No, un nuovo studio non ha dimostrato che l’idrossiclorochina è efficace contro la Covid-19 - Facta
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No, un nuovo studio non ha dimostrato che l’idrossiclorochina è efficace contro la Covid-19

Il 3 febbraio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto via Whatsapp la richiesta di verificare un articolo, pubblicato su ByoBlu, il sito e videoblog fondato dall’ex capo della comunicazione del Movimento 5 Stelle Claudio Messora, di cui avevamo parlato nel merito delle fonti di disinformazione del 2020. L’articolo è intitolato «L’idrossiclorochina è efficace, lo dice uno studio americano. Solo il Governo e il Cts tacciono!» e afferma che, secondo questo studio, idrossiclorochina e azitromicina «ridurrebbero le ospedalizzazioni e le morti».

Si tratta di una notizia falsa.

L’articolo scientifico menzionato esiste ed è stato pubblicato sulla rivista medica The American Journal of Medicine a gennaio 2021. Non si tratta però di uno studio clinico che evidenzia nuovi dati sui farmaci in esame, ma di una rassegna della letteratura su vari potenziali trattamenti per le prime fasi della Covid-19, tra cui appunto idrossiclorochina e azitromicina. L’articolo sostiene che, in assenza di studi clinici conclusivi, potrebbe avere senso trattare la Covid-19 basandosi sul plausibile meccanismo di funzionamento dei farmaci e della patologia. 

L’articolo di The American Journal of Medicine è affetto da quello che in inglese si chiama cherry picking, ovvero una selezione accurata delle evidenze a favore delle proprie ipotesi e che tralascia quelle contrarie. 

Per quanto riguarda l’idrossiclorochina, l’articolo citato da ByoBlu ne suggerisce l’efficacia basandosi quasi soltanto su una singola analisi condotta dall’Henry Ford Hospital di Detroit e pubblicata il 1 luglio 2020. Si trattava di un documento retrospettivo basato su dati clinici a posteriori e non uno studio clinico propriamente progettato. L’analisi si concludeva ammettendo che i «risultati andrebbero interpretati con cautela» e «richiedono ulteriori conferme in studi clinici controllati e randomizzati» per valutare «rigorosamente la sicurezza e l’efficacia» dell’idrossiclorochina. Dunque lo studio, per sua stessa ammissione, non aveva un valore definitivo. 

Una rassegna invece molto ricca sui numerosi studi pubblicati sull’uso dell’idrossiclorochina per contrastare la Covid-19 è disponibile grazie all’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), e ne conferma «la completa mancanza di efficacia». Sempre l’Aifa ha pubblicato a maggio 2020 una rassegna delle evidenze scientifiche disponibili sull’azitromicina nella terapia della Covid-19 e ha concluso che «l’assenza di prove di efficacia» non consente di raccomandarne l’utilizzo. 

Una meta-analisi pubblicata il 17 dicembre 2020 sulla rivista scientifica Scientific Reports e che prende in esame 14 studi su idrossiclorochina e azitromicina conclude che non ci sono prove di un loro effetto positivo sui pazienti Covid-19 e anzi l’utilizzo sembra essere correlato ad un aumento di mortalità e degenza ospedaliera.

In conclusione, quanto citato da ByoBlu non è uno studio che dimostra l’efficacia dell’idrossiclorochina o altri farmaci, ma una rassegna parziale di alcuni studi precedenti, che non tiene conto di tutta l’evidenza scientifica accumulata in merito. Precisiamo poi che l’articolo di ByoBlu distorce la fonte presentandola come uno «studio», cosa che non è, e suggerendo che si tratterebbe di «protocolli di cura efficaci», affermazione in contrasto con i dati scientifici disponibili.

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Comments (10)

  • Paolo Caputo

    byoblu.com/2021/02/09/lettera-aperta-a-un-fact-checker

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    • Facta

      Buonasera Paolo, grazie della tua segnalazione, i nostri nomi sono presenti e visibili nella pagina chi siamo del nostro sito.

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  • Giuseppe

    Ma chi ha scritto questo articolo?

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    • Facta

      Buongiorno Giuseppe, puoi trovare i nostri nomi e ruoli nella pagina Chi siamo del nostro sito

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      • UnoTraMolti

        In “Chi siamo” (mettere il link costa troppa fatica), non compare alcun nome!
        Tantomeno nello specifico chi ha scritto l’articolo.
        Bravi! Plauso alla trasparenza!

        reply
        • Facta

          Buongiorno UnoTraMolti, se ti interessa sapere chi siamo, basta un click 😉
          A fondo pagina trovi nomi e i ruoli che ricopriamo all’interno del gruppo, non siamo in tanti e i fact-checker nello specifico sono 3.

          reply
  • MARCELLO

    Ormai si sà che funziona ma non si può usare perchè costa troppo poco….
    panorama.it/news/salute/idrossiclorochina

