gennaio 2021
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Il 14 gennaio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva la verifica di un articolo, pubblicato il 20 settembre 2019 sul sito La Via Di Uscita, intitolato “I medici che hanno scoperto gli enzimi del cancro nei Vaccini trovati tutti assassinati”. L’articolo è stato condiviso, al 25 gennaio 2020, oltre 6.400 volte su Facebook.

La Via Di Uscita si definisce «secondo sito» dell’associazione Stati Uniti del Mondo fondata da Isha Babaji (al secolo Francesco Ricciardi, guru ispirato dalla tradizione induista). Il sito condivide spesso contenuti pseudoscientifici, ad esempio i video di Stefano Scoglio, Roberto Petrella e Stefano Montanari, tutti e tre al centro della disinformazione sulla Covid-19 nel 2020 come abbiamo discusso recentemente, nonché numerosa disinformazione antivaccinista.

Stando all’articolo oggetto della nostra analisi, negli Stati Uniti un «alto numero» di medici sarebbe stato ucciso dopo aver scoperto che «la proteina dell’enzima Nagalase veniva aggiunta ai vaccini che venivano poi somministrati all’uomo». Questo enzima, secondo l’articolo «è ciò che impedisce alla vitamina D di essere prodotta nel corpo, che è la principale difesa immunitaria che l’organismo ha, per uccidere naturalmente le cellule tumorali».

Si tratta di una notizia falsa.

Cominciamo con il dare il giusto contesto all’articolo segnalato. Si tratta di un testo che è rimbalzato più volte tra i siti di disinformazione: la versione originale italiana dell’articolo riprende il contenuto da un gruppo di siti in lingua inglese che si citano a vicenda. Andando a ritroso, l’origine dell’articolo a noi segnalato sembra risalire al 24 novembre 2015, con una pubblicazione (oggi non disponibile) sul sito conspiracyclub.co. Questo contenuto era stato poi ripreso dal sito The Big Riddle a dicembre 2015 e quest’ultimo sito viene indicato come fonte dall’articolo pubblicato da La Via Di Uscita.

Veniamo ora alle informazioni riportate. Nell’articolo non si fa riferimento a quali sarebbero questi medici uccisi, ma altre versioni della stessa storia, circolate online, contenevano liste di medici morti in quanto poiché avrebbero potuto rivelare quanto sapevano sull’«enzima Nagalase» e al suo utilizzo nella produzione di vaccini. Nel marzo 2017, i colleghi di PolitiFact avevano investigato su cinque decessi di medici che secondo questa ipotesi sarebbero stati uccisi. In realtà è emerso che, in nessuno dei casi esaminati, la vittima è deceduta in circostanze sospette. Precisiamo poi che solo uno di questi medici investigati da PolitiFact (Jeff Bradstreet) avrebbe espresso opinioni antivacciniste: la sua morte è stata accertata essere un suicidio.

Secondo il sito di fact checking Snopes, a maggio 2017, altri siti cospirazionisti avrebbero allungato la lista addirittura a 61 medici, e anche qui l’ipotesi è stata ampiamente confutata dopo l’attenta verifica di ciascun caso.

Nell’articolo segnalato a Facta viene inoltre citato un «Dr. Broer» che, «consapevole del pericolo che correva», avrebbe comunicato durante un’intervista che «non era assolutamente intenzionato a suicidarsi». Questo nome non compare tra i decessi verificati da PolitiFact né da Snopes ma plausibilmente si tratta del «Dr.» (non è un medico) Ted Broer fondatore del sito Healthmasters.com (sito che infatti riportava la stessa falsa notizia) e che, a quanto si può dedurre dal suo podcast, era ancora vivo il 21 gennaio 2021.

Per quanto riguarda la teoria secondo cui i vaccini conterrebbero un enzima cancerogeno, i nostri colleghi di Health Feedback (organizzazione no-profit di fact-checking medico-scientifico) hanno verificato che l’enzima nagalasi – il cui nome completo è alfa-N-acetilgalattosaminidasi – non è presente nei vaccini, come documentato qui e qui.

In secondo luogo, definire la nagalasi come «enzima del cancro» è completamente fuorviante, in quanto si tratta di un enzima normalmente presente nell’organismo e necessario per la salute (tanto che la sua assenza risulta in rare malattie ereditarie). È vero che nel sangue di pazienti oncologici possono aumentare i livelli di nagalasi (es. qui, qui), ed è vero che esistono studi (qui, qui) secondo cui in questi pazienti la nagalasi riduce la quantità di un’altra proteina, nota come GcMAF, che potrebbe attivare il sistema immunitario aiutandolo a combattere il tumore. Ma, sempre come riporta Health Feedback e le fonti da loro citate, non esiste alcuna prova scientifica che GcMAF sia di aiuto per curare il cancro (e quindi, viceversa, che la nagalasi sia dannosa per l’organismo): gli studi finora condotti su pochissimi pazienti non hanno fornito dati utili.

In conclusione, nessun medico è stato ucciso per aver svelato che nei vaccini ci sono gli «enzimi del cancro». L’enzima sotto accusa non è un ingrediente di alcun vaccino, né è dimostrato alcun legame con il cancro, a parte il fatto, di incerta rilevanza clinica, che i suoi livelli aumentano in alcuni pazienti oncologici.

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