La storia del picco di contagi pochi giorni dopo il vaccino AstraZeneca è in gran parte falsa - Facta
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La storia del picco di contagi pochi giorni dopo il vaccino AstraZeneca è in gran parte falsa

Il 26 marzo 2021 la redazione di Facta ha ricevuto la richiesta di verificare due articoli, uno pubblicato dal quotidiano Il Tempo il 20 marzo 2021 intitolato «Altra tegola su AstraZeneca in Gran Bretagna. Per giorni dopo il vaccino ci si contagia di più» e un altro pubblicato dal quotidiano Libero il 22 marzo 2021 intitolato «AstraZeneca, picco di contagi dopo la prima dose. Coronavirus, lo studio che sconvolge il quadro». Gli articoli riportano uno «studio» del British Medical Journal secondo cui c’è stato un aumento di casi di Covid-19 nelle persone a cui era stato somministrato da poco (fino a otto giorni prima) il vaccino AstraZeneca, effetto che, secondo quanto riportato dalle testate italiane, non si vedrebbe con il vaccino Pfizer o Moderna. La causa sarebbe l’effetto ritardato del vaccino AstraZeneca, che non genera un’immunità significativa prima di una settimana o due dalla vaccinazione, fenomeno descritto nel foglietto illustrativo ma solo dopo sette pagine e di cui molti pazienti non erano quindi consapevoli. I vaccinati quindi avrebbero agito con meno attenzione, nonostante non fossero ancora protetti, contagiandosi.

Gli articoli contengono alcune importanti imprecisioni e i titoli rischiano di essere molto fuorvianti. Andiamo con ordine.

La fonte degli articoli non è uno studio, ma un breve articolo, pubblicato sul British Medical Journal il 19 marzo 2021 a commento degli studi veri e propri. Questi sono tuttora disponibili solo come preprint non sottoposti a peer review sulla piattaforma medrXiv: il primo, relativo a Israele, pubblicato il 3 febbraio 2021 e il secondo, relativo all’Inghilterra, pubblicato il 2 marzo 2021. 

Gli studi contraddicono sia gli articoli a noi segnalati sia, in parte, l’articolo del British Medical Journal. Innanzitutto confermano che l’effetto non dipende dal tipo di vaccino. Secondo lo studio inglese, guardando ai vaccinati dopo il 4 gennaio 2021, la probabilità di infezione subito dopo la vaccinazione è pressoché identica tra il vaccino Pfizer e il vaccino AstraZeneca (anzi, è lievemente maggiore per Pfizer, anche se tale differenza non è statisticamente significativa). Tale probabilità è praticamente identica rispetto a quella dei non vaccinati fino al decimo giorno dopo l’infezione, dopo di che comincia a scendere. L’illusione di un «picco» specifico per AstraZeneca è dovuta al fatto che per questo campione c’è un calo apparente della probabilità di infezione nei tre giorni successivi alla vaccinazione.

Probabilità di contagio nei giorni successivi al vaccino BNT162b2 (Pfizer-BioNTech) e ChAdOx1 (AstraZeneca), per i vaccinati prima del 4 gennaio 2021. Fonte: Bernal et al. medrXiv 2021

È stato invece registrato un aumento significativo nei contagi pochi giorni dopo la somministrazione del vaccino Pfizer (e non AstraZeneca) nei vaccinati prima del 4 gennaio 2021. 

Probabilità di contagio nei giorni successivi al vaccino BNT162b2 (Pfizer/BioNTech), per i vaccinati prima del 4 gennaio 2021 (in blu dopo la prima dose, in arancione dopo la seconda dose). Fonte: Bernal et al. medrXiv 2021

Lo studio israeliano è molto simile, e si riferisce al solo vaccino Pfizer-BioNTech. In questo caso si vede effettivamente un netto aumento della probabilità di infezione, fino al doppio, circa otto giorni dopo la vaccinazione: il rischio poi diminuisce e diventa inferiore a quello dei non vaccinati 15-16 giorni dopo la prima dose di vaccino.

Incidenza delle nuove infezioni da Sars-CoV-2 nei giorni dopo la prima dose del vaccino Pfizer-BioNTech, in Israele. Fonte: Hunter e Brainard, medrXiv 2021.

Entrambi gli studi ipotizzano i motivi di questo fenomeno. Per lo studio israeliano, «la causa dell’aumento iniziale del rischio di infezione è ignota ma potrebbe essere correlata al fatto che le persone sono meno caute nel proteggersi non appena hanno ricevuto l’iniezione». Idea reiterata in una lettera inviata da quattro psicologi al British Medical Journal, pubblicata il 18 marzo 2021 e ulteriormente portata avanti dall’articolo di commento della stessa rivista che ha ispirato gli articoli di Libero e Il Tempo. Lo studio inglese invece trova un vero aumento solo nei vaccinati prima del 4 gennaio 2021, un fenomeno difficile da spiegare con fattori comportamentali. Ipotizza invece che possano essere dovuti al fatto che i vaccinati prima del 4 gennaio erano in gran parte soggetti ad alto rischio di contagio, che quindi potevano infettarsi facilmente nei primi giorni dopo la vaccinazione, mentre con il proseguire della campagna vaccinale si è iniziato a vaccinare anche persone meno a rischio. Si tratta comunque in tutti i casi di ipotesi non confermate.

In generale, tutti i vaccini agiscono solamente dopo diversi giorni. Un certo livello di protezione inizia 21 giorni dopo la prima dose di AstraZeneca (e il livello massimo si raggiunge 15 giorni dopo la seconda dose), 14 giorni dopo la seconda dose di Moderna e 7 giorni dopo la seconda dose di Pfizer.

Qualunque sia la ragione per l’aumento di contagi subito dopo il vaccino, è evidente che il vaccino AstraZeneca non è particolarmente predisposto a questo fenomeno: anzi, tutte le evidenze a proposito di un picco di contagi subito dopo la vaccinazione riguardano il vaccino Pfizer-BioNTech. Per qualche motivo il British Medical Journal, nel suo commento, cita effettivamente il vaccino AstraZeneca invece di Pfizer-BioNTech (sul quale non commenta). È possibile che questo sia dovuto a una svista: nello studio inglese, un grafico fa notare come il numero di test (e non la probabilità di infezione) sia molto più alto pochi giorni dopo il vaccino AstraZeneca. In ogni caso questo errore è stato a sua volta traslato negli articoli del Tempo e di Libero trasformandosi in un problema specifico di AstraZeneca. 

In conclusione, non c’è nessun problema particolare nel vaccino AstraZeneca che abbia portato a un picco di contagi e anzi, questo fenomeno è finora ben documentato solo per il vaccino Pfizer-BioNTech. È comunque vero, e va ricordato, che tutti i vaccini richiedono tempo per funzionare e che si è completamente protetti solo dopo 7-15 giorni dalla seconda dose, a seconda del tipo di vaccino. 

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