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    • Facta

      Buonasera Marcello, no, come ha riportato dall’EMA in QUESTO DOCUMENTO: «L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ricorda agli operatori sanitari di monitorare attentamente i
      pazienti affetti da COVID-19 che ricevono clorochina o idrossiclorochina, a causa degli effetti
      indesiderati gravi che possono derivare dal trattamento con questi medicinali.
      Sia clorochina che idrossiclorochina, autorizzate per la malaria e alcune malattie autoimmuni, sono
      state utilizzate per trattare i pazienti affetti da COVID-19, ma i benefici di queste sostanze in tale
      popolazione di pazienti non sono stati stabiliti.
      Diversi studi osservazionali hanno riportato che clorochina e idrossiclorochina sono associate a un
      aumento del rischio di problemi cardiaci, effetto indesiderato ben noto per questi trattamenti, inclusi
      aritmie cardiache e arresto cardiaco.
      Nel prescrivere questi medicinali, gli operatori sanitari devono tenere conto delle condizioni cardiache
      preesistenti, dello squilibrio non corretto di potassio o magnesio nonché dell’uso concomitante di
      medicinali che prolungano l’intervallo QT, in quanto tali fattori possono rendere i pazienti
      maggiormente suscettibili a disturbi del ritmo cardiaco.
      Gli operatori sanitari devono anche tenere conto del fatto che i disturbi del ritmo cardiaco possono
      verificarsi con maggiore probabilità o essere più gravi laddove clorochina o idrossiclorochina siano
      utilizzate a dosi più elevate rispetto a quelle raccomandate per le indicazioni autorizzate o siano
      associate ad alcuni antibiotici quali azitromicina. In precedenza, l’EMA aveva già informato su tali
      rischi.
      Oltre agli effetti sul cuore, questi medicinali possono provocare disturbi neuropsichiatrici, tra cui
      agitazione, insonnia, confusione, psicosi e ideazione suicidaria. In aggiunta, hanno effetti noti a carico
      del fegato, provocano danni neuronali che possono portare ad attacchi epilettici, e diminuiscono i livelli
      di zucchero nel sangue.
      Alla luce dei dati emergenti, alcuni paesi dell’UE hanno sospeso o interrotto le sperimentazioni cliniche
      riguardanti l’uso di clorochina e idrossiclorochina in pazienti affetti da COVID-19. Per alcune
      sperimentazioni, tra cui il grande studio multinazionale Solidarity dell’OMS, è stato sospeso
      l’arruolamento dei pazienti nei bracci che prevedono l’impiego di questi medicinali. La revisione
      preliminare di Recovery, uno studio in corso di grandi dimensioni sui pazienti con COVID-19, non ha
      individuato motivi per sospendere o interrompere la sperimentazione.
      COVID-19: ribaditi i rischi di clorochina e idrossiclorochina
      EMA/282511/2020 Pag. 2/2
      L’EMA ribadisce che, mentre sono in corso ulteriori analisi dei dati disponibili, clorochina e
      idrossiclorochina devono essere utilizzate esclusivamente nell’ambito delle sperimentazioni cliniche per
      il trattamento o la profilassi del COVID-19, o dei programmi nazionali di utilizzo in emergenza nei
      pazienti ricoverati, sotto stretto controllo. È fondamentale che siano portati a termine studi clinici
      randomizzati e adeguatamente progettati, con le opportune modifiche da applicare quando
      appropriato, per ottenere i risultati necessari a stabilire i benefici e i rischi di questi medicinali nel
      contesto del COVID-19.
      I pazienti a cui sono state prescritte clorochina e idrossiclorochina per le indicazioni autorizzate
      (malaria e alcune malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide e il lupus) devono continuare ad
      assumere tali medicinali come indicato dal medico. I pazienti che necessitano di chiarimenti sul
      trattamento devono rivolgersi al medico o al farmacista.
      L’EMA e le autorità nazionali competenti stanno attentamente monitorando i medicinali utilizzati nel
      trattamento del COVID-19 e continueranno a informare e intervenire man mano che emergono nuovi
      dati. Inoltre, l’Agenzia prosegue la collaborazione e la condivisione di informazioni con l’OMS e con le
      autorità regolatorie internazionali.
      Si ricorda ai pazienti e agli operatori sanitari di segnalare eventuali effetti indesiderati alle rispettive
      autorità regolatorie nazionali.
      La presente dichiarazione riguardante la salute pubblica è stata rilasciata dal gruppo di lavoro dell’EMA
      sulla pandemia da COVID-19 (COVID-ETF).»

      reply
  • Michael Kuehl

    Da quello che scrivete voi stessi è evidente che la notizia non può considerarsi falsa

    reply
    • Facta

      Buongiorno Michael, potrebbe spiegarci perchè il nostro articolo le darebbe questa impressione?

      reply

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